Sul palcoscenico del Teatro Duse di Genova arrivano le storiche parole di Alcide De Gasperi, «l’uomo che era ed è antifascista», primo capo di governo dell’Italia repubblicana.
Lo spettacolo si presenta in una sala in cui è presente un pubblico ottimisticamente eterogeneo: dai fedeli frequentatori del teatro che si salutano con un “che bello trovarti sempre al Duse”, a liceali esortati alla partecipazione da insegnanti da salvaguardare, studenti forse non completamente consapevoli del valore storico dell’opera a cui stanno per assistere.
In una scena (a cura di Daniele Spanò) che ha un che di familiare misto a istituzionale, dominata da una bandiera nera che incombe come monito e memoria di ciò che è stato, trova dimora Paolo Pierobon nei panni di Alcide De Gasperi insieme alla figlia, Maria Romana (Livia Rossi).
L’intera messinscena si struttura come un alternarsi di celebri discorsi e di dialoghi tra De Gasperi e altri quattro personaggi: la figlia Maria Romana, il presidente del Partito Comunista Palmiro Togliatti (Emiliano Masala), l’ambasciatore americano in Italia James Clement Dunn (Giovanni Crippa) e un giovane di Matera (Francesco Maruccia).
Lo spettatore in sala ha modo di essere testimone della potenza dei discorsi degasperiani e dell’utopia democratica di cui si è fatto portavoce e sostenitore, grazie ai dialoghi con i personaggi scelti in scena, ma anche attraverso la riproposizione di estratti da celebri discorsi: dal pulpito dell’Assemblea Costituente, a Montecitorio, arrivando alla Conferenza di pace a Lussemburgo fino al Consiglio Nord Atlantico del 1951. Viene raccontato attraverso questo alternarsi di dialoghi e discorsi, il percorso interiore del politico italiano ed europeo, dagli anni della formazione del Patto Atlantico fino alla nascita dell’Europa che oggi conosciamo e viviamo.
«I luoghi in cui avvengono i dialoghi sono simboli della nostra storia – affermano Rifici e Demattè – e rispecchiano lo spazio interiore sempre privato e sempre pubblico, caratteristico dello statista».
De Gasperi: l’Europa brucia porta in questo modo in scena un importante frammento di storia italiana attraverso luci e ombre dell’uomo e dello statista che è stato Alcide De Gasperi, un uomo che ha aderito al suo compito politico al punto da non vedere più i confini tra sé e la nazione, di cui si è caricato il peso e diventandone poi, inevitabilmente, artefice e vittima. «Parlare di De Gasperi per me significa guardare dal tempo presente, attraverso una lente sul passato, ad un possibile futuro» afferma il regista Rifici.
Scelta simbolica e semantica molto interessante è data dalla presenza di una bandiera (come accennato prima) che domina la scena e che, col giusto intervallo, sventola. La scelta peculiare e vincente sta nel sostituire questa bandiera: prima nera, poi rossa, poi bianca, legando così a questo cambio di colori l’evoluzione e il cambiamento della storia del Paese.
Il cast scelto rende omaggio alla storicità e allo spessore dei personaggi: immenso Paolo Pierobon riesce a trasmettere la complessità dell’uomo e del politico, coinvolgendo ed emozionando, così come Giovanni Crippa, Emiliano Masala, Livia Rossi e Francesco Maruccia.
Le scelte registiche e drammaturgiche danno alla rappresentazione un valore storico ed emotivo molto incisivo, che travolge il pubblico in sala di una nuova o rinnovata consapevolezza.
In questa rappresentazione viene resa evidente l’importanza che si deve dare, fondamentale per De Gasperi nella costruzione dei suoi discorsi, alla scelta delle singole parole, in quanto possono cambiare l’intero significato di un messaggio.
Ed è così che per descrivere questo spettacolo scelgo con attenzione due parole: una è “utile”, riprendendo anche accenni delle parole stesse di Alcide, e l’altra è “necessario”.
La storia italiana repubblicana, la Storia che i nostri nonni hanno visto nascere, i nostri genitori hanno visto concretizzarsi e noi stiamo vivendo, è forse quella meno conosciuta in termini di cultura generale e uno spettacolo così ben costruito come questo è utile e necessario per divulgare parte di quel che è alla base di ciò che oggi è la nostra nazione. Una Storia che si forma all’indomani degli anni del fascismo, e di tutto ciò che ha rappresentato, e che è stata costruita dalle lotte di chi, come De Gasperi, si è fatto portavoce di un messaggio democratico e antifascista.
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De Gasperi: l’Europa brucia di Angela Dematté – regia Carmelo Rifici – con Paolo Pierobon, Giovanni Crippa, Emiliano Masala, Livia Rossi, Francesco Maruccia – scene Daniele Spanò – costumi Margherita Baldoni – luci Gianni Staropoli – musiche Federica Furlani – produzione Teatro Stabile di Bolzano, LAC Lugano Arte e Cultura e Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento – in collaborazione con Fondazione Alcide De Gasperi e CTB – Centro Teatrale Bresciano – Teatro Duse di Genova 8/11 febbraio 2024
Foto di copertina: Tommaso Le Pera
Prossime date
Teatro Zandonai, Rovereto
13.02.2024
Teatro Comunale – Sala Grande, Bolzano
15-18.02.2024
Teatro Carcano, Milano
21-25.02.2024
Teatro Storchi, Modena
01-03.03.2024
LAC Lugano Arte e Cultura
08-09.03.2024
Teatro Gobetti, Torino
12-17.03.2024
Teatro Vascello, Roma
19-24.03.2024