Al Teatro Marconi con “Il cervello complice” va in scena il connubio tutto al femminile tra ironia coinvolgente e ricerca scientifica
All’età di 37 anni Jill Bolte Taylor, una giovane e talentuosa neuroanatomista americana, è vittima di un ictus che stravolge le sue teorie sulla corteccia cerebrale. Con il deperimento dell’emisfero sinistro Jill perde i propri ricordi e la consapevolezza di sé, oltre che la percezione dei confini del corpo, così da percepirsi parte del tutto e non percepire più la differenza tra sé e gli altri.

Le ansie e le preoccupazioni si acquietano e sperimenta una profonda serenità e unità con l’universo. Il processo di guarigione è lento e per gradi e grazie a questo Jill analizza e comprende uno ad uno i vari processi cognitivi che si attivano nel suo cervello. Sembra una storia di finzione e invece è tutto vero ed è da questa vicenda è dagli studi che ne conseguono che trae spunto Il cervello complice, scritto e diretto da Giuseppe Gandini, in scena al Teatro Marconi fino al 30 marzo.
La protagonista è Sara, una giornalista madre di famiglia che viene inviata a seguire una conferenza proprio di Jill Bolte Taylor. Una volta tornata nella camera d’albergo gradualmente inizia a vedere i 4 caratteri del suo cervello e a interagire con loro. Tutto questo avrà dei risvolti nelle sue scelte lavorative e familiari, imparando a gestire l’ansia e il senso di colpa e a curarsi di se stessa e dei propri desideri. Infatti l’armonia tra tutte le parti del proprio cervello porterà Sara a ritrovare un equilibrio interiore prezioso che la farà sentire parte di un tutto e le insegnerà a prendersi cura di sé.
Con umorismo, vivacità e freschezza questo spettacolo regala al pubblico un’esperienza affascinante in cui scienza e drammaturgia si sposano perfettamente.
Secondo lo studio di Jill Bolte Taylor il cervello umano è suddiviso in emisfero destro e sinistro, come è consuetudine ritenere, ma queste due parti sono a loro volta divise in due. Si delineano quattro caratteri. I caratteri dell’emisfero sinistro sono carattere 1 e 2 e sono accomunati dalla percezione del tempo passato e futuro. Carattere 1 è la razionalità, carattere 2 l’emotività che produce ansie, preoccupazioni e senso di colpa. Nell’emisfero destro, carattere 3 rappresenta la dimensione infantile, giocosa, istintiva e sensoriale e carattere 4 la connessione profonda con l’universo o, se si crede, con Dio.
Sara è interpretata da Silvia Mazzotta, che leggendo il romanzo di Jill Bolte Taylor ha avuto l’idea di trarne ispirazione per una pièce teatrale. Al suo personaggio dà tanto sfumature energiche e determinate quanto fragili e titubanti. Infatti sogna una carriera come giornalista scientifica, ma ha paura che questo desiderio venga frenato dalla dedizione alla famiglia e in particolare dall’ostilitá del marito alla sua ambizione lavorativa. Sara è dunque incastrata in un matrimonio che soffoca le sue esigenze e i suoi sogni e cade spesso vittima di ansie e preoccupazioni eccessive. Valentina Bruscoli, vestita di rosso, è Carattere 2 ed esterna paranoia e agitazione, ma suscita anche tanta simpatia e tenerezza per la sua vulnerabilità e l’interpretazione umoristica ma delicata dell’attrice. È necessaria, in quanto la sana paura protegge dai pericoli, tuttavia bisogna tranquillizzarla e gestire i suoi picchi emotivi.
Marta Iacopini è carattere 1, rigorosamente vestita in blu elettrico. Forte, razionale, ambiziosa rassicurante e calcolatrice . La Iacopini le dà un tocco androgino e amichevole, si fa mentore e punto fermo per Sara.
Poi c’è carattere 3 interpretato da Francesca D’Urso spensierata, giocosa, ilare, effervescente. Salta e danza senza sosta, entusiasta di ogni cosa e con un’irrefrenabile voglia di divertirsi. Carattere 4, in verde, è Uma Salusti: riflessiva e meditativa, delicata e stile new age. Porta calma e pace con le sue canzoni, brani famosi come Knockin’ On Heaven’s Door di Bob Dylan con cui carattere 4 induce Sara a vivere momenti di profondità e armonia con l’universo. La voce di Uma Salusti è accogliente e rasserenante, le sue esibizioni essenziali e tranquillizzanti.
In questo spettacolo al femminile, le cinque attrici si trovano a condividere tante gag esilaranti assieme, momenti ironici contrassegnati da una leggerezza introspettiva. In quattro scompariranno letteralmente in un letto, tutte e cinque condivideranno il momento intenso e rigenerante dell’assemblea cerebrale, danzeranno insieme, carattere 3 sfiderà Sara a nascondino e come questi tanti altri coinvolgenti momenti. Si divertiranno e ci divertiranno, riflettendo su qualcosa di importante e stimolante.

Sulle note di Piece of my heart, sui frammenti del cuore spezzato di Janis Joplin, Sara troverà il coraggio di vivere la vita che vuole, perché è questo che accade quando si vive in armonia con se stessi e i propri frammenti di individualità. Un unico in armonia porta a riappropriarsi di sé.
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Il cervello complice scritto e diretto da Giuseppe Gandini – da un’idea di Silvia Mazzotta – Liberamente ispirato al libro Il Cervello Complice di Jill Bolte Taylor – – Con Silvia Mazzotta, Marta Iacopini, Valentina Bruscoli, Francesca D’Urso e Uma Salusti – Aiuto regia: Rebecca Zaccariotto – Scenografia: Massimiliano Vasta – Coreografia e movimenti scenici: Maria Concetta Borgese – Disegno luci: Roberto Bonfantini – Costumi e oggetti scenici: Monica Raponi – Arrangiamenti musicali: Lorenzo Graziani – Foto di scena: Fabio De Stefani – Grafica e Comunicazione: Laura D’Orazio – Teatro Marconi dal 27 al 30 marzo 2025