Raccontare con le fotografie le personalità dark dei locali romani
Ancora qualche settimana per poter visitare al Museo di Roma in Trastevere la mostra Dino Ignani. 80’s Dark Rome, accessibile dall’11 settembre fino al 12 gennaio 2024 e curata da Matteo Di Castro. La personale è ricca di scatti fotografici ad opera del maestro Dino Ignani, realizzati tra il 1982 e il 1985, prevalentemente nella capitale. Siamo negli anni ’80 in cui in Europa si stava sviluppando la scena “dark”. Entrare negli spazi destinati al divertimento, tempo fa non era semplice ma è grazie al talento se si è riusciti a inoltrarsi nelle discoteche o nei video-bar fra cui il Piper, il Black out, Teatro Spazio Zero, Uonna Club, Olimpo, Supersonic, Angelo Azzurro, X-Club, Venice, che di sera proponevano spettacoli dedicati a chi si riconosceva nel movimento.
Si tratta di una corrente di pensiero che si ricollega alla penombra malinconica della musica new wave e post-punk. L’idea di chiudersi dentro il proprio mondo interiore e allontanarsi dalla socialità, se non per condividere stili di vita omologati fra persone che appartengono a sfumature valoriali di un certo tipo, è stimolante da indagare artisticamente. Infatti, le fotografie sono per la maggior parte in bianco e nero per riconciliarsi con il tono misterioso dei volti dei protagonisti degli scatti, stampati su pellicola in un effetto vedo e non vedo lampante.
Nei corridoi si scorgono i giovani che animavano la mondanità dell’epoca, specialmente coloro che adoravano mettersi in posa davanti a un obiettivo. Fra di loro vediamo in tutto il suo splendore, Porpora Marcasciano, figura storica del movimento LGBTQ, un’attivista e scrittrice che faceva parte della comunità trans romana. Un enorme collana vistosa le ricopre la pelle nuda e incastonandola nelle pietre la rende eterna. Passando a un altro ambito di attività, è presente anche la musicista e cantante statunitense di origine greca Diamanda Galás. La donna ha gli occhi contornati da un ombretto scuro, per restare in tema con le nuances neutre, fortemente sovversive nello scontrarsi tra di esse.
La modalità di ripresa visiva del fenomeno è il ritratto, quindi nelle immagini vediamo dei volti molto ravvicinati. Dalla bocca, dallo sguardo, dal naso e dai capelli si congiungono linee invisibili che come le scie luminose delle costellazioni uniscono i punti che danno forma e proporzioni alle differenti fisionomie. Questo permette di andare in profondità e scovare in ogni profilo un segno riconoscitivo che rende dettagliata l’identità dei diretti interessati. L’espressività diventa la carta da giocarsi per non venire dimenticati in quanto esseri umani, al di là di ciò che pensano gli altri.
É importante ricordarci di tendere sempre la mano verso chi ha bisogno di aiuto senza costruire muri d’odio privi di significato. Un tale percorso espositivo serve per riaffermare i diritti lasciati ai margini dell’attenzione civile, che oggi alcuni fanno fatica a sorreggere sulle proprie spalle. Dietro alle fotografie si sente la voce di chi ha respirato l’aria di rivoluzioni per emanciparsi dagli stereotipi legati all’orientamento sessuale o all’identità di genere, di pari passo con le contestazioni delle ondate femministe dell’epoca. Così, il visitatore supera il bivio che si apre al cospetto della paura e dell’intelligenza, conducendosi verso l’apertura mentale. Il viaggio fra le istantanee circoscrive un emerito sostegno alla conoscenza.
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Dino Ignani. 80’s Dark Rome 1982 – 1985 – A cura di Matteo Di Castro – Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – Servizi museali Zètema Progetto Cultura – Da martedì a domenica ore 10.00 – 20.00 – 24 e 31 dicembre 10.00-14.00 – Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura – Giorni di chiusura: lunedì e 25 dicembre – Museo di Roma in Trastevere dall’11 settembre 2024 – 12 gennaio 2025