Il ritratto feroce e ironico di una generazione in lotta per sopravvivere al precariato
Nel tardo pomeriggio del 14 luglio scorso, si è ufficialmente aperto al Teatro Cometa Off il Roma Fringe Festival, con il saluto del Direttore Artistico Fabio Galadini, che suo intervento ha illustrato le due sedi di quest’anno – il prestigioso Teatro Cometa Off appunto e il rinomato Teatro Vascello – ringraziando la direzione di entrambi i teatri per la calorosa accoglienza e tutto il suo staff per il supporto organizzativo, fondamentale per la buona riuscita della manifestazione. Il Roma Fringe Festival è presente nella capitale dal 2012, sotto il patrocinio della World Fringe Society, ed in tredici edizioni si è consolidata come la principale rassegna italiana dedicata al teatro indipendente, ospitando ogni anno decine di spettacoli e attirando un pubblico variegato di spettatori, addetti ai lavori e turisti. Ricreando il modello nato a Edimburgo nel 1947 e presente oggi in oltre 250 città nel mondo, il Roma Fringe Festival rappresenta per il teatro italiano off, una vetrina di talenti emergenti, è un incubatore di respiro internazionale grazie alla partnership con World Fringe Network e, non ultimo, è lo spazio di confronto artistico tra le compagnie e attori che prendono parte alla manifestazione.

Con Bandiera Bianca, a cui spetta l’apertura del Roma Fringe Festival, Alessandra De Luca si è guadagnata una pioggia di applausi sinceri e convinti, a suggello di un monologo che ha saputo coniugare ironia tagliente e profondità emotiva. Diretto da Andjelka Vulic – che cura anche il disegno luci – con la collaborazione drammaturgica di Andrea Cosentino e Giulia Maria Falzea, lo spettacolo affronta un tema tutt’altro che nuovo sulle scene contemporanee – la precarietà lavorativa – ma riesce a farlo con una chiave di lettura personale, vitale e efficace.
Attraverso una narrazione tragicomica che pesca a piene mani dalla biografia, non dichiarata ma percepibile, di un’intera generazione, De Luca porta in scena un viaggio esistenziale che parte dal sogno di una vita nuova a Roma – la collocazione geografica è facilmente intuibile dall’intercalare dialettale di alcuni passaggi recitativi – e si infrange contro i paradossi di una città crudele e affascinante, accogliente e respingente. Da dietro il bancone di un bar ai set di film trash, dalle “esperienze formative” nel mondo dello spettacolo fino alle improbabili missioni in pista accanto a giovani piloti di Formula 4, ogni aneddoto diventa occasione per raccontare la ricerca spasmodica di un senso, di un posto nel mondo, di una dignità professionale.
La sensazione trasmessa dalla brillante interpretazione è che la protagonista quei lavori possa davvero averli fatti e vissuti, attraversati, assorbiti. E li restituisce alternando, con disinvoltura, momenti comici a squarci di verità amara. Il pubblico ha risposto con partecipazione emotiva e risate cariche di riconoscimento, culminando in un applauso finale lungo, prolungato e caloroso.
Uno degli elementi visivamente più riusciti è la trovata scenica dei guantoni da boxe, metafora esplicita ma mai didascalica di quella lotta continua che la protagonista conduce contro clienti invadenti, registi vanesi, datori di lavoro inaffidabili e sogni infranti. Un gesto fisico semplice che diventa potente nella sua capacità di sintetizzare la fatica, la rabbia e la tenacia di chi ogni giorno tenta di affermare il proprio valore in un sistema che sembra fare di tutto per ignorarlo.

Bandiera Bianca apre il Festival con una voce forte e autentica, capace di farci ridere anche quando vorremmo, o dovremmo, solo piangere.
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Bandiera Bianca – Roma Fringe Festival, di e con Alessandra De Luca, regia Andjelka Vulic in collaborazione con Giulia Maria Falzea, drammaturgia Alessandra De Luca, collaborazione alla drammaturgia Andrea Cosentino, disegno luci Andjelka Vulic – Teatro Cometa Off 14 luglio 2025
Foto di ©Grazia Menna