Cirano rap e metropolitano a Teatro Vascello

Uno spettacolo-concerto al vorticoso ritmo del rap, si legge sulla locandina di presentazione. Premesse ampiamente rispettate, Cirano deve morire in scena al Teatro Vascello di Roma fino al 4 dicembre è adattamento coraggioso, chiassoso e capace con pieno merito di attualizzare e anche riscrivere in salsa metropolitana il capolavoro di Edmond Rostand. L’originale “Cyrano de Bergerac” però mai si snatura e questa è la più grande abilità di Leonardo Manzan, regista e autore del testo a quattro mani con Rocco Placidi. Vincitore del Bando Biennale College indetto dalla Biennale Teatro di Venezia nel 2018, il progetto ha confermato le aspettative del pubblico romano. Paola Giannini, Alessandro Bay Rossi e Giusto Cucchiarini sono attori vivi e sfrontati, animano con ironia e irriverenza il celebre triangolo degli equivoci, in perfetto equilibrio tra amore e inganno.

Le rime del rap sono incalzanti, i toni graffiano, i temi agro-dolci divertono la platea, ma al contempo sono arma di provocazione. Alcuni dei presenti vengono anche invitati a rispondere, per le rime appunto. E lo fanno, microfono alla mano, in scioltezza. La quarta parete si allarga e trasforma lo spazio del Vascello in un ambiente unico. Un’arena free-style, frizzante e testimone di uno show a tutto tondo, fresco e veloce, sospeso tra musical e dj set. Elettroniche vibrazioni prodotte dal duo Franco VisioliAlessandro Levrero e scandite dai piatti di Fabio Lilli.
Luci stroboscopiche, impalcature e cavi a vista. Scenografia industrial a contrasto con i costumi ottocenteschi degli attori. E’ un grande crogiuolo di stili e di vissuti, quello che traspare dal palco.
Ci sono i fantasmi di Rossana, prigioniera dell’illusione di ciò che sfiorò ma che mai si concretizzò. Si assiste alla tragedia, al duello tra i due pretendenti in maschera, Cirano e Cristiano.

Si respira, ad ogni passaggio vocale, il sentimento chiave. L’amour, amore croce e delizia, asse che governa istinti e decisioni. L’elemento che più colpisce è il testo, per la sua dinamica espressione, ancor più per i contenuti dissacranti e provocatori. Battute che hanno l’abilità di affrontare temi – sessualità, orientamento politico, il ruolo della religione, l’edonismo e l’opportunismo dell’uomo moderno – di estrema attualità soprattutto tra i più giovani.

“Cirano deve morire” – produzione Vascello, Elledieffe, Fondazione Teatro della Toscana – è spettacolo che provoca e scuote, diverte e offre spunti di indagine. Su sé stessi e sul quotidiano che tutti circonda. Con il beneplacito di Rostand.