Su di lei sono state spese tante parole, non sempre positive, ma quel che è certo è che la notizia della sua morte ha toccato anche i cuori più duri. Molti pensavano di non assistere mai all’annuncio di ieri nel tardo pomeriggio “La Regina Elisabetta II è morta”.
Una donna, una Regina da record, un’icona
Elisabetta II ha segnato un’epoca e si spegne nell’anno del suo Giubileo di platino, settant’anni di regno. Queen Elizabeth II, affettivamente Lilibet, è salita al trono nel 1952 anno in cui Winston Churchill era Primo Ministro inglese, Batista con un colpo di Stato conquistava il potere a Cuba, la Rai iniziava le prime trasmissioni e in Bolivia fiammeggiava la rivoluzione sociale.
Per raccontare quello che ha visto e vissuto servirebbe un’enciclopedia, quindi in questo umile omaggio mi auspico di riassumere (almeno in parte) quanto abbia influenzato la cultura popolare.
Il successo e l’affetto popolare della Regina nascono proprio dalle sue scelte radicali, dal suo mettersi in gioco e dall’ironia che l’ha sempre distinta e che l’ha portata a girare lo sketch di apertura delle Olimpiadi di Londra nel 2012 con l’ex James Bond Daniel Craig e i suoi amati Corgi.
Dalla decisione di trasmettere in televisione la sua incoronazione in quel 2 giugno del 1953 (per la prima volta nella storia) ai messaggi di vicinanza in occasione del lockdown per il Covid-19, la Sovrana si è sempre imposta nel cuore degli inglesi e non solo, divenendo un simbolo, un’icona pop.
Icona di stile, carica di carisma, rigore e ironia, la Sua Maestà è stata d’ispirazione in tanti campi culturali, dall’arte figurativa, alla musica, passando dal cinema e ovviamente anche al piccolo schermo.
Elisabetta II e la musica
La colonna sonora di questi settant’anni di regno è stata mutevole, rivoluzionaria e spesso contrastante. Non è un segreto che la musica fosse una delle passioni della Sovrana come ha dimostrato in più occasioni.
Basti pensare a quel 26 ottobre 1965 quando la giovane Regina decise di insignire del titolo di baronetti i quattro ragazzi di Liverpool, i Beatles, scatenando una serie polemiche.
Nel corso dei decenni Elisabetta II ha onorato altri artisti di differenti titoli quali Member of British Empire (fra gli ultimi Ed Sheeran), o anche Commendatori e Cavalieri come Cliff Richard, Elton John, Tom Jones, Mick Jagger e Sting. Ed è solo dello scorso anno la notizia che ha fatto tanto scalpore dell’acquisto dei diritti d’autore di oltre 24mila brani da parte della Regina.
Ma la Sovrana ha anche ispirato canzoni controverse e immortali, anche dissacranti come God save the queen dei Sex Pistols o anche The queen is dead degli Smiths. Da non dimenticare ovviamente anche Rule nor reason di Billy Bragg.
Il Giubileo di platino della Regina, il 4 giugno di quest’anno, è stato celebrato anche da una lunga serie di star della musica: I Queen, Alicia Keys, Andrea Bocelli, i Duran Duran, Elton John, Diana Ross, Rod Stewart e molti altri.
Cinema e Serie TV
Per quanto riguarda la settima arte e il piccolo schermo, la regina Elisabetta II è stata rappresentata in numerosi film e serie tv, e per le attrici che l’hanno interpretata è sempre stata una grande sfida. Non sono bastati sicuramente i costumi per riuscire a rappresentare un animo così imponente.
Uno degli esempi cinematografici più rappresentativi è sicuramente The Queen (2006) con la regia Stephen Fears e la sceneggiatura di Peter Morgan. Pur concentrandosi sulla morte di Lady Diana e sugli effetti pubblici e mediatici a seguito di ciò, il film dà un’immagine completa della sovrana, mostrandola come una monarca che segue le regole, ma che è pronta a mettersi in gioco. Helen Mirren riesce a restituire un’immagine dignitosa e umana della Regina in un momento cruciale della storia della monarchia con un’interpretazione che la porterà a vincere l’Oscar come migliore attrice protagonista.
Non possiamo pensare al piccolo schermo senza che in automatico il pensiero vada a The Crown, la serie-evento di Netflix che ha appassionato il mondo alle storie della monarchia britannica.
