Coniato da Gabriele D’Annunzio durante la Grande Guerra diventa una preziosa guida per ricordare le tante canzoni che hanno accompagnato gli italiani in quegli anni.
In occasione dei 100 anni della radio è uscito nel 2024, per i tipo di Baldini+Castoldi, il volume Eiar Eiar alalà scritto da Franco Zanetti e Federico Pistone con contributi di Riccardo Bertoncelli, Francesco Guccini e Vincenzo Mollica.
Il libro è costituito da un’antologia di canzoni che spazia in un arco cronologico ben più ampio di quanto indicato nel titolo: iniziando con L’inno a Roma del Maestro Giacomo Puccini e terminandolo in piena guerra nel 1944
Le schede di ogni brano, che costituiscono la gran parte del libro, presentano una breve storia della canzone arricchita da uno sguardo storico sugli avvenimenti politici che vi avvenivano contemporaneamente.
Il volume è arricchito poi da una interessantissima intervista/conversazione tra Franco Zanetti a Francesco Guccini in cui il cantautore ricorda la canzone italiana degli anni affrontati nel libro. Ne emerge un colloquio frizzante e dagli esiti tutt’altro che scontati.
Tramite un QR code a fine libro è possibile accedere all’ascolto di alcuni brani registrati dal Trio Sorelle Marinetti di cui è presentata una sintetica biografia. Si tratta di una delle più importanti e affermate formazioni vocali di swing italiano che prendono a modello le sorelle Lescano, il più celebre Trio vocale dell’Eiar.
Il libro è un’opera divulgativa, non essendo presenti riferimenti bibliografici. Nonostante ciò si percepisce la consultazione di studi, oggi considerati datati, come le schede del Fonografo italiano di Paquito Del Bosco e Storia della canzone italiana di Gianni Borgna oltre che pubblicazioni più autorevoli e ancora attualissime come gli studi del fine conoscitore del jazz italiano Adriano Mazzoletti.
Eiar Eiar alalà è un lavoro intriso di molta storia del costume, utilizzando le canzoni come pretesto per raccontare l’Italia del tempo. La scelta di non adottare un filtro ideologico permette agli autori di affrontare le canzoni con maggiore obiettività, restituendo al lettore un quadro più sfumato e complesso del periodo fascista.
Rispetto alla visione ideologizzata di Gianni Borgna, che non mancò di affermare nella sua Storia delle canzone italiana che le Lescano fossero «gracili e smunte», le schede del libro Eiar eiar alalà esprimono parole di apprezzamento nel confronti del Trio affermando addirittura che la loro interpretazione di Tulipan sia migliore di quella incisa dalle contemporanee statunitensi Andrews Sisters. L’alta considerazione nei confronti delle artiste va però a cozzare con un errore manifesto, ossia il fatto di aver indicato come data di inizio della loro carriera discografica l’anno successivo a quello in cui sono state in realtà costrette ad interromperla. Non già nel 1943, ma nel 1936 (febbraio, per la precisione) va rintracciato il loro esordio su disco – tristemente concluso nel 1942 (poco dopo l’acquisizione della cittadinanza italiana).
Trattandosi di un volume dedicato ai 100 anni della radio, tranne un rapido accenno ai celebri Quattro Moschettieri di Angelo Nizza e Riccardo Morbelli e al cosiddetto Topolino radiofonico, ci stupisce non veder menzionate le altre trasmissioni che caratterizzavano la programmazione dell’ente radiofonico. Eiar Eiar alalà ci lascia così con un interrogativo: qual è stato il vero impatto delle canzoni del periodo sulla radio? Un quesito a cui il libro non fornisce una risposta definitiva, ma che invita a riflettere sul potere della musica come strumento di influenza e di consenso.