Giorgio Lopez, la grande voce italiana di Danny De Vito e Dustin Hoffman, è volato in cielo lasciando un grande vuoto nei cuori di tutti e nel cinema.
All’alba del 10 Agosto se n’è andato il grande doppiatore Giorgio Lopez, fratello maggiore di Massimo, star del famoso trio “Solenghi, Marchesini, Lopez”. È stato proprio lui a dare la triste notizia sui social, ringraziando Giorgio per essere stato fondamentale nella vita privata e per essere stato, egli stesso, il suo vate affinché Massimo intraprendesse la carriera da attore.
Dopo un breve interesse verso gli studi scientifici, Giorgio Lopez, contro la volontà del padre bancario, si laurea in Lettere alla Sapienza di Roma nel 1974, conseguendo successivamente il diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’. Affermatosi come attore teatrale e radiofonico approda nel mondo del doppiaggio attraverso una telefonata ad un grande del tempo: Mario Colli, voce epica di Perry Mason, il quale, affascinato già dall’impostazione pulita del giovane Lopez, lo invita ad un turno di doppiaggio in cui gli offre, da subito, il ruolo da protagonista. Una voce inconfondibile la sua, che rimane e rimarrà nel cuore di tutti gli appassionati di Danny De Vito, Dustin Hoffman, Pat Morita, Christopher Lee e ancora Monty Phyton, John Cleese e John Hurt nella saga fantasy “Harry Potter”, lo storico Baby Herman in “Chi ha incastrato Roger Rabbit” e la voce narrante nel magico e commovente cartone animato “Alla ricerca della valle incantata”.
Uno dei vanti made in Italy è proprio il doppiaggio, nato nel 1932, che ha regalato a molti attori internazionali un grandissimo successo, successo che forse senza i “benefattori della voce” come Giorgio Lopez non avrebbero avuto in egual misura. Molti nomi presenti sulla “Walk of fame” di Hollywood Boulevard hanno infatti affermato che senza il doppiaggio italiano non avrebbero avuto la fama ottenuta.
Purtroppo il doppiaggio, per alcuni, è la croce e delizia del cinema italiano. Un altro grande doppiatore ha però sentenziato, senza peccare di presunzione, che “succede per ignoranza”. Il cinema italiano è diventato grande proprio grazie al doppiaggio, ad esempio il grande regista Sergio Leone, una volta entrato in sala di doppiaggio affermò: “Adesso cominciamo a fare il film”. Null’altro da aggiungere.
I bramosi del businnes vorrebbero sostituire gli attori “dietro l’acquario” con dei computer per velocizzare il lavoro e portare a casa il risultato, ma l’ignoranza sopracitata non permette loro di capire che si doppia non solo con la voce, ma anche con il cuore e con la testa, con quelle esperienze di vita che una macchina non potrà mai avere. Doppiatori come Giorgio Lopez ci hanno insegnato che il cinema senza vita non può esistere.
C’è una strofa di una tra le più belle canzoni italiane che dice: “Dicono che gli angeli amano il silenzio”. Probabilmente ora non sarà più così.