Mentre il film di Jacques Audiard incassa ben cinque statuette al gala degli EFA, attesa per il film che ricorda un eroe dimenticato: Nicola Calipari
Poco prima della sua dipartita da questo mondo chiesi a Marcello Mastroianni se anche lui come oggi molti suoi colleghi avrebbe fatto il regista. Lui con il suo solito garbo e l’inconfondibile ironia del romano di razza mi rispose: «Fare il regista vuol dire innanzi tutto convincere sé stessi, poi il produttore, l’amante del produttore, la moglie, la zia, la cameriera ma soprattutto il pubblico!».
Intanto a Lucerna in occasione dell’ultima edizione degli Oscar europei del cinema (EFA), applausi per la straordinaria affermazione di Emilia Pérez del regista Jacques Audiard che si è aggiudicato anche l’Award come miglior film, migliore sceneggiatura, montaggio, regia e interpretazione femminile all’attrice transgender Karla Sofia Gascón in competizione anche per gli Oscar, insuperabile nel ruolo di un potente boss del narcotraffico messicano che ha ritirato il premio elegantemente vestita d’azzurro in omaggio ai colori europei. Un riconoscimento che ha voluto dedicare alla madre e a tutte le “madri sottovalutate”. «Chiedo ai genitori di amare i figli perché ci sono famiglie che li preferiscono addirittura criminali piuttosto che gay». Per la miglior interpretazione maschile premiato il ventitreenne guineano Abou Sangare, protagonista del film Souleymanes story che ha battuto i quotatissimi Daniel Craig (Queer) e Ralph Fiennes (Conclave).
Delusione infine per la regista bolzanina Maura Delpero alla sua seconda opera come autrice con Vermiglio designata a rappresentare l’Italia ai premi Oscar a Hollywood e fra qualche giorno (il 17) sapremo se riuscirà a entrare nella short list per far parte dei cinque film finalisti. La Delpero non ha mancato l’occasione per lamentarsi per l’assenza di aiuti provenienti dai fondi speciali del ministero previsti per i film indipendenti in corsa per gli Oscar per un bellissimo film che ha battuto la concorrenza tra i quali Parthenope di Sorrentino. Una delicata storia rurale ambienta nel 1944 in Trentino che ha conquistato pubblico e critica anche alla Mostra del cinema di Venezia nonostante disponesse del budget più piccolo. Consolatoria, si fa per dire la sua candidatura ai Golden Globe che si terranno il prossimo gennaio a Beverly Hills dove spiccano anche Isabella Rossellini per Conclave e Luca Guadagnino per Challengers. Forse aveva ragione Mastroianni che per fare il regista bisogna essere tagliati…
Sugli schermi invece quasi in sordina, vedremo sceneggiato da Sandro Petraglia, diretto da Alessandro Tonda e interpretato da Claudio Santamaria Il nibbio, un film coraggioso dedicato a un uomo coraggioso, Nicola Calipari alto dirigente del Reparto Ricerche del Sismi che in una operazione segreta dei Servizi sacrificò la propria vita per salvare quella della giornalista de Il Manifesto Giuliana Sgrena, rapita in Iraq da una cellula terroristica mentre si recava in macchina all’aeroporto di Baghdad
Un film per valorizzare come il più delle volte operano certi apparati dello Stato per salvaguardare la vita dei nostri concittadini lontano dai riflettori, come fece Calipari, vittima suo malgrado di un omicidio o se preferite un’esecuzione a causa del fuoco incrociato dei soldati americani che presidiavano il tratto dell’autostrada verso lo scalo della capitale irachena e che resta ancora oggi senza risposte. Nel cast anche Sonia Bergamasco nel ruolo della Sgrena e Anna Ferzetti in quello di Rosa Calipari.
Foto copertina: web