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Dracula diretto da Luc Besson: un amore oltre i confini del sacro

Dracula – L’amore perduto” interpretato da un magnetico Caleb Landry Jones, arriva al RoFF20 per portare l’intensità di un dramma romantico in chiave fantasy-horror

Presentato in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, il nuovo film di Luc Besson affronta il fascino di un amore tormentato che sfida la vita e la morte. Sprazzi di bellezza ancorati a un gusto baroccheggiante e sensazionalistico, un postmoderno che cita e rielabora ma senza forse la giusta moderazione e incisività.

Il rischio è quello di strafare nel non necessario ed essere manchevoli nella solidità e coesione delle fondamenta visive di un’opera che mescola un po’ troppo sfacciatamente i generi, intessendo di punte di commedia nera il dramma fantasy tratto dal romanzo di Bram Stoker e dalle leggende e fonti storiche su Vlad III di Valacchia, detto L’Impalatore per la sua abitudine di impalare i nemici. La bellezza estetica del film, che in alcuni momenti emerge prepotentemente, rischia di avere il sapore dell’artificio e del kitsch, di non arrivare con genuinità e soprattutto di non riprodurre sufficientemente l’atmosfera vittoriana che Francis Ford Coppola e Neil Jordan (Intervista col vampiro) hanno ricreato con dedizione maniacale nei propri film.

Particolare enfasi, come è giusto che sia, sulla tematica romantica dell’amore tra Dracula e Elisabetta/Mina, tuttavia rischiando una ridondanza didascalica, senza tra l’altro riuscire a trasmettere quella sensualità ricercata ed esibita e quell’intesa appassionata che ci si aspetta. C’è da dire che però funzionano la dolcezza di uno sguardo innamorato e l’epicità struggente del sentimento del cuore che Besson innalza a base emotiva del film grazie all’interpretazione raffinata e sensibile di Caleb Landry Jones. La sua delicatezza empatica e fuori dal tempo si riversa sui fotogrammi in cui è presente portando una ventata di bellezza e profondità. Un attore che dà volto all’ineffabile oscuro con disarmante spontaneità, che riesce a turbare e inquietare anche in tutta la sua bellezza fisica. Un’anima gentile che si confronta con i reami tenebrosi dell’occulto, un’unione di opposti efficace e ipnotica.

Ad arricchire il cast decisamente in positivo è anche Christoph Waltz con il suo prete dalla battuta sempre pronta nella compostezza ed eleganza che lo contraddistingue. Un rigore smussato da una sofisticata e avvolgente ironia da cui è difficile non lasciarsi conquistare. Infine da citare la nostra Matilda De Angelis che si distingue con un’interpretazione eccentrica che crea uno stimolante connubio tra vulnerabilità ed effervescenza, affidandosi a un battito compulsivo di denti e a una risata isterica che si propaga con una forza esplosiva e dimostrando ancora una volta di essere un’attrice davvero internazionale.

Ci sono richiami a Profumo Storia di un assassino e al Gobbo di Notre Dame disneyano. Poi ovviamente c’è il confronto sottointeso con i vari Nosferatu e soprattutto con la versione di Coppola di Dracula, di certo più austera e ricercata, magnetica fino al punto da poter essere definita sublime. La trama del Dracula di Luc Besson approfondisce l’epicentro tematico dell’amore ampliandone lo spazio narrativo. Esteso l’antefatto che determina la trasformazione del Principe Vladimir in Dracula, ovvero la guerra nel XV secolo contro gli infedeli e la morte di Elisabetta con il conseguente atto sacrilego che trasforma il difensore di Cristo in vampiro.

Besson insiste sullo stile di Dracula e sullo charme modaiolo, mettendo tra l’altro in campo un concentrato di forze per realizzare i 2000 costumi del film. L’attenzione cromatica si riversa nell’abbigliamento dei personaggi assecondando un simbolismo legato alla loro psiche: Dracula indossa abiti viola, ambigui e controversi come la sua non anima, Mina azzurri come la sua innocenza, Maria rossi come la sete di sangue che la anima. La colonna sonora è di quel grande compositore che è Danny Elfman, che non smette mai di regalare emozioni ed evocare altri mondi o caratterizzare personaggi inverosimili e poetici, che ci parlano di una bellezza a cui possiamo aspirare nella nostra quotidianità, trasformando la realtà in sogno.

Un film con una produzione importante e delle intenzioni nobilissime, in parte rispettate ma davvero certe scelte sono state migliorative? Il film innanzitutto cosa aggiunge al mito di Dracula? Possiamo dire che di sicuro la risoluzione finale è molto interessante e che il riscatto dell’eroe romantico, che il Dracula di Luc Besson si rivela, è il pilastro portante e convincente di un film che nella scelta del suo attore protagonista e nelle sfumature emotive del personaggio che interpreta trova già il senso di esistere.

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Dracula – L’amore perduto – Regia e sceneggiatura: Luc Besson – Con: Caleb Landry Jones, Zoë Bleu, Christoph Waltz, Ewens Abid, Matilda De Angelis, Guillaume De Tonquédec, Romain Levi, Raphael Luce, Bertrand-Xavier Corbi, Ivan Franek, Jassem Mougari – Musiche: Danny Elfman – Montaggio: Hugues Tissandier – Fotografia: Colin Wandersman, Vincent Richard – Produzione: Luc Besson Production, EuropaCorp, Ciné+OCS – Paese: Francia, Gran Bretagna – 2025 – Festa del Cinema di Roma 24 ottobre 2025




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