«Alla libertà! Alla dignità!», lo slogan di “Una compagnia di pazzi”

Dopo il successo di “Minchia Signor tenente”, la compagnia capitanata da Antonio Grosso sul palco del Teatro Nino Manfredi di Ostia inneggia alla dignità umana.

1945. La guerra sta per volgere al termine e in un piccolo paesino ai confini della Campania, tra le mura di un fatiscente manicomio, un cantante caduto in disgrazia per aver simpatizzato per quelle frange comuniste; un ex omicida di un gerarca fascista ed un ragazzo rupofobico abbandonato alla nascita e convinto di essere il figlio del Duce, insieme ai loro due angeli custodi (due umili infermieri) conducono una vita dimessa. Per loro il tempo sembra non esser mai trascorso: le cose, d’altronde, per quei tre poveri “pazzi” non sono poi così tanto cambiate!

Antonello Basale, Antonio Grosso e

Ma, mentre lì fuori il tempo è scandito a suon di bombardamenti; il loro piccolo (seppur un po’ angusto) mondo non è altro che un’isola felice dall’incommutabile sospensione spazio-temporale. E se fuori da quelle mura, tra una lotta di supremazia ed una alla sopravvivenza, dilaga una globale deumanizzazione; la realtà della nostra “compagnia di pazzi” è un vero e proprio microcosmo salvifico: anticonformisti; anticonvenzionali; stra-ordinari; sono proprio loro – nonostante il coatto confinamento sociale – il vessillo di una libertà perduta; una dignità dimenticata.  

Certamente ci sarà anche per loro il desiderio di riscatto – soprattutto di fronte agli spietati soprusi del direttore; ma, là fuori, in quel mondo barbaro, a nessuno è concesso di essere realmente libero; libero di essere chi si è (o chi si vuol essere) con fiera dignità: lì fuori, ciascuno è potenzialmente nemico di se stesso. Non è concesso abbassare la guardia. Vivi o muori. Così loro, stravagante “compagnia di pazzi”, sono faro di speranza; soprattutto per Francesco ed Armando – i loro due infermieri – che, per quanto la vita li abbia lasciato il segno, non hanno mai dimenticato la dignità di essere uomini cercando di recuperare una libertà ormai da troppo tempo perduta.

In un concertato di bravura recitativa e performativa, dai toni nostalgici nazional-popolari, la pièce – scritta e diretta da Antonio Grosso – è un’ilare commedia dal gusto dolceamaro; un’ode alla bellezza di essere liberi affinché la libertà non sia una concessione, ma una prerogativa fino alla fine dei tempi; quando – con un tonfo lieve – sopraggiungono come una nevicata in un giorno d’inverno.

Una compagnia di pazzi – una produzione Alt Academy e 3ATRO. Scritto e diretto da Antonio Grosso. Con Antonio Grosso, Antonello Pascale, Rocco Piciulo, Francesco Nannarelli, Gioele Rotini, Gaspare Di Stefano e Natale Russo. Direzione tecnica, Antonio Panico. Tecnico audio e luci, Luigi Nappo. Aiuto regia, Giuseppe Menzo. Ass.te alla regia e coreografie, Marika Mengucci. Scene e costumi, Alessandra De Angelis.- Teatro Nino Manfredi dall 18 al 28 gennaio 2024

Foto di scena di Tommaso Le Pera