Presentato nella sezione Danza del Campania Teatro Festival di Napoli, Échos di Mathilda May è uno spettacolo tutto movimento e suono che piuttosto che essere visto in un classico teatro andrebbe allestito in una grande piazza, senza poltrone con tanto spazio per consentire agli spettatori di ballare e lasciarsi coinvolgere dalla messa in scena.
Perché Échos è uno spettacolo talmente emozionante e coinvolgente che restare seduti in poltrona per un’ora e dieci minuti è impossibile.
Échos esprime tutta la potenza musicale e coreografica del rapper Sly Johnson, ex membro del gruppo musicale Saïan Supa Crew. In questo spettacolo Sly indossa la veste di attore e cantante per creare attraverso il beatbox live una partitura ritmica che dialoga in simbiosi con suggestive creazioni video interpretate da una figura di donna che dorme e sogna i mondi onirici creati dal suono di Sly. Quest’ultimo nella messa in scena è come una sorta di spiritello che vive nei sogni della donna e rischia continuamente di svegliarla. I due interagiscono solo nel mondo onirico. Un mondo che ripropone l’immaginario della stessa autrice Mathilda May.
Quello che si instaura tra la dormiente e la figura di Sly è un incontro d’amore sensoriale e immersivo che mescola improvvisazioni musicali, performance visive e la videoarte con la poesia sonora per condurre lo spettatore nei ritmi della nostra vita intima e definire l’universalità delle emozioni.
Il viaggio inizia dolcemente e poi prende un ritmo sempre più incalzante e dinamico in cui veniamo presi per mano e invitati a ballare, il nostro animo viene cullato dapprima con calma e poi con ritmi sempre più dinamici e coinvolgenti, per questo dal mio punto di vista il lavoro è adatto anche all’aperto e in contesti non deputati, site specific e simili.
La scena è praticamente vuota per lasciare spazio anche all’immaginazione e vi troviamo nel buio solo la loop station e Sly che esegue suoni improvvisati in quel momento e che quindi sono esclusivi per quella esibizione e non un’altra. Il velatino posizionato davanti all’interprete ci mostra la dormiente che viene disturbata nel suo sonno dai suoni che riproduce lo spiritello (Sly). La figura della donna si frammenta poi in diversi dettagli, la bocca, la mano, i piedi e ciascuno interagisce con Sly.
Inizialmente sono due mondi separati che in alcuni momenti si incontrano e possono farlo solo nel sogno, Echos è come una storia d’amore in un sogno, un mondo non mondo in cui due innamorati, lei più forte, lui piccolo vicino a lei e un po’ impacciato si esplorano e si conoscono attraverso un tocco leggero e la musica. In alcuni momenti tutto questo li porta sullo stesso piano e sono uguali.
Il viaggio di Sly Jhonson ci fa sognare, ci culla come una ninna nanna ma a un certo punto fa crescere la musica dentro di noi e ci viene voglia di muoverci. Al termine del viaggio si esce dalla sala come nel risveglio di un sogno o da una seduta di ASMR.