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Carla Accardi: la pittura a servizio della lotta femminista

Inaugurata i primi di marzo, la mostra a Palazzo delle Esposizioni di Roma viene prorogata fino al 1 settembre 2024

Carla Accardi è stata una pittrice contemporanea ed esponente della corrente femminista degli anni ‘70. La mostra commemorativa per il centenario dalla sua nascita raccoglie circa cento opere ed è organizzata in ordine cronologico. Una scelta espositiva non scontata se si considera il rapporto talvolta conflittuale tra arte contemporanea e linearità temporale. Ma alcuni eventi nella vita di Accardi hanno fortemente condizionato la produzione artistica, rendendo intuitiva la divisione in fasi delle sue opere.

La prima sala è stata dedicata interamente alla biografia di Carla Accardi, a sottolinearne l’importanza per poi comprendere le sue opere. La loro disposizione è frutto di una meticolosa scelta, derivante dalla scuola della stessa artista, che dedicava molta attenzione a questo aspetto delle sue mostre, oltre che alle opere in se. 

Carla Accardi nasce a Trapani nel 1924. Si trasferisce a Roma nel 1946 dove risiede fino alla sua scomparsa nel 2014. A 22 anni si trova così in un ambiente accademicamente molto stimolante. Conosce diversi personaggi di rilievo, molti dei quali iscritti al partito comunista, dove si portava avanti l’esigenza di un’autonomia intellettuale.

Nel 1970 firma, insieme al collettivo comprendente Carla Lonzi ed Elvira Banotti, il manifesto Rivolta Femminile. Il forte impatto provocatorio della stesura è frutto di molta libertà di pensiero e grande fiducia nel punto di vista e nell’opera femminile. L’Italia anticipa ciò che avviene in Francia con Luce Irigaray. Si introducono nel mondo parole profondamente nuove, un intreccio di linguaggi diversi. Di primaria importanza è il rapporto tra l’artista e la propria opera. La coscienza civile molto profonda di Accardi, non accompagnata però da quella politica esplicita, fu una delle cause dell’allontanamento dell’artista da Lonzi e dalla sua branca femminista, affiancato a due diversi pesi di importanza per quanto riguarda l’immagine e la scrittura.

Nell’organizzazione della mostra risulta centrale un’opera dichiaratamente femminista di Carla Accardi, Triplice tenda. L’artista utilizza la tecnica della vernice su un nuovo materiale, il sicofoil, prediligendo, al posto di un rosso troppo aggressivo, il rosa dei suoi adorati tramonti romani. Il suo segno distintivo qui appare semplificato al massimo e l’ambiente all’interno risulta non lineare ma simile a un piccolo labirinto. 

Il percorso espositivo è stato progettato per mettere in risalto soprattutto alcuni aspetti del lavoro di Carla Accardi. Primeggia la scelta identitaria di esprimersi attraverso un segno, mai decriptato ma che richiama alla memoria due storici attrezzi incrociati su sfondo rosso. Un segno che ha accompagnato le varie fasi artistiche, prontamente reinventato o reinterpretato nel suo rapporto con spazi e superfici. Insieme a ciò, spicca la predilezione per i contrasti, che Accardi metteva in risalto per destinarli poi a una forma di integrazione. La scelta radicale del bianco e nero evolve poi in una sperimentazione di colori in un acceso contrasto tra loro.

Carla-Accardi

Carla Accardi è considerata una figura cardine della cultura visiva contemporanea italiana e internazionale. Nel centenario dalla sua nascita, la mostra permette di immergersi nella straordinaria vita di un’artista rivoluzionaria. La sua influenza nel panorama femminista è stata importante soprattutto dal punto di vista di un nuovo linguaggio espressivo. Inaugurata a marzo, la mostra è stata prolungata fino al 1 settembre 2024.