Dialoghi, Monologhi e Amenità: La vitalità del teatro

Ieri sera al Teatro Basilica, festa di apertura della nuova stagione

Il Teatro Basilica di Roma ha inaugurato la sua sesta stagione ieri sera con una serata condotta da Antonio Calenda, consulente artistico del teatro, e Alessandro Preziosi, attore che ha collaborato a lungo con lui, cementando un rapporto artistico e professionale di reciproca stima. L’evento è stato un susseguirsi di racconti e ricordi, arricchiti da monologhi magistralmente interpretati dallo stesso Preziosi. Il tema della nuova stagione del Teatro Basilica è dedicato al pubblico, racchiuso nella parola chiave “Persone”. Partendo dalla lettura interpretativa de L’ Arte della commedia di Eduardo De Filippo, i due protagonisti hanno ripercorso la storia recente del teatro italiano, riflettendo su come il mestiere dell’attore sia cambiato negli anni 2000.

Alessandro Preziosi

Il teatro, sottolineano, è diverso dalle altre arti come il cinema, la fotografia o la pittura, che offrono allo spettatore un’immagine visiva. In teatro, invece, ogni spettatore crea la propria fantasia, stimolata dalle parole del poeta e dall’interpretazione dell’attore. Il pubblico percepisce ciò che vede e ascolta attraverso il proprio stato d’animo, costruendo così una personale immagine di verità. Questo perché, come afferma Eduardo de Filippo, “a teatro la suprema verità sarà sempre la suprema finzione”. Il Teatro Basilica, con la sua semplicità scenografica, si adatta perfettamente a una drammaturgia essenziale, dove lo spazio diventa parte integrante della rappresentazione. Durante la serata, Calenda e Preziosi hanno condiviso aneddoti della loro collaborazione, iniziata 25 anni fa. Un momento cruciale di questo sodalizio è stato un provino per Amleto, dove Preziosi interpretò con tale intensità Caligola, che Kim Rossi Stuart, presente al provino, esclamò immediatamente: Prendiamolo! Da quel momento, hanno avuto inizio una serie di importanti collaborazioni che hanno segnato la carriera di Alessandro Preziosi.

I due artisti hanno riflettuto su come il teatro sia un lavoro atipico, che richiede enormi sacrifici su diversi fronti, non solo economici e professionali, ma anche personali. Preziosi ha descritto la vita dell’attore come “scalare una montagna”: faticosa ma, una volta raggiunta la vetta, offre una profonda soddisfazione. Calenda ha poi evidenziato come la formazione giuridica di Preziosi abbia arricchito il suo approccio attoriale, permettendogli di cogliere le sfumature nascoste dietro ogni battuta. Il diritto, infatti, lo ha allenato a interpretare le variabili di significato, donando una profondità speciale alle sue interpretazioni. Preziosi, conclude Calenda, è un attore generoso, che si dona completamente alla scena, e nel teatro la fedeltà è una qualità nobile. Preziosi ha raccontato anche alcuni episodi legati al Teatro di Siracusa, dove per interpretare Agamennone, correva dietro le quinte per poter entrare in scena già stanco. L’ansia di restituire la fatica del personaggio lo ha portato a lavorare su sé stesso, per poi scoprire, col tempo, che il segreto della grande recitazione è proprio quello di sparire da sé stessi, dimenticando precisioni e congetture mentali, lasciando emergere il personaggio in modo naturale. 

La serata si è conclusa poi con una toccante lettura di una lettera che Eduardo De Filippo scrisse alla morte di Totò, un omaggio commovente a un’amicizia autentica, interpretata con passione da Alessandro Preziosi.

Antonio Calenda e Alessandro Preziosi ieri sera al Teatro Basilica

Il prossimo appuntamento al Teatro basilica, sarà domani, 28 settembre, per la festa di apertura della nuova stagione, durante la quale verranno letti i testi realizzati in occasione del progetto P.s. Prima stesura, ideato da Pier Lorenzo Pisano e finanziato dal Comune di Roma.