Dopo Mad Max, Miller tra regina di Saba e il re Salomone con Tilda Swinton in versione “Indiana Jones”.

Tremila anni di attesa sono quelli che vive a Cannes il premio Oscar Tilda Swinton, nell’omonimo spettacolare film visto fuori concorso al festival diretto da George Miller regista, produttore e sceneggiatore australiano, famoso per aver diretto la serie di Mad Max. Considerato a ragione con George Lucas un caposaldo della fantascienza post apocalittica cresciuta a pane e Azimov, il regista torna a Cannes a distanza di sette anni da Mad Max Fury Road,  per presentare un coinvolgente viaggio fra passato e futuro attraverso l’avventura visionaria di una strepitosa Tilda Swinton nei panni di una studiosa di storia antica (un po’ come Harrison Ford in Indiana Jones), che in viaggio verso Istanbul, resuscita da un’antica bottiglia di profumo comprata da un rigattiere  un “genio”, come  la vecchia cara fiabesca lampada di Aladino,  una delle fiabe che da bambini ci ha regalato tanta meraviglia.

Interpretato dall’attore di colore Idris Elba (visto in Quasi amici), il genio gli offre tre desideri in cambio della libertà, ma è soltanto l’inizio di un film che trasporta lo spettatore nei meandri dei libri di storia mischiando con l’aiuto di spettacolari effetti speciali il passato e il presente attraverso un sogno che improvvisamente diventa realtà con tutti i misteri ed i paradossi di una magnifica fiaba.  Un film incantevole, che proietta lo spettatore direttamente nell’infanzia, quando da bambini prima di coricarci leggevamo Ivanhoe, Ventimila leghe sotto i mari o Le mille e una notte“, affascinati da personaggi che, seppur irreali, ci sembravano assolutamente familiari.

In concorso per la Palma d’oro abbiamo visto l’attesissimo Triangle of Sadness del regista svedese Ruben Östlund, interpretato da Harry Dickinson e Charibi Dean nel ruolo di una famosa coppia di influencer ,un po’ come i nostri Fedez e la Ferragni, invitati sullo yacht di un potente uomo d’affari per una crociera di lusso. All’inizio tutto sembra piacevole e “instagrammabile”, ma la coabitazione forzata provocherà reazioni incontrollate appesantite da un’inaspettata e violenta tempesta. Ma è solo un pretesto per mettere in evidenza l’incomprensione e l’edonismo come l’espressione che usano i chirurghi plastici quando devono intervenire sulle facce per indicare una zona del viso fra gli occhi. Accanto a loro Woody Harrelson (Proposta indecente, I maghi del crimine, Zombieland).

L’altro film in concorso è R.M.N. del pluripremiato regista rumeno Cristian Mungiu considerato uno dei migliori autori della così detta nuova nouvelle vague, uno delle voci più importanti del cinema contemporaneo che a Cannes ha conquistato numerosi riconoscimenti, fra cui nel 2007 la Palma d’oro per il film 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni.

Si narra la storia di un uomo che ritorna nel suo villaggio natale in Transilvania dopo anni di lavoro in Germania ritrovando parte del suo passato e delle tradizioni perdute.Il modo in cui Mungiu analizza i problemi del suo paese attraverso le relazioni sociali, emotive e romantiche dei suoi personaggi fanno di R.M.N un film molto atteso.

* Critico cinematografico e letterario, giornalista, dal 1976 inviato speciale RAI (TG1, TG2, TG3, TG3 Regionale, Rete Uno, Rete Due, Rete Tre) per Cinema, Spettacolo, Costume.

Cinema & TV
Elena Salvati

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