Da Monet a Matisse: Palazzo Zabarella ospita un secolo d’arte

Monet, Renoir, Cézanne, Matisse, Rodin: sono alcuni dei protagonisti in mostra a Padova, provenienti dal prestigioso Brooklyn Museum.

Si può raccontare un centenario di arte attraverso un’esposizione? Questa è la sfida e la proposta di Palazzo Zabarella di Padova con la nuova mostra Da Monet a Matisse. French Moderns 1850-1950 aperta fino al 12 maggio 2024. Un percorso che porta a scoprire un lasso di tempo ben preciso e una serie di protagonisti e di correnti che hanno attraversato e hanno fatto la storia dell’arte e del loro tempo.

L’esposizione è organizzata dal Brooklyn Museum, a cura di Lisa Small e Richard Aste, promossa da Fondazione Bano in collaborazione con il Comune di Padova e l’Assessorato alla Cultura. Ed è proprio il Brooklyn Museum la sede dei 59 quadri esposti: uno scambio e un prestito che hanno messo al centro il contenuto e l’importanza della collezione attraverso quattro sezioni. L’obiettivo è quello di narrare quel preciso frangente, quell’esatto secolo passato caratterizzato dalla presenza di novità e dall’allontanamento delle regole artistiche accademiche, ma anche da contaminazioni diverse.

Le opere si collocano tra il 1850 e il 1950: una lunghezza temporale ampia abitata, dal punto di vista storico e artistico, da cambiamenti, variazioni, incontri e scontri tra stili diversi, scoperte, eventi epocali, incarnati e rappresentati da chi li ha vissuti, gli artisti in questo caso. Sono loro che, vivendo quel mondo, hanno trovato una modalità per raccontarlo, rappresentando così la loro realtà, individuale ma anche collettiva.

Alfred Sisley (Inglese, attivo in Francia, 1839-1899), Inondazione a Moret, 1879. Olio su tela, 54 x 71.8 cm. Brooklyn Museum, lascito di A. Augustus Healy, 21.54. (Photo: Brooklyn Museum) @Palazzo Zabarella

Si parte dal vero, dall’istante, da quelle istantanee che raccontano la vita e i suoi spazi, la natura, la figura umana che cambia ruolo all’interno della composizione. Da Monet a Matisse porta in vita questi cento anni attraverso quattro “capitoli” centrali: le sezioni Natura morta, PaesaggioIl nudoRitratti e figure scandiscono l’esposizione delle opere, trovando in esse dei punti di contatto, delle similitudini, degli indizi capaci di restituire le caratteristiche delle avanguardie e le peculiarità del vissuto.

In linea generale ci sono omogeneità e sintonia nel percorso, c’è il senso profondo e la crescita conosciuta nel corso del tempo da ogni singolo artista, nonostante qualche opera risulti un po’ particolare e poco in linea per via della diversità di stile e della lontananza temporale e geografica. È il caso delle opere più tarde, come Composizione in rosso e in blu di Fernand LégerNatura morta con clown di Georges RouaultComposizione di Jean HélionIl filosofo di Jacques Villon, la scultura Il raggio di Alexander Archipenko e qualche altra, che, a prima vista, accanto ai quadri più diretti, destabilizzano o comunque lasciano quel sentore di incertezza interrogativa. Provenendo, però, dallo stesso centro museale, è abbastanza comprensibile la mancanza, a livello di immagine, di un filo conduttore lineare e univoco. Si trovano, per esempio, opere impressioniste accanto a quelle più astratte, dalla scomposizione più cubista. La parola che emerge, tra una sezione e l’altra, è appunto contaminazione, di scelte e di espressione.

Berthe Morisot (Francese, 1841-1895), Madame Boursier e sua figlia, 1873 circa. Olio su tela, 74.5 x 56.8 cm. Brooklyn Museum, Museum Collection Fund, 29.30. (Photo: Sarah DeSantis, Brooklyn Museum). @Palazzo Zabarella

Emergono così svariate correnti, in dialogo tra loro: l’Impressionismo, il Realismo, il Fauvismo, l’Espressionismo, il Cubismo e tutte le svolte artistiche susseguitasi nel tempo. Si rimani incanti di fronte alla bellezza della natura e dei paesaggi, come ne I vigneti di Cagnes di RenoirNatura morta con ventaglio di Georges Lemmen e i già diversi Fiori di Matisse, ma anche davanti all’espressione della forza e della maestosità pura naturale in L’onda di CourbetAlluvione a Moret di SisleyVille-d’Avray di Corot.

