don juan in soho

Don Juan in Soho: un Molière contemporaneo arriva all’Ivo Chiesa di Genova

Da Molière a Patrick Marber, il mito del Don Giovanni arriva al Teatro Nazionale di Genova con Don Juan in Soho diretto da Gabriele Russo con una produzione della Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini; in scena al Teatro Ivo Chiesa dal 20 al 22 gennaio.

Un principio che è una fine. Così inizia questo viaggio nella vita di un Don Juan contemporaneo, libertino, lascivo e insaziabile. Giace senza vita e imbavagliato, per poi risorgere e dar il via alla cornucopia di personaggi che invaderanno la sua vita.


Un po’ come su una giostra, a uno a uno appaiono i personaggi che andranno ad arricchire (o meno) la vita di questo Don Giovanni narcisista ed egocentrico: e così ci vengono presentati il fedele Sten, l’inconsapevole Elvira, Pete, Lottie, un Vagabondo, il Padre, una Statua, Ruby, Mattie, Colm, Aiace, tutti uniti in un carosello di emozioni da condannare e condividere.


Magistrale il gioco di pedane roteanti (e oggetti calanti) – a cura di Roberto Crea – e di luci – a cura di Salvatore Palladino – che hanno contribuito a rendere lo spettacolo perfettamente studiato nella sua coreografia e statuaria dinamicità, dando spesso l’impressione di star osservando una fotografia.
Uno spettacolo che a un primo e poco attento sguardo potrebbe nascondere i propri valori dietro un’etichetta di “politicamente scorretto”, ma che in realtà si mostra come una finestra aperta sulla contemporaneità, su ciò che di finto, recitato, squallido ci sia nella vita: lo fa forzando una riflessione sull’edonismo e sulla disperata ricerca del piacere come parametri d’impostazione quotidiana

Ma è anche una sfida a un Dio senza nome, una sfida che parte dalla sua resurrezione, continua con il suo libertinismo e il “sesso, droga e rock ‘n’ roll”, e poi con l’esortazione alla bestemmia, il continuo non dar valore alle minacce della resa dei conti, il nichilismo e la disillusione.
Le scelte registiche di Gabriele Russo rendono tutto lo spettacolo coperto da un velo di voluto grottesco, di una caricaturale reazione alla vita, che si palesano nei personaggi estremizzati e innaturali, nelle scene perfettamente studiate, nei dialoghi quasi surreali, ma assolutamente vivi.


Il cast nella sua coralità rende perfettamente la variopinta schiera di personaggi che caratterizzano quest’opera in tutte le sue versioni. Il Don Juan portato in scena da Daniele Russo è la perfetta rappresentazione di quello che Don Giovanni potrebbe essere nella società contemporanea, e la calzante interpretazione nelle sue sfumature e i suoi eccessi porta lo spettatore a provare sentimenti contrastanti nei suoi confronti, dal pietismo al distacco. Noemi Apuzzo rende merito al celeberrimo monologo di Elvira, riportandolo in una dimensione contemporanea, viva e palpabilmente sofferta.

Questo Don Juan in Soho è un adattamento del Dom Juan ou Le Festin de pierre di Molière che Patrick Marber ha portato in scena nel 2016 al Wyndham’s Theatre di Londra, che sceglie Soho, quartiere londinese noto per la sua multiculturalità e la movida, come luogo per dar vita a questa nuova interpretazione del Don Giovanni.

Quasi due ore di risate (talvolta amare), cenni di assenso, sbigottimenti, apprezzamenti, terminati con calorosi e sinceri applausi.

DON JUAN IN SOHO
Di
Patrick Marber
Ispirato al Don Giovanni di Molière
Produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
Traduzione a cura di Marco Casazza
Regia Gabriele Russo
Interpreti Daniele Russo e con in o.a. Alfredo Angelici, Noemi Apuzzo, Gaia Benassi, Claudia D’Avanzo, Gennaro Di Biase, Carlo Di Maro, Sebastiano Gavasso, Mauro Marino, Alfonso Postiglione, Arianna Sorrentino, Gianluca Vesce
Scene Roberto Crea
Costumi Chiara Aversano
Disegno luci Salvatore Palladino
Progetto sonoro Alessio Foglia