Federico Buffa e il fascino dei ribelli controcorrente

Il racconto delle vite, delle lotte, delle vittorie e delle sconfitte di alcuni dei più grandi sportivi di sempre.

Calura e Sport. Così verrà ricordata questa lunga estate caldissima. Ad inizio giugno si è assistito alla fine dei campionati nazionali e delle coppe europee per club di calcio; a luglio si è partiti spediti con Europeo e Copa America, quasi in contemporanea, per poi gettarsi nelle discusse Olimpiadi di Parigi; infine, il fine settimana scorso è rincominciato il campionato. Su tutti i canali di diffusione cartacei, video e audio, centinaia di voci, chi più chi meno autorevolmente, hanno raccontato e commentato tutti questi eventi. Allora è possibili e necessario narrare di gesta sportive e di atleti che hanno segnato la Storia anche su un palco in riva al mare. Lo fa Ribelli. L’ultima partita alla radio…, lavoro presentato nel Soleluna Summer Festival organizzato dall’omonimo locale ad Albissola Marina, nella fresca sera di lunedì 19.

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Tommie Smith e John Carlos alle Olimpiadi di Città del Messico

Il pretesto è spiegato semplicemente: Marco Caronna, conduttore di una fantomatica trasmissione radiofonica all’ultima puntata, accompagnato dalle musiche del piano di Valter Silviotti, intervisterà uno dei più famosi narratori e conoscitori di sport e cultura in Italia, il telecronista e giornalista Federico Buffa. Una scaletta definisce l’andamento della puntata, diversa di serata in serata, per conoscere alcuni dei più famosi sportivi che si possono definire ‘ribelli’ per un qualunque motivo. Buffa si prende la scena con il suo stile ipnotico in quelli che potrebbero essere definiti veri e propri monologhi che attirano e tengono incollati fino alla fine anche chi non è un appassionato.

Rimanendo in tema olimpico, subito si torna a Messico 1968 e al gesto iconico di protesta di Tommie Smith e John Carlos. I due atleti statunitensi, rispettivamente primo e terzo nei duecento metri piani e, ben consapevoli della portata di quanto stanno per fare, decidono di mandare un messaggio al mondo ma soprattutto agli Stati Uniti contro il razzismo. Qualche mese prima, d’altronde, precisamente in aprile, era stato assassinato Martin Luther King a Memphis. Durante la premiazione i due giovani alzano i pugni chiusi guantati di nero, simbolo delle Pantere Nere e della lotta e resistenza afroamericana, in alto verso il cielo di Città del Messico. La loro carriera e la loro vita è indelebilmente segnata, nel pubblico e nel privato, e solo dopo decenni verranno ‘riabilitati’ da una società americana ancora fortemente divisa.

Si naviga allora verso Sud del continente e si sbarca in Argentina, patria di molti miti calcistici segnati dal genio e dalla sregolatezza. La ribellione de El Loco René Houseman è, però, tutta incosapevole. Segnato dall’alcolismo, dall’incapacità di staccarsi dal suo quartiere natio ma soprattutto dotato di un talento istintivo e sopraffino sul campo da calcio, El Loco ha rifiutato le offerte faraoniche del Manchester United per rimanere in Argentina in una carriera professionale tormentata. Laureatosi campione del mondo nell’edizione casalinga del 1978 , Houseman è una delle figure più amate dal popolo argentino perché ha vissuto gli alti e bassi di una vita contraddittoria che lo ha portato a morire in povertà nel luogo in cui aveva sempre voluto restare.

Si approda in Italia con la ribellione di due figure oramai incastonate nell’immaginario collettivo nazionale. Si parla prima di Alex Zarnardi e della sua lotta quasi continua con la vita e la morte. Sopravvissuto ad uno spaventoso incidente automobilistico nel 2001 sul circuito del Lausitzring durante una gara in cui perde le gambe, Zanardi si laurea campione paralimpico di handbike per la prima volta a Londra 2012 all’età di quarantacinque anni, simbolo di ostinata resistenza a tutte le avversità che si possono soffrire.

Si passa poi a Gigi Riva, stella del Cagliari campione nazionale nella stagione 69/70, e alla sua figura mitica, in campo e nel privato. Tre momenti in particolare vengono menzionati: la decisione di trasferissi in Sardegna per non andarsene mai più, l’incontro con Fabrizio De André e infine la decisione di lasciare le celebrazioni per la vittoria del Mondiale del 2006 quando molti detrattori della nazionale salirono “sul carro dei vincitori”.

Chiudono due storie di colore: la prima è la vicenda di Eric Moussambani e la sua dilettantesca partecipazione alle Olimpiadi di Sydney nel 2000 con cui si garantì il favore del pubblico e divenne un esempio per il Comitato Olimpico Internazionale; la seconda è la possibile genealogia della Regina nel gioco degli scacchi, pezzo ideato nel mondo Arabo ed ispirato alla figura di Isabella di Castiglia durante la riconquista di Cordoba.

Alex Zanardi

La capacità oratoria di Buffa è straripante, dalle immagini evocate si aprono continuamente passaggi su argomenti inaspettati e lontani dal panorama sportivo che rendono il racconto ben strutturato. Il tutto è corroborato dalle citazioni musicali ficcanti che ben amplificano le sensazioni che vengono fatte trasparire. La passione per lo sport va al di là del semplice gesto atletico e fa riverberare tutte le corde del nostro vissuto. Ascoltare Buffa apre la mente a nuove frontiere. Si entra con un’idea, si esce con un ventaglio di nuovi interessi.

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Ribelli. L’ultima partita alla radio… di e con Federico Buffa – regia Marco Caronna – musiche Valter Silviotti – Albissola Marina 19 agosto 2024