Dopo una soddisfacente anteprima – che ha segnato l’inizio di questa nuova stagione teatrale – in ben sei città italiane; Casanova Opera Pop approda per la prima volta al Teatro Brancaccio.
Tratto dal romanzo Giacomo Casanova. La sonata dei cuori infranti di Matteo Strukul, il musical – che porta la firma del noto cantante e compositore, Red Canzian – si avvale interamente del “Made in Italy”. È la prima volta, per l’ex cantante dei Pooh, sulla scena teatrale: una sfida, questa, iniziata all’incirca tre anni fa nel pieno della pandemia. Una scelta, sembrerebbe, non del tutto casuale. Portare sul palco un soggetto come Casanova e, soprattutto, una Venezia in preda al disordine politico e morale non è poi così lontano dal subbuglio e dal disorientamento provocato dall’appena scampata (o almeno, così sembrerebbe) pandemia.
Quello che ci troviamo di fronte non è però il classico e retorico Casanova (Gian Marco Schiaretti), libertino e seduttore infallibile; ma un uomo che per la prima volta conosce il sentimento dell’amore grazie alla giovane Francesca Erizzo (Angelica Cinquantini), figlia dell’aristocrazia veneziana.
L’innamoramento; la bramosia dell’altro; ma anche il timore della perdita: questi i punti cardine dell’intera opera musicale. E quale miglior scenario, dunque, se non la romantica Venezia? Un’ambientazione, quella riprodotta sulla scena, impeccabilmente rispondente al vero soprattutto nei costumi, che portano alto il nome della manodopera italiana.
Innegabile, di certo, la tentata veridicità scenografica di cui, però, i numerosi cambi di scena non hanno fatto che rendere – in alcuni momenti – macchinoso lo snodarsi dell’opera. Indiscutibile, inoltre, l’intento poetico affidato alle proiezioni fotografiche, che avrebbero meritato un’attenzione tutta loro e che in un certo qual modo andavano a scardinare l’effetto straniante tipicamente teatrale che in un musical, di certo, non dispiacerebbe affatto.
Nota contrastante per la tipica ambientazione settecentesca; ma degna di attenzione, l’apparato coreografico – curato dai coreografi Martina Nadalini e Roberto Carrozzino – che nel suo linguaggio destrutturante ha conferito all’intero spettacolo un ritmo incalzante e coinvolgente senza mai sovrastare il ritmo melodico di base – conferito da un tessuto musicale indiscutibilmente pop alla “maniera italiana”, magistralmente interpretato dall’intero cast.
Che “Casanova Opera Pop” sia un inno all’Amore? Beh, direi proprio di sì: l’Amore per il Bel Paese; l’amore per la manifattura e per l’artisticità italiana si racchiude in una creazione che vede l’impegno e la dedizione di un team famigliare – nel vero senso della parola – circuitante intorno ad un artista che ha segnato la storia della musica italiana e che non teme di gettarsi in nuove sfide.
Se il desiderio è quello di trascorrere una piacevole e distensiva serata, “Casanova Opera Pop” è di certo lo spettacolo adatto: un’opera musicale italiana del tutto godibile.