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“Come una specie di sorriso” : Marcorè tre ore di poesia e musica e Ostia Antica canta De Andrè

Un tributo che diventa festa: sei musicisti straordinari, un istrione irresistibile e un teatro trasformato in coro

Il Teatro Romano di Ostia Antica, nell’ambito dell’omonimo festival,  gremito in ogni ordine di posto – gradinate, scalinate e persino i corridoi – ha accolto lo scorso 19 settembre Neri Marcorè e la sua band con un’ovazione fragorosa. In abito blu scuro, giacca elegante e fazzoletto nel taschino, l’attore e cantante ha fatto il suo ingresso in scena per presentare Come una specie di sorriso, il recital-concerto che dal 2007 dedica alla musica e alla poesia di Fabrizio De Andrè, rinnovandone di volta in volta il repertorio.
Il titolo, tratto da un celebre verso de Il Pescatore, racchiude lo spirito dell’intero spettacolo: un omaggio rispettoso e appassionato, che restituisce la forza visionaria di un cantautore senza tempo.

Come una specie di sorriso – Neri Marcorè e la sua band

Dopo appena pochi minuti, abbandonato il tono inizialmente austero, Marcorè si è sciolto in maniche di camicia e ha preso per mano il pubblico conducendolo, con ironia e delicatezza, in un viaggio attraverso la produzione di De Andrè. Un percorso che alterna brani iconici e canzoni meno conosciute, tra registri poetici, sentimentali, sferzanti e coraggiosi, capaci di parlare al presente con disarmante attualità. Alcuni testi scritti oltre quarant’anni fa, ascoltati oggi, risuonano come profezie che continuano a interrogarci sulle fragilità e le contraddizioni del nostro tempo.

Sul palco, Marcorè si conferma artista completo: attore, narratore, musicista e interprete raffinato, capace di oscillare con naturalezza tra il canto e la recitazione, trasformando lo spettacolo ora in concerto, ora in pièce teatrale. Il suo rispetto per l’opera di De Andrè si riflette nella scelta di affrontare anche i brani in genovese e gallurese, eseguiti con cura e sensibilità. Ma la sua forza sta soprattutto nell’abilità di instaurare un dialogo continuo con il pubblico, invitandolo a cantare i ritornelli, a riflettere sul presente e a sentirsi parte integrante della serata.

Accanto a lui, una band straordinaria di sei elementi – Simone Talone alla Batteria e percussioni ,Anaïs Tecla Drago al violoncello, Chiara di Benedetto al violino, Domenico Maiorenzi chitarra e pianoforte , Fabrizio Guarino alla chitarra elettrica, Alessandro Patti al basso e contrabbasso -ha reso vivo ogni arrangiamento con energia e precisione ed ognuno dei bravissimi musicisti della hanno contribuito in maniera fondamentale, non limitandosi ad accompagnare l’istrionico protagonista ma entrando in sintonia con lui in un autentico gioco scenico. Non a caso Marcorè, più volte durante la serata, ha spostato i riflettori dai propri gesti agli assoli dei compagni, valorizzandone il talento e trasformando la performance in un vero concerto corale.

Emblematico il duetto tra Marcorè e Anaïs Tecla Drago al violino nell’esecuzione di Zirichiltaggia: virtuosismi, dialoghi musicali e improvvisi scarti che hanno strappato applausi a scena aperta, suggellando uno dei momenti più intensi della serata. Non meno coinvolgenti i brevi scambi di battute tra l’attore e i musicisti, che hanno fatto percepire al pubblico la gioia e la complicità che regnavano sul palco.

Tra una canzone e l’altra, Marcorè ha intrecciato riflessioni sulla contemporaneità, richiamando l’opera di De Andrè ai temi politici e sociali di oggi: guerre, conflitti, diseguaglianze. Ancora una volta la musica si è rivelata strumento di coscienza civile, capace di connettere passato e presente. Nel corso della serata, l’artista ha anche ricordato l’impegno sociale che da sempre lo contraddistingue, segnalando la presenza di una nuova associazione impegnata nell’accoglienza delle famiglie di pazienti ricoverati negli ospedali romani.

Il bis, richiesto a gran voce, non poteva che chiudersi con Il Pescatore. Un momento corale, quasi rituale: il teatro intero a cantare all’unisono strofe e ritornelli, fino a quel verso – “come una specie di sorriso” – che Marcorè ha voluto affidare al pubblico, fermando la musica per lasciare che l’emozione si riversasse in un unico coro. Solo allora, tra applausi e grida di entusiasmo, l’artista ha salutato, chiudendo una performance durata quasi tre ore, arricchita da un trascinante assolo di batteria che ha suggellato la festa.

Come una specie di sorriso – Teatro Romano di Ostia Antica

Come una specie di sorriso è dunque stato non solo un concerto e non solo un recital: è stato un atto d’amore verso De Andrè, un’esperienza collettiva – tra coloro che erano sul palco ed il pubblico presente – che unisce musica, teatro e poesia. Neri Marcorè, con il suo carisma e la sua ironia, si conferma interprete autentico e generoso, capace di dare voce al patrimonio di un grande cantautore e, insieme, di trasformarlo in una festa condivisa, in cui palco e platea si incontrano nella stessa emozione.

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Come una specie di sorriso Recital concerto di Neri Marcoré, Ostia Antica Festival, Teatro di Ostia Antica, 19 settembre 2025

Foto ©Grazia Menna

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