Al Teatro Tor di Nona in un gioco di finzione e realtà una rilettura incisiva e contemporanea di ‘Come tu mi vuoi’ di Pirandello.
È attualmente in scena, presso il Teatro Tor di Nona di Roma, Controfigura, una pièce liberamente ispirata al capolavoro di Luigi Pirandello Come tu mi vuoi. Ambientata ai nostri giorni, l’opera affronta tematiche profonde e attuali, come la ricerca dell’identità e i traumi personali e collettivi, calandole nel drammatico contesto storico delle guerre balcaniche.
La drammaturgia innovativa di Antonello Toti , l’ideazione e l’ingegnosa regia di Christian Angeli, le interpretazioni degli attori Patrizia Bernardini nel ruolo di Sasha – con un paragone all’opera pirandelliana sarebbe l’Ignota – Andrea Lami nel ruolo di Borislav, Simone Destrero nel ruolo di Faruk, Francesco Polizzi nel ruolo di Goran e Vittoria Vitiello nel ruolo di Milena e una scenografia minimalista ma evocativa, hanno reso questa rappresentazione un’esperienza teatrale intensa e coinvolgente.
La regia, audace e sorprendente, si distingue per la scelta di un approccio metateatrale. Fin dall’inizio, gli spettatori vengono immersi in un gioco di finzione e realtà: ciò che appare come una prova generale, con gli attori che entrano ed escono dalla scena come se stessero ancora testando il copione, con il loro vestirsi e rivestirsi degli abiti di scena, si rivela invece l’inizio effettivo della pièce. Questo stratagemma disorienta e cattura il pubblico, destabilizzandolo proprio come Pirandello sapeva fare, e prepara il terreno per una narrazione in cui il confine tra verità e menzogna si dissolve continuamente.
Gli attori, sotto la guida di una regia che incoraggia l’interazione tra personaggio e interprete, sembrano oscillare tra il ruolo assegnato e la propria identità, rompendo la quarta parete e sfidando la percezione dello spettatore. Questa scelta, apparentemente caotica, è in realtà il filo conduttore che riflette il tema centrale dell’opera: l’ambiguità dell’identità e il ruolo della memoria nella sua costruzione.
La compagnia di attori si è distinta per un’interpretazione intensa e sfaccettata, dove emerge la maestria nel modulare la voce intensificando i momenti di pathos della recitazione e in cui ogni gesto e ogni parola sembrano carichi di significato. La Bernardini, che interpreta Sasha, ha regalato una performance notevole. Il personaggio, un’ex controfigura che ha cambiato genere e si è reinventata nel mondo del cinema pornografico, viene tratteggiato con una complessità che unisce fragilità e determinazione. Il suo passato doloroso – lo stupro, il matrimonio riparatore con il serbo e la presenza di una figlia con la quale ha un rapporto più di amore che genitoriale, almeno da parte della figlia stessa – è portato in scena con una estrema delicatezza e la sua nuova identità viene esplorata in modo audace ma rispettoso.
La tensione narrativa culmina nel finto riconoscimento da parte di un uomo che si spaccia per il suo primo marito, allo scopo di riappropriarsi della fattoria lasciata in eredità a Sasha. La figlia, figura chiave nella risoluzione dell’intreccio, svela l’inganno in una scena di grande pathos.
La scenografia, pur essendo volutamente scarna, riesce a trasmettere un senso di spaesamento che si sposa perfettamente con la tematica dell’opera. Gli elementi scenici sono pochi e sobri: alcune sedie, un telefono anni ’80 – ricordiamo che l’ambientazione è nella Serbia 2013, un fondale dove spicca una cornice volutamente vuota ma che in realtà, nell’immaginario della rappresentazione contiene il dipinto di Saha-Patrizia ai tempi del primo matrimonio con il marito bosniaco. Questa scelta minimalista permette di concentrare l’attenzione sui dialoghi e sulle interpretazioni degli attori, valorizzando al contempo il simbolismo dei gesti e delle parole.
Efficace è l’uso delle luci e dell’ambientazione sonora – che a volte richiama l’ululato precedente allo sgancio di ordigni bellici – contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa e onirica. Durante il finale, il passaggio da una luce calda a toni freddi accompagna perfettamente la rivelazione della verità, sottolineandone l’impatto emotivo.
Controfigura riesce a rendere attuale l’intuizione pirandelliana sulla molteplicità dell’identità, dimostrando come i temi del drammaturgo siciliano siano profondamente universali. Il parallelismo all’opera pirandelliana si manifesta nei continui fraintendimenti e nell’ambiguità del racconto, richiamandosi alla vicenda reale dello smemorato di Collegno che fu, nel lontano 1929 lo spunto che diede vita al lavoro di Pirandello. Anche qui la memoria non è solo uno strumento narrativo, ma il fulcro della ricerca di sé, una ricerca che si scontra con le aspettative degli altri e con i fantasmi del passato.
La trasposizione temporale – dalla società borghese del primo Novecento al presente segnato da conflitti e traumi – arricchisce l’opera di nuove chiavi di lettura, rendendola estremamente attuale. L’identità, qui, non è solo un enigma da risolvere, ma una realtà fluida che si ridefinisce continuamente in base al contesto e alle esperienze vissute.
Controfigura è uno spettacolo che riesce a combinare con grande efficacia tradizione e innovazione, offrendo una riflessione profonda sulle fragilità dell’identità e sui giochi di apparenze che definiscono i rapporti umani. La regia coraggiosa, la recitazione impeccabile e la scenografia evocativa rendono questa pièce un’esperienza teatrale unica, capace di emozionare e far riflettere.
Un omaggio riuscito a Pirandello, ma anche una dimostrazione di come il teatro possa essere uno strumento potente per indagare l’animo umano, oltre ogni tempo e ogni confine.
Controfigura – drammaturgia di Antonello Toti – liberamente ispirato a “Come tu mi vuoi” di Luigi Pirandello – ideazione e regia di Christian Angeli – drammaturgia di Antonello Toti – ideazione e regia Christian Angeli – con Patrizia Bernardini – Andrea Lami – Simone Destrero – Francesco Polizzi – Vittoria Vitiello – luci Massimiliano Maggi -musiche Federica Clementi – produzione Fattore k e Scostumato Teatro – Teatro Tordinona dal 21 al 26 gennaio 2025
Foto di ©Grazia Menna