Aurelio De Laurentiis si racconta: da erede della grande tradizione cinematografica italiana alla guida vincente del Napoli, passando per il modello Giffoni e una scuola che deve insegnare a vivere
Quando si pronuncia il cognome De Laurentiis, vengono subito in mente centinaia di film di grande successo: un’eredità imponente costruita dallo zio Dino, dal padre Luigi e oggi portata avanti da Aurelio insieme al figlio Luigi Jr. Una vera e propria dinastia che ha segnato la storia del cinema italiano e internazionale.
Oggi, Aurelio De Laurentiis è anche il presidente di un Napoli che ha saputo riportare in alto, conquistando due scudetti e restituendo al club una popolarità mondiale paragonabile a quella dei suoi film. Un percorso che unisce spettacolo e strategia, visione imprenditoriale e passione, e che racconta una storia tutta italiana ma di respiro globale.

Aurelio De Laurentiis intervistato da Tonino Pinto
Presidente, alla luce di quanto hai detto, credi che il modello Giffoni – fatto di passione, continuità, coinvolgimento e visione – possa essere replicato nel sistema scolastico italiano? E se sì, da dove si dovrebbe cominciare concretamente?”
Giffoni è un emblema. Dimostra che quando si vuole davvero fare qualcosa, la si può fare. Anche in un luogo lontano e poco conosciuto, come questo, si può costruire qualcosa di straordinario. E Claudio Gubitosi, lavorandoci per oltre cinquant’anni, è riuscito a realizzare un impianto culturale d’eccellenza, con sei sale di proiezione, dedicato soprattutto ai giovani. Giovani che spesso dimentichiamo essere il vero “petrolio” del nostro futuro. Il problema è che da decenni la scuola italiana insiste sull’impegno invece che sul coinvolgimento. Ma se un ragazzo è davvero coinvolto, allora abbandonerà da solo il cellulare, sarà attento, curioso, partecipe. La scuola deve diventare un luogo vivo, pieno, dove si vive l’esperienza della conoscenza, non un contenitore da riempire con compiti e lezioni da portare a casa. Oggi le case sono vuote, i genitori lavorano. Le scuole, invece, dovrebbero restare piene, anche nel pomeriggio, diventando vere palestre di vita, luoghi di formazione completa, non solo didattica. In questo senso, il Ministro Valditara ha una responsabilità storica: quella di immaginare e realizzare un nuovo modello educativo. Servono insegnanti all’altezza, formati, motivati, ben retribuiti e soprattutto apolitici, capaci di accompagnare i giovani a costruirsi una propria identità, anche politica, ma liberamente e consapevolmente. Quindi evviva Giffoni!
Quanto ha contato la tua lunga esperienza nel mondo del cinema nella gestione e nel successo del Napoli? Ricordo che una volta mi dicesti che tuo zio Dino, da solo, era come una major. E lui stesso ti ha definito il suo erede. Quanto questo patrimonio culturale e produttivo ti ha aiutato a far esplodere anche il progetto sportivo del Napoli?
E stato grande insegnamento perché innanzitutto mi ha insegnato in sacrificio perché qui nessuno ti regala nulla se tu non lavori con impegno, ma soprattutto oltre l’impegno, ci devi mettere l’amore la convinzione di un obiettivo che se anche difficile, tu puoi raggiungere con impegno e allora il cinema mi ha insegnato soprattutto a resistere in un contesto molto complicato e complesso come quello italiano, dove il cinema non l’ha mai fatta da padrone e li ho forgiato la mia indipendenza, la mia capacità di resistenza, la resilienza, la cosiddetta resilienza che combinata con l’amore poi quando sono arrivato nel mondo del calcio, dove non conoscevo nulla, non sapevo nemmeno come si giocasse a calcio, perché da bambino giocavo e seguivo il basket a un certo punto con grande umiltà ho ricominciato da capo e questa resilienza acquisita attraverso il cinema mi ha dato la forza di non sbagliare o di sbagliare poco e quindi eccoci qua con un Napoli mi auguro sempre più vincente.
La Filmauro, di cui sei alla guida, è pronta a dare vita al nuovo film di Carlo Verdone. Cosa puoi anticiparci su questo progetto?
Innanzitutto metteremo in onda la quarta e ultima stagione di Vita da Carlo e poi con Verdone siamo in pre-produzione, perché le riprese partiranno il 1 di settembre di Scuola di seduzione e tu sai che la seduzione è qualcosa di grande attrazione per tutti quanti. Tutti siamo capaci di essere sedotti o di sedurre e quindi questa scuola sarà anche questa, una finestra su chi siamo, cosa vogliamo e dove vogliamo andare.

Carlo Verdone e Aurelio De Laurentiis
E a proposito di questo, prima di partire per Giffoni, sapendo che avrei avuto forse la fortuna di incontrarti, un grande inviato della più importante stazione televisiva turca mi ha telefonato a casa e mi ha chiesto di poterti domandare che fine farà Victor Osimhen.
Osimhen sarà collocato dove ci sarà chi lo desidera che avrà la capacità di autoassergnarselo, attraverso una contrattualizzazione che si conosce quale deve essere; quindi nella vita bisogna essere obiettivi e non si può essere solo soggettivi, perché gli accordi si fanno in due!