Nella sezione Danza del Campania Teatro Festival è andato in scena al Teatro Mercadante di Napoli il 16 e il 17 giugno Danse Macabre del regista, attore e coreografo Martin Zimmermann, uno spettacolo che stupisce e piace dall’inizio alla fine, se solo una fine ci fosse stata.
Purtroppo la messa in scena del 17 giugno è stata bruscamente interrotta a venti minuti dalla fine per un arresto improvviso della corrente dovuto probabilmente al mal tempo. Così l’ottimo spettacolo di Zimmermann si è chiuso con una non conclusione che ha lasciato in sospeso il pubblico talmente coinvolto nella messa in scena da pensare che l’interruzione di corrente fosse prevista nella performance.
Danse Macabre è una storia disturbante, macabra appunto che vede protagonisti tre personaggi anonimi e tragicomici, grotteschi e disadattati che vivono ai margini della società. I tre, nella loro angoscia, si ritrovano per caso nello stesso luogo allo stesso momento. In un posto sperduto, che ricorda quasi una discarica abbandonata, vi troviamo infatti sacchi dell’immondizia e cartacce di ogni genere inizialmente animate come se dei topi o simili vi si muovessero sotto. In alcuni momenti comprendiamo che sotto questo cumulo di macerie si muovono i personaggi, in quali inizialmente strisciano al suolo per poi alzarsi e comporre coreografie acrobatiche e divertenti, manipolando la scena e abitandola in ogni sua parte.
A proposito della scena, oltre alla discarica sul primo livello, al centro, sullo sfondo del palco troviamo una piramide sulla cui cima è presente una casetta che oscilla continuamente, mai in perfetto equilibrio e quasi mai ferma, come a voler rappresentare la precarietà dell’esistenza e l’impossibilità di essere al sicuro finanche in casa propria.
Il trio, che potrebbe rappresentare l’umanità tutta ma più nel dettaglio i reietti e gli emarginati, decide di andare ad abitare e mettere radici, per rispondere a un innato bisogno esistenziale di vivere in comunità. Nonostante le incomprensioni, i rovesci della fortuna e varie difficoltà relazionali, i tre personaggi riescono sempre a rialzarsi, incontrando lungo la strada esiti inaspettati nelle loro vicende quotidiane sulle quali aleggia l’ombra della morte.
Queste le parole di Zimmermann sul suo progetto: «Il mio umorismo corrisponde al lato ridicolo del tragico. Spingere il tragico fino alla commedia permette di superarlo. Per me, il tragicomico contiene una violenza e una potenza feroce: è radicale e tagliente, guidato da una certa malizia, ma anche beffardo, preciso e misterioso. È in questa complessità che attingo l’ispirazione del mio lavoro, essa ne è la fonte».
Sicuramente Danse Macabre non delude e non annoia, dal momento che riesce a dosare molto bene i cambi di ritmo e di situazione così da stupire ogni volta e da non poter mai dire di aver chiuso il senso dello spettacolo, poiché esso è un generatore di sensi ogni volta diversi. Non puoi mai dire di aver capito cosa ti vuole raccontare che subito cambia registro e punto di attenzione per portarti da un’altra parte.
Il vero peccato di tutto ciò è stata la brusca interruzione che non ha permesso agli attori e al pubblico di godere del finale, ma la compagnia tutta ha promesso un prossimo ritorno a Napoli per riprendere dove ha dovuto lasciare.