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Edipo Re: nella voragine della psiche 

Al Teatro romano di Ostia Antica Luca De Fusco porta una rilettura moderna e visionaria dai connotati surrealisti e noir, ma al contempo fedele al testo classico e interpretata da un magistrale Luca Lazzareschi.

La luce accecante della verità in una rilettura del classico che spazia dal surrealismo al thriller psicologico. Nel cuore della classicità latina, in quella cornice di storia e incanto che è il Teatro romano di Ostia Antica, dal 2 al 6 luglio va in scena Edipo Re di Luca De Fusco. Il Teatro di Roma approda tra le rovine della romanità per riportare in vita in chiave moderna e classica al contempo una delle tragedie più solenni dell’antichità. A dominare la scena Luca Lazzareschi, che interpreta ben quattro personaggi: Edipo, Tiresia, il nunzio e il servo di Laio. 

Manuela Mandracchia e Luca Lazzareschi

Un ottagono bianco si erge imponente al centro del palco. Unico elemento scenografico, come un televisore proietta immagini e personaggi, nonché   una luce abbagliante su cui si staglia l’ombra di Edipo in apertura e chiusura.

Una città che affonda nell’oscurità e non riesce a riemergere perché una verità è stata offuscata e condanna la bellezza al degrado, la luce alle tenebre. È la storia di Edipo, sovrano di Tebe, che per salvare la sua città da una terribile pestilenza, attribuita dagli oracoli alla volontà di Apollo, intraprende un’indagine dai risvolti inaspettati. L’unico modo di liberarla da questo male infatti è punire l’assassino di Laio, il precedente re. Così Edipo giura che chiunque questo sia verrà esiliato e allontanato senza pietà e lo maledice. Tuttavia Tiresia, il veggente, gli rivela una scomoda verità che lui rifiuta e che lo porta a diventare sospettoso e paranoico verso tutti coloro che lo circondano: ad aver ucciso Laio è proprio Edipo. Per dimostrare di essere nella ragione il Re indaga nel passato, fino a sollevare dalle macerie del tempo verità raggelanti.

Edipo deve salvare la sua città, ma per farlo dovrà confrontarsi con oscuri vaticini e con un segreto sepolto dentro di lui. Il testo di Sofocle commuove e folgora per la sua capacità di anticipare la psicoanalisi moderna e descrivere i turbamenti di un essere umano che ha rimosso la propria verità e che fino all’ultimo non riesce, nonostante la grande intelligenza che lo contraddistingue normalmente, a cogliere il disegno generale che collega ogni cosa su cui sta indagando. 

Luca Lazzareschi dà corpo e voce alla disgregazione dell’individuo attraverso quattro personaggi che dialogano tra loro grazie al mezzo audiovisivo. Il tono di Edipo è solenne e severo, tuona con naturalezza e profondità tra le rovine di Ostia Antica, senza eccedere mai, senza apparire declamatorio o enfatico, ricercando un sottile equilibrio tra modernità e classicità. Lazzareschi conferisce a Edipo l’autorevolezza che si concerne a un sovrano, accentuando però i moti inquieti dell’animo, facendo trasalire il pubblico da un passo all’altro dell’indagine quasi poliziesca che porta avanti. Una recitazione che marca con spontaneità e sofisticatezza la sottile componente perturbante del personaggio. È un Edipo che emana complessità e tenebrosità, le cui parole suonano inclinate da segreti e rimozioni, la cui tracotanza rimbomba  come un invito a distogliere da lui lo sguardo di chi ricerca il colpevole. Se Edipo ha un fare sinistro e torbido che si percepisce nelle retrovie della sensibilità, in modo dunque non subito evidente, come una sensazione che striscia nell’anima pian piano, 

Tiresia, il servo di Laio e il messaggero che viene da Corinto, che appaiono solo in video, si distinguono per l’apparenza e l’atteggiamento sfacciatamente lugubri. Tiresia è l’oscuro portatore di verità, in un mondo dove l’oscurità è fonte di sapienza e la luce inganno. Come su un altalena, Tiresia oscilla nel cielo da figura spettrale e macabra, degno personaggio degli horror più memorabili e raffinati. È associato ai corvi e ha una prospettiva diversa sulla vita, che ingloba anche gli oscuri segreti dell’animo. Il confronto tra Tiresia e Edipo suona così come un confronto tra Inconscio e Super Io. Poi c’è il nunzio di Corinto con la sua risata maligna, apparentemente amico di Edipo, ma che dietro il suo sorriso inquietante e destabilizzante sembra nascondere anche lui torbidi segreti di cui forse è cosciente. Infine il servo di Laio, intimorito dalle ripercussioni della verità, glaciale e sfuggente, razionale e assennato.

Ad affiancare la straordinaria, sfaccettata e camaleontica interpretazione di Luca Lazzareschi è Manuela Mandracchia nel ruolo di Giocasta. La sua interpretazione è intensa e commovente, viscerale ed elegante. La sua risata rivolta alle profezie divine risuona maestosa, ma presto si tramuta in sgomento e terrore. Una recitazione anche la sua misurata e naturale, intima e coinvolgente.

Sullo schermo ottagonale le immagini si susseguono imperterrite. Figure che osservano, giudicano o che rappresentano la frammentazione dell’identità. Enigmatiche e misteriose, evocano i dipinti surrealisti. Ci sono nello spettacolo anche molti richiami al noir e al cinema novecentesco, nonché alla loggia di Twin Peaks e all’Uomo Misterioso di Strade Perdute per la risata raccapricciante, lo sguardo maligno e l’abito elegante. I costumi sono moderni e da cerimonia, dall’eleganza solenne e austera. Pochi attori sulla scena, spoglia, che si nutre del fascino del Teatro romano di Ostia Antica.

Luca Lazzareschi e Paolo Serra

Un solo elemento scenografico astratto e geometrico, il quale rimanda a una fusione tra classicità e contemporaneità, che a sua volta leggiamo in ogni dettaglio di questa ammaliante rilettura di Luca De Fusco. C’è la volontà di rendere palese la modernità sconcertante del testo di Sofocle, che non esige nessuno sforzo per essere collegato alla psicoanalisi e all’arte novecentesca per la sua capacità di inabissarsi nei fondali della psiche umana. Questo Edipo Re è affascinante, quasi ipnotico, sublime, devastante. Visionario e magnetico, proietta nella dimensione inconsistente ma abissale dell’interiorità umana per un disperato viaggio alla ricerca di sé stessi e del proprio posto nella storia del Cosmo.

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Edipo Re di Sofocle – adattamento e regia Luca De Fusco – traduzione Gianni Garrera – Con: con Luca Lazzareschi (Edipo, Tiresia, Servo di Laio, Nunzio), Manuela Mandracchia (Giocasta), – Paolo Serra (Creonte), Francesco Biscione (1 Corifeo), – Paolo Cresta (Secondo nunzio e 2 Corifeo), Alessandro Balletta (3 Corifeo) – aiuto regia Lucia Rocco – scene e costumi Marta Crisolini Malatesta – disegno luci Gigi Saccomandi – musiche Ran Bagno – creazioni video Alessandro Papa – assistente alle scene Francesca Tunno – assistente ai costumi Laura Giannisi – trucco Bruna Calvaresi – Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale – Teatro Romano di Ostia dal 2 al 6 luglio 2025

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