di Miriam Bocchino
Una storia di dolore, la ricerca della verità e un incontro inaspettato: questi gli ingredienti del primo romanzo di Piccarda Morganti “Enigma Vintage”.
L’opera, che è ispirata alla passione dell’autrice per il mondo dell’antiquariato, ha per protagonista Giulia, una ragazza appena trentenne, dal carattere curioso e dinamico. La donna dedica la sua vita alla ricerca di oggetti da acquistare che, successivamente, vende online, tenendosi a distanza dalle relazioni sentimentali che per lei hanno sempre un epilogo sfortunato.
Durante lo svolgimento della sua professione incontra l’affascinante Stefano, nipote della signora Marsello, un’anziana donna dalla quale acquista alcuni vecchi oggetti, tra cui due bambole. In una di esse Giulia scoprirà un enigma: nell’imbottitura individuerà, infatti, una chiave e un codice segreto, entrambi custodi di una storia sfortunata, di un dolore profondo e di un amore “ucciso” tra i cespugli e le spine.
La scrittura dell’autrice, nonostante sia leggera e lieve, cela una storia di tormenti e segreti inconfessabili. L’amore in “Enigma Vintage” viene rappresentato nella sua forma più crudele e aberrante: nel bisogno di “tenere l’altro legato a sé” privandolo della libertà e dei suoi pensieri.
Giulia avvalendosi dell’aiuto di Stefano si interrogherà sul mistero celato dietro la chiave rinvenuta, scoprendo che la bambola, un tempo, era in possesso di un’amica scomparsa della signora Marsello, Rosa, moglie del signor Luigini, un uomo dal carattere ostico e freddo.
Il lettore viene trascinato in un’altra vita, nell’esistenza di Rosa, rinchiusa nella sua gelida casa con un unico luogo a darle sicurezza: la biblioteca. Quest’ultima nasconde un mistero, terrificante e agghiacciante: la donna ha da sempre vissuto la propria vita con la consapevolezza di dover nascondere la propria natura, fingendo di essere “altro” per poter sopravvivere. L’invidia e la gelosia hanno reso Rosa “un fantoccio dell’esistenza”, raggomitolandola in un amore che era solo parvenza.
“Enigma Vintage” è un romanzo che unisce elementi di giallo con altri confacenti alla letteratura rosa: questo è un suo limite, in quanto, nella lettura dell’opera, non si percepisce l’esigenza di conoscere in modo approfondito alcuni aspetti della vita intima di Giulia giacché la storia di Rosa, intrisa di dolore e sofferenza, è in grado da sola di conquistare il lettore.
Il romanzo è, sicuramente, un ottimo punto di inizio per la carriera letteraria di Piccarda Morganti, che, con questo primo libro, ha dimostrato di possedere la “penna” necessaria per incuriosire e far trascorrere ore di piacevole lettura.
In desideri repressi perché impossibili ma pur, tuttavia, manifesti, attraverso il disegno e le parole, scorre la vita di una donna che del dolore ha fatto esistenza e pur nella sofferenza ha lasciato una traccia di presenza.