L’11 settembre 2022 è morto a Madrid lo scrittore Javier Marias che tra pochi giorni avrebbe compiuto 71 anni.
Se ne va una personalità centrale per la cultura spagnola, in primis, ma sicuramente anche per il mondo intero. Traduttore , giornalista, saggista, in breve grande uomo di cultura, intendendo per cultura quel sapere, quel pensiero comune che formano l’essere europei.
Discepolo prediletto del filosofo José Ortega y Gasset, nato il 20 settembre 1951 in una famiglia di intellettuali anti-franchisti, era curioso di tutto, dal cinema alla filosofia, dalla narrativa alla storia.
Per anni professore universitario a Oxford e in seguito al Wellesley College nel Massachusetts, è tuttavia la letteratura che lo appassiona e la narrativa il suo mezzo espressivo.
Vasta la sua produzione letteraria, dagli esordi nel 1971 con “Los dominios del lobo” via via con titoli che vengono tradotti in tutti i paesi e vincono premi letterari, segnando una pietra miliare nella letteratura spagnola e mondiale.
Tra i titoli più conosciuti in Italia “Un cuore così bianco” (1992), dove già affronta un tema che lo appassiona: l’indagine psicologica delle relazioni umane e familiari, così ricche di risvolti e segreti.
Via via seguono “Il tuo volto domani” (2002), “Gli innamoramenti” (2011), “Così ha inizio il male” (2014), Berta Isla (2017, “Tomas Nevinson” (2021) il suo libro più recente, pubblicato da Einaudi.
Ho volutamente tralasciato il suo titolo forse più famoso in Italia, “Domani nella battaglia pensa a me” Einaudi (1994), non solo perché è il più conosciuto ma anche perché lo ritengo esplicativo dello stile di Javier Marias. A cominciare dal titolo, ripreso da una citazione di Shakespeare, dal Riccardo III , la maledizione che la regina Anna scaglia sul re che l’ha fatta uccidere : “Tomorrow in the battle think of me, and fall thy edgeless sword; despair and die!”.
La storia è ambientata a Madrid nei nostri giorni, narrata da Victor Francès, sceneggiatore che ci porta all’interno dei personaggi, dell’animo umano con grande profondità, seguendo un artificio narrativo un po’ noir, la morte improvvisa di una donna appena conosciuta, con la quale ha una notte di amore fugace che segna la sua vita, morendo tra le sue braccia, con il figlio piccolo nella stanza accanto e il marito in viaggio di affari. Lo stile ironico, diretto e profondo allo stesso tempo, sono le sue caratteristiche. Impossibile staccarsi una volta che si sia iniziato a leggere la prima pagina di un libro di Javier Marias.
“Nessuno pensa mai che potrebbe ritrovarsi con una morta tra le braccia e non rivedere mai più il viso di cui ricorda il nome. Nessuno pensa mai che qualcuno possa morire nel momento più inopportuno anche se questo capita di continuo, e crediamo che nessuno se non chi sia previsto dovrà morire accanto a noi.”
Javier Marias vince numerosi premi letterari, scrive articoli, saggi e porta avanti un’intensa attività di traduzione, Thomas Hardy, Laurence Sterne, Robert Louis Stevenson, Joseph Conrad, Winston Churchill…….
Insomma un vero intellettuale a tutto tondo, di quelli che fanno apprezzare il pensiero europeo, la nostra comune cultura stratificata nei secoli, resa grande da personaggi, storie e pensieri che si sono intrecciati, sedimentati, influenzati.
Uno scrittore da rileggere se si è amato o da scoprire se non si è mai letto.