L’intervista impossibile alla diva che per oltre un decennio ha regnato nel genere creato appositamente per lei: L’ Aqua Musical
Tutti quelli della mia generazione che salutavano finalmente le ristrettezze e gli orrori della seconda guerra mondiale dicendo addio a quel fascismo autarchico anche in campo cinematografico, vederla nuotare sullo schermo in coppia olimpionica con il leggendario Tarzan americano, John Weissmuller all’Aquacade di San Francisco dove, applauditi dal pubblico, nuotavano fra spettacolari coreografie per otto, nove ore al giorno, ci faceva venire voglia di nuotare, nuotare e ancora nuotare.
Quando poi da sola, bella, elegante, bionda con un fisico da cartolina, fra musiche e sorrisi smaglianti fra balletti e coreografie mozzafiato, diventò sugli schermi nella Hollywood targata Mgm, la major del leone che ruggisce la “bellezza al bagno” più sexy del mondo, la sua popolarità esplose facendoci innamorare di lei di pari passo al successo dei suoi film e noi tutti, maschietti e femminucce, magri come grissini in cura alimentare post bellica fra banane e olio di fegato di merluzzo, scoprimmo anche il fascino delle piscine e soprattutto la voglia di nuotare avendo negli occhi solo lei, che sfoggiando sullo schermo “nuotando”, sorrisi in technicolor si affermava nei cinque continenti con il nome all’anagrafe di Esther Jane Williams nata a Inglewood l’8 agosto del 1921,conosciuta universalmente come Esther Williams.
Diventata celebre in quella mondo patinato popolato di star come Cary Grant, Gary Cooper, John Waine, Errol Flynn, Ginger Rogers e Fred Astaire e le giovanissime Rita Hayworth e Ava Gardner. La stessa Hollywood che riportava nei cinema italiani il “sogno americano”, vedendola ballare nell’acqua in film cuciti su di lei come La figlia di Nettuno, La duchessa dell’Idaho, La sirena del circo o La ninfa degli antipodi.
Esther Williams dimostrò non solo di essere un’attrice ma contagiò il pubblico anche nell’ Italia del boom economico a ritrovare la voglia di nuotare e soprattutto a ritrovare la voglia di frequentare o addirittura possedere una piscina. E così dopo l’ennesimo film nel 1955 dal titolo Annibale e la vestale fu il grande mecenate del cinema italiano l’editore miliardario Angelo Rizzoli che la scritturò con una cifra in dollari a sei zeri, come madrina per l’inaugurazione con un “tuffo” passato alla storia della bellissima piscina di acqua di mare, fiore all’occhiello dell’esclusivo Hotel Regina isabella che Rizzoli aveva fatto costruire a Lacco Ameno di Ischia, “buen ritiro” del gran mondo del cinema, dell’industria e della cultura fra i quali Elizabeth Taylor e Richard Burton, impegnati a Cinecitta nelle riprese del colossal Cleopatra , Charlie Chaplin e poi Totò, Vittorio De Sica, Anna Magnani fresca di Oscar per La rosa tatuata , Gina Lollobrigida e tanti altri.
Nella memoria di chi ha amato Esther Williams, sullo schermo restano film come Joe il pilota regia di Victor Fleming, Luna senza miele, La matadora” e Ti avrò per sempre” diretti da Richard Thorpe o Il grande spettacolo di James B. Clark fra questi divenne “cult” anche il docufilm acquatico a lei dedicato dal titolo Ziegfeld follies, ma soprattutto visto e rivisto ancora oggi sulle pay tv Bellezze al bagno.
Con la licenza paziente e benevola del mio direttore ad arricchire la “galleria” delle mie interviste impossibili, ho immaginato di intervistare Esther Williams sul bordo di quella piscina di acqua di mare dell’Hotel Regina Isabella a Lacco Ameno di Ischia; lei più bella che mai, appena uscita sorridente dall’acqua che accetta un bicchiere di fresca limonata di cedri, felice di essere tornata in Italia dopo essere stata a Roma ospite in una trasmissione di Paolo limiti e soprattutto golosa della cucina romana.
