Dal jazz mancato al mito del western, cinque Oscar e una carriera irripetibile: Hollywood celebra l’uomo che ha fatto la Storia del cinema restando sempre fedele a sé stesso.
Una carriera nel cinema, lui che da eccellente pianista avrebbe voluto farla nel jazz. Una passione sublimata da una filmografia monumentale e da ben cinque premi Oscar: due vinti come miglior produttore, due come miglior regista nel 1993 per Gli spietati e nel 2005 per Million Dollar Baby, più un Oscar onorario alla carriera. Nel settembre 2021 gli è stato dedicato un asteroide, 1245 Clinteastwood.
Clint Eastwood ha recitato in settantatré film da protagonista, oltre alla celebre serie de L’ispettore Callaghane alla trilogia del dollaro firmata da Sergio Leone: Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo, i film che hanno cambiato per sempre il western all’italiana.
Come regista ha firmato autentici capolavori: Bird (1988), in concorso a Cannes, dedicato alla leggenda del jazz Charlie Parker; Un mondo perfetto (1993); I ponti di Madison County (1995), accanto a Meryl Streep; Mystic River (2003), Leone d’oro alla carriera a Venezia e infine Giurato numero 2 il suo ultimo film.
Oggi, Hollywood e non solo festeggiano i 95 anni di Clint Eastwood, mentre fotografi e cronisti presidiano la sua casa affacciata sull’Oceano Pacifico a Carmel-by-the-Sea, dove è stato anche sindaco.
«Ho nostalgia dei vecchi tempi», ha dichiarato, «quando gli sceneggiatori scrivevano film come Casablanca, quando Hollywood viveva di idee nuove, non di remake. Lavorerò finché riuscirò ancora a imparare qualcosa, finché non sarò davvero vecchio».
L’ultima volta che l’ho intervistato per la RAI fu sulla terrazza dell’Hotel Cipriani a Venezia, durante la Mostra del Cinema. Presentava Space Cowboys, che aveva diretto e interpretato insieme a Tommy Lee Jones e Donald Sutherland.
Alla fine, per salutarlo, gli regalai un mezzo sigaro toscano, come quelli che Sergio Leone gli infilava in bocca nei suoi spaghetti western leggendari. Clint mi sorrise — cosa rara — e disse: «Bella idea, quanti ricordi», poi se lo infilò fra le labbra, a sinistra, proprio come voleva Leone. Per un attimo, era di nuovo l’eroe silenzioso di quei film immortali. Auguri Clint!