Inaugurata la mostra “Depero mito Presente” al Museo RISO, Museo d’arte Moderna e Contemporanea, a Palermo, omaggio al Maestro roveretano Fortunato Alberto Lorenzo Depero [1892 – 1960] uno tra i più prolifici e poliedrici esponenti del secondo Futurismo italiano. Curata da Nicoletta Boschiero, in collaborazione con il MART di Rovereto, la mostra è visitabile al primo piano del Museo Belmonte RISO, dal 4 ottobre 2022 al 15 gennaio 2023.
Diretto da pochi mesi da Maddalena De Luca, si percepisce la voglia del Museo RISO di tornare ad essere protagonista in città, a livello nazionale ed internazionale. “Depero mito Presente” è promossa e organizzata dal Museo RISO, in collaborazione con il MART di Rovereto: un plauso va ad Alberto Samonà, presente durante l’inaugurazione della mostra, Assessore regionale ai Beni culturali e all’ Identità siciliana; e a Calogero Franco Fazio, Dirigente generale del Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.
La mostra è un’occasione straordinaria per ripercorrere la carriera dell’artista in un progetto curatoriale, di Nicoletta Boschiero, che mette in risalto tre importanti interventi artistici del Maestro Fortunato Depero; i Balli Plastici (1918), il Cabaret del diavolo (1922) e infine la pubblicità in relazione al soggiorno dell’artista a New York (1928-30). Una piccola e preziosa appendice è dedicata, all’interno della mostra, al viaggio di Depero in Sicilia nel 1926, quando l’artista fu ospite dell’amico futurista Guglielmo Jannelli.
Depero fu sicuramente un artista trasversale e rivestì diversi ruoli secondo quanto ideato nel manifesto Ricostruzione futurista dell’universo (G. Balla e F. Depero), nel quale si identifica una tendenza a estendere la propria azione in ogni campo artistico. Nel Cabaret del diavolo, inaugurato da Filippo Tommaso Marinetti il 19 aprile 1922, Depero realizza decori, arredi, tarsie in panno, sarà l’artista che ricoprirà diversi ruoli, quali progettista, arredatore e decoratore.
“Depero è contemporaneo, un po’ come Andy Warhol” sostiene Vittorio Sgarbi, critico e storico d’arte, saggista e politico, durante la conferenza al RISO: “è un autore che prende il linguaggio futurista e lo applica al commercio, alla comunicazione, quindi effettivamente è una figura centrale della modernità. C’è un’attualità ulteriore in Depero, di cui anche questa mostra, così diversa da quella di Rovereto, ne è la testimonianza, una grande attualità!“
Tra il 1928 e il 1930 Depero, con la moglie Rosetta, approda a New York dove può mettere in pratica le sue competenze nel campo della grafica, del design e della decorazione d’interni, in una dimensione internazionale. Spinto dal desiderio di confrontarsi con la modernità e forte della convinzione che l’ambiente newyorkese lo avrebbe accolto con favore, apre subito la filiale americana della Casa d’Arte, la Depero’s Futurist House, e inizia una serrata campagna di produzione, con eventi, locandine e manifesti. Sono di questo periodo i suoi studi per le copertine di Vogue e Vanity Fair, gli arredi per il Ristorante Zucca, la varietà delle opere esposte per la sua personale alla Guarino Gallery. A causa della crisi economica del 1929, Depero fu costretto a rientrare in Italia e a tornare al teatro e alla pubblicità. Collaborerà con il Roxy Theatre dell’ impresario Leon Leònidoff, disegnerà copertine e illustrazioni per celebri riviste come Vogue, Vanity Fair, The New Yorker; tra Futurismo e gusto Déco, in voga negli Stati Uniti.
Al Museo RISO sono esposti i Balli Plastici, del 1918, presentati al Teatro dei Piccoli a Roma. Il primo tentativo per il Maestro del Futurismo, in collaborazione con Gilbert Clave, di sostituire l’attore tradizionale con le marionette animate dalla compagnia Giorno d’Acqua. La presenza scenica, emozionale e mimica degli attori, ballerini e performer, è sostituita dai gesti e movimenti delle marionette di legno, che si muovono sulle musiche di Casella, Malipiero, Bartok e Tyrwhitt. In mostra la ricostruzione, a cura di Enzo Cogno, è del 1980.
Qual è l’esigenza di portare Depero, a Palermo, oggi? Interviene Vittorio Sgarbi, durante la conferenza stampa, “tutto quello che avviene per la grandezza di Depero, fuori da Rovereto, a me sembra giusto, legittimo e logico. La mostra di Palermo è la prova che lo spirito di Depero non è uno spirito locale. il Futurismo trova in Depero la sua figura più riuscita, più articolata, più dinamica e più attuale. Era giusto rimetterlo in circolazione come emblema del Futurismo, credo che questa sia l’operazione più articolata che abbiamo fatto, da questa si è generata la mostra di Mantova e le altre mostre“.
“Depero trova la sua più grande espressione nell’arte applicata, quindi è un artista impuro, è un artista contaminato” continua Vittorio Sgarbi “d’altra parte il nostro tempo è un tempo contaminato, non possiamo dire che ci sia in lui una forma di promozione della propria intimità, lui è soltanto estroverso ed estroflesso, la sua intimità non c’è. Non gli importa di affrontare il dramma dell’uomo, non è un uomo turbato, è un uomo della modernità nel senso più diretto, immediato e applicato“.
In mostra anche il famoso libro imbullonato “Depero futurista”, considerato il primo “libro futurista” del movimento. Pubblicato nel 1927, è un manifesto programmatico di arte totale di Depero, tramite un tablet sarà possibile sfogliare e consultare digitalmente le pagine interne, di solito non fruibili. Tra teatro, marionette, video, esempi di proto design, Depero in mostra al Museo RISO è testimonianza di quanto Palermo è una città che sta crescendo e che sa fare rete.