Le piace più la cucina italiana o gli italiani?
Non sono dissociabili. É il perfetto matrimonio della natura, come Ischia, la Costiera amalfitana, le trattorie sul mare a Nerano, la gioia di vivere e la cultura napoletana e naturalmente il mare.
Il nuoto è stato tutto per lei
Vede, puoi allenarti in piscina o al mare e sudare, ma nell’acqua non puzzi, sei senza peso, senza età e scopri che l’acqua è un mezzo molto sexy, altrimenti mi spieghi perché la gente entra volentieri in un idromassaggio.
Signora Williams, dopo l’addio al cinema non ha mai abbandonato il nuoto insegnando ai bambini ciechi a non aver paura dell’acqua.
A quei bambini ho fatto capire che l’acqua è l’habitat ideale per tutti e con qualsiasi condizione. Tutti veniamo dall’acqua e il nuoto è l’unica attività che puoi praticare senza farti male.
Lei è riuscita a trasformare l’acqua in un palcoscenico.
Diciamo che per me la piscina è stata un po’ come il ghiaccio per un pattinatore. Nel 1940 arrivai con le mie medaglie ai Giochi Olimpici, avevo già conquistato il titolo di campionessa della costa del Pacifico nei 100 metri s.l.
Bella, sportiva affascinante, con il successo a Hollywood arrivarono anche gli scandali.
Hollywood vive di scandali, c’è qualcuno che dice che gli scandali sono il “sale” del cinema. Quello più chiacchierato nei miei confronti fu una mia presunta relazione con Cary Grant. A chi a quell’epoca massaia o attrice, non avrebbe desiderato averla.
Ben quattro matrimoni il più longevo dei quali con l’attore latino americano Fernando Lamas.
Sono stata una donna fortunata, li ho amati tutti. Sono la mamma felice dei loro figli e ho avuto tre carriere entusiasmanti: L’esperienza agonistica con l’incredibile gioia di vincere, la carriera cinematografica con tutto i glamour, vera soddisfazione per l’ego, ma era come la meringa sulla torta e infine ill mio matrimonio con Fernando Lamas durato ben 22 anni m che ha rappresentato il ripieno, come le mele nella torta.
Che cosa è stato allora il cinema nella sua vita.
Intanto un’ottima fonte economica, ma devo precisare che comunque non è il cinema a copiare la vita, la verità è che ci sono vite che sono già un film, anzi tanti film, uno dopo l’altro tra commedie e tragedie, divertimento e dolore. Sono stata la madrina di un genere cinematografico inedito per l’epoca quello del musical acquatico girato in technicolor fra inedite riprese subacquee e cineprese sott’acqua, fra esibizioni e acrobazie che facevano sognare il pubblico e dimenticare la guerra.
Oggi quel suo stile di balletto nell’acqua è diventato una specialità olimpica.
Si il nuoto sincronizzato. Sono stata invitata una volta a far parte della giuria colpita dalle espressioni tese delle concorrenti. Mi sono alzata e battendo le mani gli ho gridato: «Ragazze, sorridete, siate felici, siete in piscina».
Mi sono distratto solo un attimo per prendere un’altra limonata e lei nel frattempo sorridendomi si era tuffata con uno tuffo cinematografico nuotando con il sole che tramontava su quella piscina battezzata dalla sua bellezza. E come scrive Chiara Bianchi nel suo bel libro Il canto della fortuna, rivivendo la cronaca di quell’evento a Lacco Ameno di Ischia: “Tutti gli ospiti sono in piedi, le coppe di champagne, gli occhi di tutti puntati sulla star di tanti film come quando si tuffò da un elicottero da 30 metri di altezza mentre gli invitati scandiscono il conto alla rovescia. Tre, due, uno ed Esther Williams come una libellula con uno splash appena udito, sparisce nelle acque salate di quella piscina cinematografica per poi riemergere meravigliosa fra gli applausi avvolta in un elegante accappatoio bianco, come nel finale di un film. “