Cézanne con Il villaggio di Gardanne insegna un modo nuovo di rendere prospettico uno scorcio, grazie alla disposizione piramidale degli elementi architettonici e all’incastro di geometrie semplici e lineari. Di semplicità e pennellate fresche sanno, invece, i quadri La spiaggia di Trouville di BoudinLa sala della colazione di Bonnard, il Melo in fiore di Caillebotte.

I due MonetPalazzo del Parlamento, effetto della luce solare Alta marea a Pourville, trasmettono, invece, la preziosità racchiusa nell’attimo e nel colore, è quasi commovente trovarsi di fronte quelle realtà, quei soggetti, ben diversi dall’oggi, vissuti e continuamente dipinti da questo straordinario artista.

Spazio e importanza sono dati anche alla scultura delicata di Rodin e a Degas con i suoi personaggi femminili, dipinti, come Donna nuda che si asciuga o in bronzo, come nel caso di Ballerina a riposo, mani dietro, la schiena, gamba destra in avanti, ma non solo.

Una menzione particolare va alla sezione Ritratti e figure. Al suo interno c’è un mondo di storie, di personalità e di vite unico. Le donne ritratte spiccano e spazzano via ogni artificio e superficialità: rimane la meraviglia, il silenzio del loro sguardo, l’umiltà e la ricchezza dell’essere, la vita testimoniata dalla loro posa. Tra esse, sono presenti la dolce malinconia di La sorella maggiore di Wiliam Bouguereau accanto al raccoglimento della Contadina bretone con un cero in mano di Jules BretonMadame Boursier e sua figlia di Morisot fa da copertina a questa mostra e raffigura la prima donna ad aver partecipato ad una mostra impressionista.

E ancora, si possono ammirare la grandiosa Madame Léon Maitre di Henri Fantin-Latour e La giovane donna di Albano di Corot, ma anche la piccola (di formato) Donna in poltrona di Matisse. Non mancano l’umiltà e la dignità di coloro che conducono un’esistenza semplice, fatta di lavoro e fatiche: ecco, allora, La fine della giornata lavorativa di Jules Breton ma anche il Pastore che cure il suo gregge di Millet.

Giovanni Boldini (Italiano, 1842-1931), Ritratto di signora, 1912. Olio su tela, 231.1 x 121.3 cm. Brooklyn Museum, dono anonimo, 41.876. (Photo: Sarah DeSantis, Brooklyn Museum) @Palazzo Zabarella

Colpo finale che lascia di stucco è l’opera Ritratto di signora di Giovanni Boldini: la protagonista è bellissima, elegante, al centro dell’ultima sala, lo sguardo mite e diretto, l’incarnato chiaro controbilanciato dal nero dei capelli, degli occhi e dal vestito nero, liscio. Una donna che sa di vita e che guarda il visitatore con dolcezza e serietà, trasmettendo emozione, mistero.

L’itinerario a Palazzo Zabarella accompagna lo spettatore all’interno di precise tematiche, aderenti al contenuto portato dal Brooklyn Museum. Un periodo artistico straordinario e ricco, che ancora oggi, qui in modo particolare, ha dato frutti ed esiti unici. Con queste opere è davvero possibile raccontare un centenario di arte: una passeggiata, tra vedute, persone, colori vivi, pennellate, Parigi e la Francia, evoluzioni.

Immagine in evidenza/di copertina: Claude Monet (Francese, 1840-1926), Marea crescente a Pourville, 1882. Olio su tela, 66 x 8.13 cm. Brooklyn Museum, dono di Mrs. Horace O. Havemeyer. 41.1260. (Photo: Brooklyn Museum) @Palazzo Zabarella