Liliana Cavani difende le sale cinematografiche, ma il successo di “C’è ancora domani “dimostra che il pubblico premia la qualità.
«La vera cultura non fa serie televisive per attirare spettatori e guadagno. Dobbiamo combattere per salvare le sale cinematografiche che stanno chiudendo».
Con queste parole, la regista Liliana Cavani, Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia, ha espresso il suo pensiero a Roma durante il festival Custodi di sogni, i tesori della Cineteca Nazionale, organizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 31 marzo al 6 aprile, l’evento proporrà la visione di film restaurati e convegni dedicati alla conservazione del patrimonio cinematografico.
Ma Cavani dimentica forse che il vero problema delle sale italiane non sono le serie TV, bensì la qualità dei film. Il pubblico non è così ingenuo come alcuni credono: i dati Cinetel lo dimostrano. Nel 2024, milioni di spettatori hanno scelto consapevolmente di andare al cinema per C’è ancora domani, il film di Paola Cortellesi con Valerio Mastandrea, che ha incassato oltre 38 milioni di euro, un record per la stagione. Un caso isolato? Sì, se parliamo di cifre così alte, superate in passato solo dal primo film di Checco Zalone. La realtà è che il pubblico riconosce e premia la qualità, decidendo di vivere l’esperienza cinematografica in sala.
E per quanto riguarda le serie TV? È innegabile che siano ormai una realtà globale, pensata per il consumo domestico. Il successo è evidente: Mare Fuori ha mandato in tilt RaiPlay con il debutto della quinta stagione, Affari Tuoi e Imma Tataranni continuano a dominare gli ascolti con milioni di spettatori, e persino Carlo Verdone ha saputo interpretare il fenomeno con Vita da Carlo.
L’industria televisiva italiana sta investendo sempre più in questo settore. A Roma, nella sede della Stampa Estera di Palazzo Grazioli, è stata presentata la prima vetrina delle fiction italiane, diretta dal regista Marco Spagnoli e promossa dall’Associazione Produttori Audiovisivi con il supporto del Ministero dello Spettacolo, SIAE e AGIS. Ma il vero evento di punta sarà il Italian Global Series Festival, che si terrà tra Rimini e Riccione dal 21 al 28 giugno: un’occasione per scoprire anteprime nazionali e internazionali, tra cui Mare Fuori, il ritorno de I Cesaroni con Claudio Amendola anche in veste di regista, un focus su Sandokan e molto altro.
L’Italia sta seguendo l’esempio di mercati internazionali consolidati come il Canneseries 2025, che si svolgerà dal 24 al 29 aprile a Cannes, poco prima del Festival del Cinema. Qui verranno presentate oltre 30 nuove serie da 50 paesi, con proiezioni in anteprima, incontri con star e registi, red carpet e un’industria che vale milioni di dollari. Il tutto con ingresso gratuito per gli spettatori, previa prenotazione online.
Cinema e serie TV non sono nemici: il pubblico ha semplicemente ampliato il suo modo di fruire le storie. L’importante, sia per il grande che per il piccolo schermo, è sempre la qualità.
«Il tempo nel cinema è magia», diceva Charlie Chaplin. Nulla finisce davvero, tutto può ricominciare, anche per le sale cinematografiche, grazie a film e storie capaci di rapire il pubblico. In un’epoca tecnologica sempre più veloce, anche il cinema sta vivendo una trasformazione profonda, con l’intelligenza artificiale che sta riscrivendo le regole del gioco.
Amazon, ad esempio, ha appena annunciato il rilascio di 12 serie interamente “doppiate” da un algoritmo, mentre nuove piattaforme stanno addestrando macchine a ringiovanire attori attraverso l’IA. Solo due anni fa, come racconta il collega Damiano D’Agostino in un suo reportage, il mondo fu travolto da immagini generate dall’intelligenza artificiale: il Papa con un piumino bianco, Donald Trump placcato dalla polizia… Fake news virali, rimbalzate ovunque sui social.
Hollywood, la più grande fabbrica di sogni, è in allerta fin dallo sciopero degli attori, ma la verità è una sola: il cinema non morirà mai, perché la magia che si crea con il pubblico resta insostituibile.
E a proposito di cinema, chiudiamo con una notizia in anteprima lanciata da Adnkronos. Il prossimo Festival di Cannes(che seguirò per Quarta Parete), in programma dal 13 al 24 maggio, si preannuncia ricco di sorprese. Tra le possibili novità in concorso potrebbe esserci il nuovo film del premio Oscar Spike Lee, Highest to Lowest, un thriller poliziesco ispirato a High and Low di Akira Kurosawa (1963). La colonna sonora dovrebbe includere Prisencolinensinainciusol, il celebre brano di Adriano Celentano del 1972, considerato da molti critici il primo esempio di rap nella storia della musica.
Lee, che ha recentemente incontrato Celentano a Milano, potrebbe così riportare l’Adriano nazionale sulla Croisette, dove nel 1975 fu in concorso ufficiale con Yuppi Du(io ero l’ufficio stampa della produzione). Un film che il grande Tullio Kezich definì «aggressivo, colorito, vivacissimo, con una girandola di invenzioni espressive», in cui alcuni scorci della vita veneziana ricordavano addirittura un musical alla Minnelli, mentre Giovanni Grazzini lo definì “Una ventata d’aria nuova nel cinema italiano”.