18 Novembre @ 20:00 – 30 Novembre @ 18:00 CET

Debutta in prima assoluta al Teatro Torlonia, dal 18 al 30 novembre, La lezione di Falstaff, spettacolo scritto dalla sensibile penna di Matilde D’Accardi e diretto da un altro giovane di ingegno e visione scenica come Tommaso Capodanno.
Una produzione del Teatro di Roma, a sostegno della creatività e delle espressività di una nuova generazione di talenti, per indagare il rapporto sul potere di Millennials e Gen Zattraverso la finzione, lo scherzo e la confessione, ispirandosi al percorso di formazione politica di Hal nell’Enrico IV di Shakespeare.
L’opera ci catapulta in un regno sconvolto dalla guerra civile, dove un Principe si ribella ai suoi doveri di palazzo per intraprendere una formazione nera che lo porterà a diventare un sovrano illuminato. Figlio di un Re illegittimo, il giovane erede al trono sceglie come padre elettivo un geniale fuorilegge, Falstaff, che lo guiderà in un percorso iniziatico alla ricerca di una terza via tra uccidere i padri e non crescere mai.
Con un cast di giovani interpreti – Andrea Basile, Federico Gariglio, Eleonora Lausdei, Federica Quartana, Giulia Sucapane – La lezione di Falstaff porta in scena una istantanea collettiva sulle nuove generazioni, spingendo a una riflessione su quale sia la grammatica della loro partecipazione politica e in che cosa consista il vero valore della loro diversità. Il tutto a partire dalla storia di Hal, protagonista di Enrico IV, dramma storico in due parti con cui Shakespeare immagina la formazione politica di Enrico V, figura tra le più importanti del medioevo inglese ed europeo. Il suo arco di trasformazione non è solo un percorso di crescita, ma un vero e proprio rito di legittimazione del potere ereditato, un’opera alchemica universale e senza tempo, in grado di aprirsi a numerosi piani di interpretazione e di accogliere le istanze della contemporaneità.
La cornice elisabettiana del Teatro Torlonia diviene palcoscenico naturale per ricreare uno scenario suggestivo che avvolge uno spettacolo coinvolgente, divertente, costellato di slarghi emotivi, in cui il linguaggio recitativo si destreggia tra la poesia shakespeariana e il nostro tempo, veicolando una drammaturgia originale che si fa spazio tra le righe del dramma per dare voce a una prospettiva politica sull’eredità dei padri molto diversa a quella a cui siamo abituati. Inoltre, inevitabili ma calibrati, il riferimento al tema della guerra e la presenza dei nuovi media, che influenzano drasticamente sia la nostra fruizione della politica sia la nostra attuale percezione del mondo, poiché, come ricorda il genio shakespeariano, il potere consiste innanzitutto nella rappresentazione pubblica che esso fa di sé stesso.
«Sul giovane erede al trono, infatti, pesa la reputazione di fannullone, un po’ come accade all’attivismo politico delle nuove generazioni contemporanee – ribattezzato non a caso slacktivism. Eppure, dietro al comportamento disimpegnato e sregolato di Hal, non c’è il semplice rifiuto dei doveri reali, ma una strategia ben congegnata, che egli mette in atto per poter riscattare il potere illegittimo che dovrà ereditare da suo padre, Re Usurpatore – commentano insieme la drammaturga Matilde D’Accardi e il regista Tommaso Capodanno – Il suo intento finale è legittimare un nuovo paradigma di potere, basato sulla comunicazione e sulla vicinanza con l’umano, piuttosto che sulla forza e sul sospetto. Per questa ragione, sceglie come suo mentore Falstaff, re della truffa e predicatore visionario, trickster e retore sopraffino, che Harold Bloom definisce affettuosamente “Socrate comico”. Il fuorilegge, personaggio tra i più riusciti del Bardo – per molti, superiore addirittura ad Amleto -, è ispirato a una figura realmente esistita: Sir John Oldcastle, cavaliere eretico che fu amico del giovane Enrico V ma che, per mano dello stesso, finì sul rogo. Enrico IV rappresenta, in un certo senso, quei padri che sposando un modello di potere violento hanno tradito la propria giusta causa, provocando da soli la propria fine; Falstaff, invece, porta in scena quei padri che, col loro esempio, mostrano la via del cambiamento, ma che allo stesso modo sono vittime della corruzione di ideali che accompagna il desiderio di ricchezza e potere. Seguendo le orme di Hal, a partire dal classico shakespeariano, questa libera riscrittura indaga la formazione politica delle nuove generazioni italiane (Millennials e Gen Z), il loro rapporto col potere, e il peso di un mondo e una società lasciata dai loro “padri»
Teatro Torlonia
Roma, 00161 Italia + Google Maps 06.684000311
Visualizza il sito del Luogo
