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“EQUUS” al Teatro Eleonora Duse di Genova

25 Marzo @ 20:30 6 Aprile @ 16:00 CET

Teatro Eleonora Duse di Genova

Dal 25 al 6 aprile

EQUUS

di Peter Shaffer

Adattamento e traduzione  di Marco e Carlo Sciaccaluga,

Con: Luca Lazzareschi, Pietro Giannini, Paolo Cresta, Pia Lanciotti, Camilla Semino Favro, 

Giulia Prevedello, Michele De Paola

Regia Carlo Sciaccaluga

Scene e Costumi Anna Varaldo; Luci Aldo Mantovani

In accordo con la Concessionaria Antonia Brancati srl

Produzione del Teatro Nazionale di Genova

Al teatro Eleonora Duse di Genova debutta in prima nazionale EQUUS di Peter Shaffer, regia di Carlo Sciaccaluga, anche autore della traduzione e dell’adattamento. Lo spettacolo torna sulle scene italiane, a 50 anni dal debutto del padre Marco, sempre al Duse di Genova. In scena c’erano Eros Pagni, Gino Pernice, Miriam Crotti, Giovanni Crippa- allora diciannovenne – Rolanda Benac.

L’edizione 2025 di EQUUS ha come interpreti: Pietro Giannini, Luca Lazzareschi, Pia Lanciotti, Camilla Semino Favro, Paolo Cresta, Michele De Paola, Giulia Prevedello

EQUUS racconta la storia di Alan Strang, un diciassettenne che ha compiuto un atto di violenza incomprensibile: ha accecato sei cavalli. Il compito di comprenderne il motivo spetta allo psichiatra Martin Dysart, uomo disilluso e imprigionato in un’esistenza monotona. Ma più Dysart scava nella mente del ragazzo, più emerge un universo di passioni fisiche e mistiche, che lo mette di fronte alla propria crisi esistenziale e lo porta a interrogarsi sull’ eterna lotta tra istinto e ragione, controllo e libertà. Lo psichiatra e il giovane paziente ingaggiano un confronto che suscita l’uno nell’altro un percorso di conoscenza di abissi e verità, chiaramente testimoniato dalle battute iniziali di Dysartleggiamo: «Che cosa mi aspettavo da lui? Molto poco, ve lo assicuro. Un’altra faccetta tormentata. Un altro adolescente disadattato. Il solito insolito. C’è un bel vantaggio a lavorare nel business

del rattoppo mentale: non sei mai a corto di clienti»

La trama prendeva spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto «un crimine allucinante, che mancava di una spiegazione coerente e aveva profondamente scosso i magistrati dell’epoca.   – leggiamo nelle note alla prima edizione del 1973 – Era accaduto in una fattoria nelle campagne londinesi, commesso da un ragazzo squilibrato. Il resto, ogni personaggio e ogni situazione sono una mia personale, eccetto il crimine in sé stesso: e anche questo l’ho modificato in accordo con quello che ritengo essere accettabile in una dimensione teatrale. Nell’ultima stesura del testo ho avuto la fortuna di essere aiutato da uno specialista in psichiatria infantile per rendere le cose il più possibile credibili e reali. Questa esperienza mi ha fatto conoscere il mondo degli psichiatri: categoria molto vasta con metodi e tecniche molto differenti. Martin Dysart è un medico in ospedale. Devo assumerne la responsabilità, come assumo quella del suo paziente».

La storia di EQUUS in Italia e all’estero (1975 < 2025) 

Nel 1973 Peter Shaffer, autore noto noto per un altro testo che mette a confronto generazioni e mondi come Amadeus scrive Equus che ebbe una lunga fortuna e molte riprese, tra Londra e Broadway, interpretato da attori (oltre il giovane Peter Firth, nel ruolo di Alan Strang) del calibro di Tom Hulce, sempre nel ruolo di Alan Strang o Anthony Hopkins (poi sostituito da Anthony Perkins) e Richard Burton (nel ruolo dello psicanalista Martin Dysart).

La prima nazionale italiana fu – al Teatro Duse di Genova – il 6 dicembre 1975, mentre la prima assoluta londinese si tenne all’Old Vic – London National Theatre – nel luglio 1973 (regia di John Dexter con Peter Firth nel ruolo del ragazzo). All’epoca il testo ebbe molti riconoscimenti: un Tony and il New York Drama Critic’s Circle Award come miglior “dramma psicologico”. 

Del 1977, è il film di Sidney Lumet (sceneggiatura dello stesso Schaffer e regia) che ebbe tre candidature agli Oscar: sceneggiatura (di Shaffer) e attori (Peter Firth e Richard Burton), mentre il giovane attore Peter Firth vinse il Golden Globe come attore non protagonista.

Note di regia di Carlo Sciaccaluga

Un cavallo è solo un cavallo? Oppure è il riflesso più profondo e insondabile della nostra natura selvaggia? EQUUS è un viaggio nel cuore oscuro del desiderio, un rito iniziatico che affonda nel mito e nella psicologia, un’opera che esplora il mistero dell’identità e il peso del conformismo sociale.

EQUUS è una storia di oppressione. Alan è un giovane che ha un desiderio profondo, assoluto, una forza anche erotica che non riesce a trovare forma in una società che lo schiaccia sotto il peso del conformismo: lavora in un negozio di elettrodomestici, si stordisce davanti alla televisione, il nuovo grande oppiaceo dell’individuo che in quegli anni stava sostituendo la religione. 

