Ogni lunedì di novembre va in scena al teatro T di Roma “Eros” di Marco Maltauro.
Eros Alesi, detto Pasticca, è un giovane poeta romano. Impasticcato, dimenticato e non voluto, si getta dal Muro Torto il 31 gennaio del 1971. Le sue parole, incise sui fogli che incorniciano il suo corpo al ritrovamento, ora riecheggiano tra gli spettatori.
La sua voce, che tanto fu ignorata nel corso della sua vita, viene finalmente ascoltata grazie a Fabio Maffei. Maffei non presta solo la voce, ma anche il corpo e l’anima in una performance toccante e coinvolgente. Un giovane poeta, incompreso, abbandonato a se stesso, con una situazione familiare difficile. Le parole che pronuncia sono tutte tratte dagli scritti originali del giovane, che nel corso della sua breve vita, tra droghe e vagabondaggio, domande esistenziali e abbandoni, chiedeva solo una cosa: essere amato.
Il pubblico si rispecchia nei suoi tormenti, un giovane che non ha ancora trovato la sua strada, sta cercando il proprio posto nel mondo mentre tenta di fare pace col passato e con le ingiustizie ricevute.
“Perché ti hanno generato senza il tuo permesso? Perché devi amare? Perché devi morire? Perché verrai accatastato nel bidone della monnezza?”
“Eros” è la messa in scena di un “Io” tanto complesso e profondo quanto incompreso e solo.
In contrapposizione a quest’ anima sofferente il farmacista Orlandi, interpretato da Fabrizio Amicucci, unica nota di invenzione nel racconto da parte di Maltauro. Orlandi, voce di una società cinica e indifferente, non vede altro che i propri interessi. Ha fretta, vuole andare al lavoro, chiede di spostare il corpo il più in fretta possibile, cosa ci vuole in fondo, era solo un tossico. Non si preoccupa che quel corpo potesse avere una storia, che fosse il figlio di un padre abusivo, di una madre sottomessa, un’anima delicata che in fondo chiede solo di essere vista.
La musica dal vivo accoglie gli spettatori e li catapulta da subito nell’immaginario che Maltauro ha scelto per mettere in scena le ultime ore di vita del poeta romano. Fabio Gagliardi e Martina Lupi riescono a creare un’atmosfera onirica con tanto di effetti live che accompagnano lo spettacolo, sempre puntuali come la colonna sonora di un film.
‘Eros’ è uno spettacolo commovente e toccante che porta il pubblico a empatizzare con il giovane poeta, a vederlo finalmente così come egli stesso avrebbe voluto essere visto.