Dall’uomo che ha letto tutto

Douglas Wolk, presenta a Lucca Comics & Games la sua più recente pubblicazione.

Giovedì 2 novembre nell’auditorium del Suffragio Douglas Wolk, autore e docente di storia del fumetto all’università di Portland, ha presentato il suo libro Eroi, mutanti, mostri e meraviglie, grazie al quale si è aggiudicato il premio Eisner per il miglior saggio sui fumetti.

Douglas Wolk

Per scrivere il libro Wolk si è cimentato nella titanica impresa di leggere nell’arco di sette anni ogni singolo albo pubblicato da Marvel Comics, cosa che gli ha fornito un punto di vista unico sulla storia e l’evoluzione dell’universo della “Casa delle idee”.

L’idea racconta nascere dalla proposta del figlio, resosi conto di come i fumetti di supereroi rappresentino un sistema complesso, di leggere insieme alcuni di questi fumetti. Notando come il ragazzo avesse letto oltre un centinaio di volumi nel giro di alcuni mesi, Douglas si è chiesto allora cosa sarebbe accaduto se li avesse letti tutti, imbarcandosi nell’avventura.

L’autore spiega di non aver rispettato un ordine prettamente cronologico nella lettura, dal momento che ogni lettore dovrebbe scegliere il proprio punto di partenza. Per lui si è trattato del ciclo originale di storie sui Fantastici Quattro iniziato nel 1961, che ritiene un punto da cui potersi spostare in qualunque direzione nell’approccio ad altre serie e personaggi, e di cui apprezza quel collage visivo realizzato nei disegni dall’autore Jack Kirby.

Parlando di un altro iconico supereroe targato Marvel, forse il più noto e amato, Wolk rivela le possibili ragioni della fascinazione del pubblico per Spider-Man, dal punto di vista privilegiato di lettore che ha (ri)vissuto tutta l’epopea dell’arrampicamuri in un ristretto arco di tempo. La sua storia, sostiene, si svolge in cicli che si ripetono, senza un’intenzionale volontà degli scrittori. Si tratta semplicemente del modo in cui essa evolve. Le avventure di Spider-Man, inoltre, hanno sempre avuto che fare con la ricerca e il confronto con problematiche figure paterne (per chi ancora non lo sapesse Peter Parker è orfano). Da zio Ben a J. Jonah Jameson, fino a Norman Osborn e più recentemente Tony Stark (alias Iron Man). Ma ciò che rende Spider-Man diverso da tutti gli altri supereroi è il fatto, semplice e noto quanto determinante, che la sua motivazione è diversa da quella di chiunque altro: Peter si sente responsabile e vive col peso di questa responsabilità addosso, che è però ciò che gli permette di rialzarsi e riprendere la lotta ogni volta che viene completamente abbattuto, dai nemici e dalle vicissitudini della vita.

A proposito di personaggi di seconda fascia invece, Wolk racconta come abbia apprezzato il primo ciclo di storie dedicato Shang-Chi, il maestro del kung fu, che gli ha permesso di rendersi conto come negli anni il personaggio e le sue storie siano considerevolmente cambiati, in meglio quanto in peggio. Per dieci anni la serie The Hands of Shang-Chi, Master of Kung Fu ha avuto lo stesso autore, con la possibilità di realizzare un’unica lunga storia di un eroe che combatte con niente meno che Fu Manchu. Un fumetto che definisce problematico, fantastico, davvero interessante.

Parlando invece di personaggi più recenti, a detta dello studioso Ms. Marvel e Squirrel Girl sarebbero quelli più rappresentativi dell’era moderna, poiché rappresentanti del modo in cui i giovani pensano oggi, allo stesso modo in cui Peter Parker e i Fantastici Quattro si facevano portavoce della gioventù degli anni Sessanta. Ms. Marvel (stiamo parlando dell’ultima incarnazione, Kamala Khan, non Carol Danvers) è un’outsider, tragica, sempre costretta ad affrontare i problemi dell’adolescenza. Squirrel Girl, invece, all’apparenza un eroe ridicolo coi poteri di uno scoiattolo, ottiene la sua legittimazione per la capacità di risolvere i conflitti in modo non-violento.

C’è poi spazio per riflettere anche sui risvolti del mondo reale nelle storie del fumetto. Così come nel 1941 Capitan America esordiva sferrando un potente pugno a Hitler prima dell’ingresso degli Stati Uniti in guerra, il ciclo di storie pubblicate sotto l’etichetta “Dark Reign” nel biennio 2008-2009, che vedeva Norman Osborn assumere il comando dell’ecosistema dei supereroi Marvel, anticipò l’era Trump. Secondo Wolk, i fumetti non predicono il futuro, ma sono certamente capaci di leggere il presente. L’era del regno oscuro nei fumetti Marvel aveva previsto ciò che sarebbe accaduto negli Stati Uniti nove anni dopo poiché rifletteva un processo all’epoca già nell’aria, in un clima in cui la destra stava acquistando potere e un certo cambiamento nel ruolo e nei toni dei media si stava verificando. Queste storie a fumetti materializzano ciò che passa per la testa degli autori che assistono al processo di dispiegamento di questi cambiamenti.

Per ultimo, non poteva non venire menzionata la leggenda Stan Lee, di cui Douglas ha un’interessante opinione. Afferma che il padre della Casa delle idee era geniale in quello che faceva, brillante come collaboratore ed editor, e ci sapeva fare benissimo con le parole. Forse, però, l’unico personaggio che è stato capace di creare totalmente da solo è Stan Lee stesso.

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