Michele Placido porta Luigi Pirandello sul grande schermo della Festa del Cinema di Roma
Eterno Visionario è un film di Michele Placido sulla vita, quella privata, familiare, meno nota di Luigi Pirandello. Presentato alla Festa del Cinema di Roma durante la terza giornata, dalla proiezione della mattina e dalla conseguente conferenza stampa emerge il grande investimento attorno alla realizzazione di questo progetto. Quello sentimentale, soprattutto da parte del regista, autoidentificatosi nello stesso Pirandello. Quello che ha permesso un’alta qualità di scenografia e costumi, così come quello di un’idea originale e interessante. Nonostante ciò, però, qualcosa non convince del tutto.
A partire dal 1934, quando Luigi Pirandello riceve il premio Nobel per la Letteratura, il film propone una narrazione destrutturata della vita dell’autore, concentrandosi sugli aspetti della sua vita privata. Eterno Visionario indaga il rapporto conflittuale con i figli, vittime di un padre assente e di una madre con crisi psicotiche frequenti. Indaga la passione per Marta Abba; un amore rimasto esclusivamente platonico ma che rese l’attrice un’ispirazione ossessiva per l’arte di Pirandello. Racconta la nascita e la realizzazione di uno spettacolo inizialmente controverso, ma oggi capolavoro, intitolato Sei personaggi in cerca d’autore. Indaga infine il profondo senso di inadeguatezza e decadimento che Pirandello sentiva appartenergli, nonostante i numerosi riconoscimenti quando lui era ancora in vita.
Nel film narrata la malattia mentale e il tabù che ha portato a costruire un’immagine delle stesse e conseguentemente dei manicomi, largamente distante dalla realtà. Lo stesso fa il film, con un’interpretazione di Valeria Bruni Tedeschi esplosiva e quasi caricaturale nel suo essere drammatica. Un’immagine che impatta violentemente con la superficie ma lì si ferma. L’attrice, che aveva già vestito i panni di Antonietta Portulano (nel film di Bellocchio La Balia sempre con il collega Bentivoglio), sottolinea come il suo personaggio le risulti molto lucido e coerente. La sua interpretazione della malattia, così manifesta e sregolata, è volta a far scontrare il pubblico con la paura della follia. Una paura che tutti hanno, dettata proprio dal riconoscimento di una piccola dose di legame con essa.
Durante la sua esistenza Pirandello approfondì, proprio per via delle sue vicende private, la dimensione psicologica dell’essere umano, risultando uno dei primi scrittori ad avvicinarsi alle teorie di Freud. Ma proprio perché l’arte permea e condiziona l’artista in ogni suo angolo, anche quello più buio, le sue opere sono costruite anche grazie alla sensibilità al tema. E forse è per questo che ha saputo narrare brillantemente dell’umanità, tanto da confermarsi uno dei più grandi scrittori italiani.
Pirandelliano significa complesso e l’etimologia della parola è legata proprio alla difficoltà di comprensione delle sue opere. Lo studio di questo autore, da generazioni, è obbligatorio in tutti i programmi scolastici. Lo sceneggiatore, Matteo Colluria, in particolare nel libro a cui si ispira il film, sottolinea quanto la vita privata di Luigi Pirandello venga sempre subordinata alle sue opere in sede di insegnamento. Questa apparente difficoltà, nata dal poco contatto umano, le allontana dalla realtà e quindi anche dal loro interesse e dalla loro comprensione.
Eterno Visionario racconta proprio il talento di Luigi Pirandello nell’anticipare i tempi confermandosi quindi con le sue opere, generazione dopo generazione, sempre incredibilmente attuale. Un talento che si lega a una profondità emotiva propria di una storia privata faticosa. La sua immaginazione, la sua creatività e la sua indagine negli abissi della miseria umana sconvolsero prima gli attori e poi gli spettatori. Non è detto però che, nella narrazione di una personalità così complessa, la pretesa di una rappresentazione che indaghi nella profondità emotiva, ne garantisca anche la piena riuscita nella ricezione del pubblico.
___________________________________
Eterno Visionario un film di Michele Placido – Sceneggiatura: Michele Placido, Toni Trupia e Matteo Colloria – Con Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni tedeschi, Federica Vincenti, Michele Placido – Scenografie: Tonino Zera – Costumi: Andrea Cavalletto – Musiche: Oragravity – Nei cinema dal 7 novembre