Dare di più senza essere eroi

Daniele Ronco porta una innovativa pièce ecologista allo Spazio Diamante di Roma

“Si può dare di più, senza essere eroi” è l’incipit con il quale si apre la rappresentazione teatrale che Daniele Ronco ha presentato nella serata dello scorso 18 dicembre 2024, nella splendida Sala White dello Spazio Diamante di Roma, dal titolo: Mi abbatto e sono felice.

Daniele Ronco

È una pièce teatrale molto particolare, che si può ben definire a impatto zero dato che Ronco, unico interprete in scena, illumina la spazio recitativo pedalando costantemente per quasi tutti i 72 minuti della rappresentazione, non utilizzando l’energia elettrica tradizionale. Già questa scelta di regia dà una impronta decisiva ed immediatamente percepibile agli spettatori, che gli argomenti trattati in questo lungo monologo, saranno orientati verso problematiche ambientaliste. 

La scenografia minimalista – una bicicletta, un catino, una cassa di legno e faretti alimentati dalla pedalata – si combina con costumi ereditati dal nonno Michele, figura chiave dello spettacolo. Quest’ultimo incarna uno stile di vita semplice, ecologico e lontano dal consumismo, diventando il fulcro narrativo da cui Ronco trae spunto per la sua storia.

72 minuti di spettacolo, scritto, diretto e interpretato da colui che è anche il direttore della compagnia Mulino ad Arte, che intreccia ricordi personali e riflessioni sul consumismo moderno. che interpreta diversi personaggi senza mai scendere dal mezzo di locomozione.

Michele Martoglio rappresenta l’uomo dal minor consumo possibile: nonno materno di Daniele, contadino piemontese, vive senza sprechi o consumismo, accendendo la luce solo quando strettamente necessario, producendo autonomamente ciò che gli serve per vivere. Alla domanda sulla tecnologia, risponde semplicemente: “sai pa’” (non so, in piemontese). Non contribuisce al PIL, ma è felice.

Claudio Gimondi, il vicino di casa, è un direttore di banca e consulente finanziario. Passa il suo tempo al computer o imbottigliato nel traffico con la sua grande BMW, di ritorno dal centro commerciale, accompagnato dalla moglie lamentosa e dal figlio Ettore, ossessionato dai videogiochi. Nonostante produca molto più PIL rispetto al nonno Michele, non sembra altrettanto soddisfatto.

Mimmo, l’italiano medio, lo si trova al bar, e il discorso con lui non va oltre il tifo calcistico e il PILù.

Questi tre stereotipi si incontrano lungo la pedalata di Daniele. Con ironia, provocazioni e dati scientifici, il monologo affronta numerosi temi. Lo spettacolo si ispira al Movimento per la Decrescita Felice e cita spesso il fondatore Maurizio Pallante, criticando il modello di crescita economica incentrato sul PIL come indicatore principale di benessere. Tuttavia, un PIL più alto non lascia spazio alla vita non produttiva, ai bisogni spirituali, agli hobby e alla vita familiare.

Il messaggio è chiaro: non è necessario il consumismo per divertirsi. Spesso basta una passeggiata nella natura o un momento di riflessione, come quello proposto da Ronco, invitando il pubblico a chiudere gli occhi in un teatro senza luci per immergersi nei suoni che accompagnano la narrazione.

Guidati dal ritmo di un tamburo suonato dall’attore stesso, ci si immerge nel mondo di nonno Michele: un universo fatto di vendemmie, elettrodomestici duraturi e una scelta consapevole di evitare i centri commerciali. Questi ricordi si alternano a una critica ironica delle contraddizioni dell’uomo moderno, che proclama amore per la natura mentre contribuisce al suo degrado.

I temi trattati sono molti e complessi, come i modelli economici, la critica all’industria alimentare e alla grande distribuzione organizzata, i metodi di produzione agricola intensivi, i pesticidi, la deforestazione, la pesca intensiva, il nucleare, e l’impatto ambientale della dieta carnivora rispetto a quella vegetariana e pedalando, pedalando snocciola i dati, le cifre più o meno conosciute dal grande pubblico, relative, ad esempio, al consumo dii acqua necessario a produrre una bistecca.

Mi abbatto e sono felice è uno spettacolo originale e riflessivo, capace di far ridere e pensare. L’energia di Ronco, che alla fine dello spettacolo avrà percorso quasi 30 km pedalando, arricchisce l’esperienza. Toni divertenti si fondono con effetti luminosi curati, grazie alla regia di Marco Cavicchioli. L’aggiunta di espressioni in dialetto piemontese dona autenticità alla narrazione, sebbene ciò possa far sfuggire alcune sfumature importanti del racconto. 

Alla fine dello spettacolo, il pubblico torna a casa con un messaggio forte e profondo: ridurre il superfluo, vivere in modo più sano ed ecologico, abbracciare uno stile di vita che rispetti l’ambiente, porta a una felicità autentica.

Daniele Ronco

Questo è il vero significato dello spettacolo Mi abbatto e sono felice, che chiunque si professi ambientalista e si batte per un mondo migliore, se non l’ha già fatto, dovrebbe andare a vedere. 

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Mi abbatto e sono felice – Il monologo eco-sostenibile di Daniele Ronco – ispirato a “La decrescita felice” di Maurizio Pallante – produzione Mulino Ad Arte – regia Marco Cavicchioli – Teatro Spazio Diamante, Sala White  Dal 18 al 22 dicembre 2024

Foto di ©Grazia Menna

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