Nelle prime due stagioni a dare volto alla giovane sovrana è Claire Foy, che dà un tocco di grazia e grande personalità al personaggio nei primi anni del matrimonio, seguiti dalla morte del padre Re Giorgio IV e la salita al trono. Grazie a questo ruolo l’attrice si aggiudica nel 2016 Golden Globe nella sezione “miglior attrice in una serie drammatica” e uno Screen Actors Guild Award nella stessa categoria. Nella terza e quarta stagione vi è invece Olivia Colman, che porta rigore e carattere al ruolo, portando avanti la storia negli anni più maturi del regno, con l’arrivo di Lady Diana e il confronto con Margaret Thatcher. Anche Colman vince un Golden Globe come “miglior attrice in una serie drammatica” per questo ruolo. Nelle prossime stagioni il ruolo sarà interpretato da Imelda Staunton.
L’arte e la regina
Anche il mondo dell’arte non è rimasto esente dal rappresentare la Sovrana che è stata musa di grandi artisti come Andy Warhol, Annie Leibovitz, Lucian Freud, George Condo, Cecil Beaton e Pietro Annigoni.
Il primo ritratto dell’allora principessa è un acquerello di Philip de László, che la rappresenta seduta, con un abito bianco e un cesto di fiori.
Fra le più note rappresentazioni della regina ovviamente ricordiamo le già citate di Annigoni e Warhol.
Annigoni, artista italiano, realizzò il ritratto della regina dopo sedici sessioni, e scelse di immortalarla in un ambiente esterno per rappresentare il suo amore d’infanzia legato all’osservazione delle persone e del traffico dalla sua finestra.
“Queen Elizabeth II of the United Kingdom” è il titolo dell’opera che Andy Warhol dedica ad Elisabetta II nel 1985, anno in cui iniziò l’ambizioso portafoglio di serigrafie intitolato “Regine regnanti”. Elisabetta II, la regina Margherita II di Danimarca, Beatrice dei Paesi Bassi e la regina Ntombi dello stato africano dello Swaziland sono le protagoniste di questo progetto.
Per quanto riguarda la Regina d’Inghilterra le sue stampe si basarono sulla fotografia ufficiale scattata da Peter Grugeon al Castello di Windsor il 2 aprile 1975 e pubblicata per il Giubileo d’argento nel 1977.
È importante ricordare anche che in tutta la sua vita Elisabetta II è stata anche un’importante fautrice e sostenitrice dell’arte e ha dato voce e spazio a numerosi artisti. Basti anche pensare alla Royal Collection, la raccolta d’arte della famiglia reale che conta una collezione di oltre un milione di oggetti d’arte fra dipinti, acquerelli, ceramiche, oggetti preziosi, tendaggi, arazzi e libri antichi.
La sovrana lettrice
Ovviamente anche il mondo letterario non è esente da citazioni e omaggi, biografie e tentativi di riassumere la figura della grande monarca.
Diverso e rappresentativo dell’humor inglese che tanto amava la Regina è un libricino di meno di cento pagine di Alan Bennett, La sovrana lettrice.
In questa storia di fantasia lo scrittore immagina una sovrana cambiata da un evento imprevisto: la scoperta e successiva dipendenza dai libri. E tutto ciò con ripercussioni sul suo entourage, sui sudditi, sui servizi di sicurezza e su chiunque intraprenda una conversazione con lei.
Elisabetta II, l’iconica sovrana
Riassumere l’incidenza culturale che un personaggio come Sua Maestà la Regina Elisabetta II può aver avuto nei sette decenni di regno è un’impresa epica.
Quello che si evince dagli articoli a lei dedicati, alle opere che si ispirano a lei e ai vari omaggi è sicuramente che il successo e l’affetto ottenuto dalla sovrana va ben oltre il suo ruolo. Sì, è stata l’unica regina inglese che la maggior parte di noi ha visto regnare, ma c’è ben altro.
Elisabetta II è stata in grado di conquistare l’affetto popolare grazie alla sua personalità, una donna in un mondo declinato al maschile, grazie alle sue scelte a partire dall’amore per Filippo, un principe squattrinato, alla decisione di rendere fruibili a tutti le cerimonie ufficiali, all’ironia, allo stile unico e gioioso.
Ieri si è chiusa una parentesi della storia che dai giornali finisce direttamente nei libri, ma si è spenta anche la regina di tutti noi.