Nelle sale dallo scorso 2 ottobre l’ultimo lavoro di Francesco Costabile porta in scena la violenza domestica e lo fa con profonda dignità e rispetto.
Luigi ( Francesco De Lucia ) e Alessandro ( Stefano Valentini) sono piccoli e terrorizzati; dalla stanza accanto sentono le urla della loro mamma Licia ( Barbara Ronchi ) durante l’ennesima violenza da parte del marito Franco ( Francesco Di Leva ), attacchi quotidiani da parte dell’uomo a cui l’intera famiglia Celeste è ormai drammaticamente abituata.
Ma Licia riesce a denunciare, Franco viene allontanato dalla famiglia e il tempo passa. Circa dieci anni dopo Luigi Celeste ( Francesco Gheghi ) non sembra aver preso una buona strada, non lavora o studia passando gran parte del suo tempo con un gruppo di neofascisti. Questo atteggiamento lo allontana sempre di più dalla madre e il fratello Alessandro ( Marco Cicalese ) e lo avvicina a cattivi incontri tra cui quello con il suo passato e il violento padre.
Presentato in concorso nella sezione Orizzonti alla 81° Mostra del Cinema di Venezia, Familia è un film potente, che mostra senza filtri una situazione di violenza domestica. Un tema che purtroppo sentiamo risuonare troppo spesso nel nostro presente, con una percentuale del 74% ad indicare da parte delle vittime la casa come luogo di violenza.
Tratto da una storia vera, precisamente dall’autobiografia Non sarà sempre così dello stesso Luigi Celeste, questo film non si ferma alla sola denuncia sociale, mostrando l’iter seguito da parte delle istituzioni, ma vuole dirci qualcosa di più, soffermandosi sulle dinamiche introspettive e psicologiche dei suoi personaggi.
La regia di Francesco Costabile decide di mettere in scena con coraggio e dignità i membri della famiglia Celeste: da Licia, vittima di un uomo da cui non riesce mai a separarsi davvero a Franco che semplicemente afferma che “lui è fatto male” in un vano tentativo di giustificare l’ingiustificabile.
Infine Luigi, in continua lotta con se stesso, una guerra tra bene e male che non sembra dargli pace. Lui che ad ogni caduta si sente sempre più simile al padre, cosa che lo terrorizza tanto da impedirgli di vivere serenamente la sua relazione con la fidanzata Giulia ( Tecla Insolia ), un amore a cui non riesce ad abbandonarsi per paura di poterle nuocere in qualche modo.
Luigi cerca disperatamente una figura di riferimento, e la cerca male e per errori: dal gruppo di neofascisti con cui cerca di identificarsi al rapporto con il padre, persona che odia e ama allo stesso tempo.
Sarà proprio questa dualità tra amore e odio a divorare il protagonista, una dualità a cui la stessa madre e fratello non sono esenti e che portano lentamente la famiglia Celeste in un turbine di dinamiche destinate a non finire mai.
Tutti aspetti psicologici che il film tocca facendo entrare lo spettatore in uno scenario di vita del genere, una famiglia la cui sopravvivenza è quotidiana, dove la paura si fa strada in un luogo che dovrebbe essere casa. Dove il genitore viene visto come vittima da proteggere o carnefice da cui scappare.
Lungo i suoi 120 minuti Familia fa entrate in uno scenario che purtroppo famiglie vivono nel nostro presente, un dramma reale che non può fare a meno di rendere più sofferto il tutto.
Lo spettatore vive la sensazione di stare in un gabbia, esattamente come ci vivono i protagonisti di questo dramma: di Licia, Luigi e Alessandro viviamo la paura, l’ansia costante, la rabbia, gli inseguimenti, la quiete prima della tempesta e la sensazione quotidiana di non essere al sicuro dentro la propria casa.
In contrapposizione a questo l’amore e il legame tra la madre e i due figli apre uno spiraglio di luce nel buio di una situazione drammatica. Risvegliando con potenza la bellezza dei legami autentici e dell’unione contro la paura.
Barbara Ronchi e Francesco Di Leva riconfermano le aspettative, dando credibilità ai loro personaggi, Francesco Gheghi dona tenerezza e rabbia al suo Luigi confermando la vittoria del Premio per la Miglior Interpretazione maschile nella sezione Orizzonti della recente Mostra del cinema di Venezia.
La musica di Valerio Vigliar contribuisce all’eco di turbamento che pervade tutto il film, incrementando l’atmosfera claustrofobica e la sensazione di “essere in gabbia” dei personaggi. Il pubblico entra tra le mura di un dramma che potrebbe accadere a chiunque ed empatizza con esso uscendone turbato e riflessivo.
Familia si fa portavoce dell’eco potente e silenzioso della violenza domestica e lo fa con amore, dignità e rispetto per una vicenda dolorosa in cui spesso risiedono sentimenti contrastanti. Una vicenda che rende insopportabile il vivere quotidiano di molte persone e ancora troppo dolorosamente attuale.
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Familia. Regia di Francesco Costabile; dal soggetto Non sarà sempre così di Luigi Celeste; sceneggiatura di Francesco Costabile, Adriano Chiarelli e Vittorio Moroni. Con Francesco Gheghi, Barbara Ronchi, Francesco Di Leva, Marco Cicalese, Tecla Insolia. Fotografia di Giuseppe Maio, musica di Valerio Vigliar. Poduttori Attilio De Razza, Nicola Giuliano, Nicola Picone, Pierpaolo Verga; casa di produzione Tramp Limited; distribuzione Medusa Film.
Foto e copertina: Tramp Limited