Nel 1973 Shaffer individuava nel consumismo e nell’intrattenimento di massa i grandi strumenti di repressione dell’individuo. 

Cinquant’anni dopo, come stiamo? Un po’ peggio o un po’ meglio? 

Molti diritti individuali sulla carta sono stati riconosciuti, ma in mano abbiamo uno strumento che può impedirci di vivere il presente, e che rende i nostri desideri superflui e anestetizzati. E i nostri corpi diventano propaggini del telefono, non il contrario. Vanno allenati solo per mostrarli su Instagram. 

Il desiderio è pericoloso, perché è antisociale. Per questo va soffocato, addomesticato, reso innocuo. Ma il desiderio scalpita, freme, a volte non vuole farsi mettere le briglie. E se è oppresso rischia di esplodere e distruggere invece che di nutrire e vivificare. 

Il nostro EQUUS è un’esplorazione viscerale della lotta tra il desiderio e il controllo, tra l’istinto e la ragione. Le maschere equine, i corpi che evocano il galoppo, la scenografia che si fa spazio di sogno e incubo, in cui i confini tra realtà e delirio si assottigliano. La colonna sonora, con il suo ritmo incalzante e le sue contaminazioni elettroniche, scandisce il dramma come un battito cardiaco impazzito, un crescendo ossessivo che rispecchia l’esplosione emotiva della vicenda.

EQUUS è un’opera che interroga il pubblico senza offrire risposte facili. È la storia di un giovane che si rifiuta di essere addomesticato. È un grido, un atto di ribellione. È l’essere umano che si ricorda di essere un meraviglioso animale.

Carlo Sciaccaluga (Genova, 4 novembre 1987) è regista, attore e traduttore. Figlio d’arte: il padre, Marco Sciaccaluga, è stato per quarant’anni regista e per quindici, condirettore del Teatro Stabile di Genova; la madre, Valeria Manari, era scenografa e costumista. 

Ha iniziato la carriera da attore e aiuto regista in Austria e Germania, diretto da Matthias Langhoff al Landestheater Linz e al Berliner Ensemble. In Italia ha recitato in teatro per la regia, tra gli altri, di Gabriele Lavia, Giancarlo Cauteruccio, Luca De Fusco. Ha esordito ventunenne alla regia e, da allora, ha diretto più di venti spettacoli (con compagnie come Teatro de Gli Incamminati, Compagnia Gank, AriaTeatro e teatri pubblici italiani ed esteri, tra cui il Teatro Nazionale di Genova, il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, il Teatro Stabile di Catania, il Teatro Nazionale Sperimentale di Tirana). 

Nel suo percorso, ricordiamo gli spettacoli Cyrano de Bergerac Otello (con Filippo Dini e Antonio Zavatteri nei ruoli principali), La congiura del Fiesco a Genova di Schiller (allestito site specific nella storica Piazza San Lorenzo di Genova), I racconti della peste di Mario Vargas Llosa. Inoltre, dal 2016 al 2019 è stato regista residente al Teatro Nazionale Sperimentale di Tirana, in Albania, realizzando Il ritorno a casa di Harold Pinter, Molto rumore per nulla di William Shakespeare e Salomè di Oscar Wilde. È stato regista collaboratore di Matthias Langhoff al Teatro Nacional di Santa Cruz, in Bolivia, e di Davide Livermore al Turkistan Muzikalik Drama Teatri in Kazakistan e alla Sydney Opera House. Nella sua attività di traduttore ricordiamo lavori da testi contemporanei e classici, per diversi allestimenti del Teatro Nazionale di Genova e altre compagnie (Poker di Patrick Marber; L’angelo di Kobane di Henry Naylor, Maria Stuarda La Congiura del Fiesco a Genova di Friedrich Schiller; Othello di William Shakespeare).

A maggio 2025, subito dopo EQUUS, debutterà a Catania La Chunga che conclude la trilogia dedicata a Mario Vargas Llosa dopo I racconti della peste e Appuntamento a Londra (dal 9 al 18 maggio; produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro di Roma – Teatro Nazionale). 

All’attività di regista, traduttore e attore teatrale affianca quella di attore televisivo e cinematografico.

Incontri e attività a corollario

Sono previsti una serie di incontri nei licei della città di Genova e giovedì 3 aprile – ore 17 – Teatro Eleonora Duse: Intorno a Equus di Peter Shaffer | La sessualità perduta e la fine dell’altro nei giovani oggi – il regista Carlo Sciaccaluga in dialogo con Pietro Ciliberti, psichiatra forense e Presidente ligure della Società Italiana di Psichiatria.

EQUUS: da martedì 25 marzo a domenica 6 aprile; consigliato per un pubblico a partire dai 16 anni: martedì, mercoledì e venerdì – 20h30; 

giovedì e sabato – 19h30; domenica – 16h00

Info e biglietti

telefono 010 5342 720; e-mail teatro@teatronazionalegenova.it; biglietti@teatronazionalegenova.it

Teatro Eleonora Duse

Via Nicolò Bacigalupo, 6
Genova, IT 16122 Italia
+ Google Maps
010 534 2300