Grand Theft Hamlet, presentato alla Festa del Cinema di Roma, è un esperimento tanto incredibile quanto virtualmente reale.
“Buona l’idea, un po’ meno l’esecuzione”, recitava il celebre commentatore Fabio Caressa ad ogni occasione sbagliata nel videogioco di calcio più famoso del mondo. Ecco questo mantra può descrivere in poche parole il prodotto confezionato da Samuel Crane, in arte Rustic Mascara, e Pinny Grylls.
Il documentario racconta del processo creativo che ha portato Crane, attore disoccupato a causa dell’ennesimo lockdown da Covid, e il suo collega Mark Oosterveen a mettere in scena Shakespeare nella singolare cornice di GTA 5.
Un videogioco di sparatorie, rapine, violenza di strada e slang da sobborgo di Los Angeles come teatro dell’Amleto? Ebbene si, nel cinema anche l’impossibile diventa possibile. Per farsi compagnia e conforto i due attori si ritrovano nel gioco e tentano invano l’impresa. Ma nel tentativo ne esce fuori un documentario sintetico e stravagante, ma purtroppo con una verve troppo debole in relazione alle possibilità del film.
Interessante è l’utilizzo della grafica del gioco come elemento filmico. Risulta così essere “cartonato” pur non essendolo. Si dà una nuova linfa agli scenari ma l’operazione rimane sempre e solo un’ottima idea di cui ci si è accontentati. L’idea poteva essere sviluppata e valorizzata sulla falsa riga del Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann, dove l’artisticità, l’estetica e la sceneggiatura si sovrappongono all’adattamento in chiave moderna della tragedia.
Voto 6
Per il resto Grand Theft Hamlet concede uno spaccato provocatorio e satirico del periodo lockdown, in Gran Bretagna vissuto in maniera drammatica, che delinea i contorni della solitudine e della solidarietà.
Grand Theft Hamlet è un film di Sam Crane, Pinny Grylls con Sam Crane, Jen Cohn, Mark Oosterveen, Gareth Turkington. Gran Bretagna, 2024 Genere: Documentario durata 89′