“Caravaggio”, l’anello di congiunzione fra teatro e arte

Si sono concluse il 22 gennaio dopo quattro serate consecutive le repliche de “Caravaggio, il maledetto”, uno spettacolo che dipinge l’anello di congiunzione fra il teatro e la pittura, in scena al Teatro Ghione. La regia e l’adattamento di Ferdinando Ceriani hanno decantato “Caravaggio, probabilmente” di Franco Molè

Far pervenire la tempra e la tempera di Caravaggio, pseudonimo di Michelangelo Merisi, in una produzione sfornita della materia prima fonte del suo successo, la tela, non era facile. Nell’omaggiare e onorare le gesta artistiche di uno dei prodigi per l’età barocca e rinascimentale ne è affiorata la sfrontatezza con cui egli si è battuto per ottenere una buona parola sui suoi dipinti.

Si apre il sipario ed è Medias Res, il pittore, partito dalla Lombardia, viene soccorso da una coppia di pescatori in una spiaggia vicino a Porto Ercole. A causa di febbri malariche, si trova in una fase di trance che gli fa rivedere fantasmi del passato. Si contorna un excursus provvisorio. Leggermente criptico il salto chimerico se non si conosceva a priori e con minuzia la storia di Caravaggio.

Il palcoscenico gremito di riferimenti insigni meritava il sussidio di attori che non trattenessero l’astio di colui che voleva arrivare più lontano delle sue scarpe, ma che lo elevassero a maestro figurativo anche per i lati oscuri. La bravura di Primo Reggiani, Francesca Valtorta e Fabrizio Bordignon ne è stata all’altezza. Primo Reggiani gli ha restituito piena vitalità nella prossemica. Francesca Valtorta, Lena, la prostituta che ha dato il volto alle sue madonne, con dei canti romaneschi ha elettrizzato il parterre e la freddezza nordica del pittore. Con “Te possino dà tante cortellate” di Gabriella Ferri il fiato si fa dolce ma i sospiri licenziosi. Fabrizio Bordignon ha saputo dividersi tra le mentite spoglie di due personaggi agli antipodi, un magnanimo pescatore e un rigido cardinale. 

Lena e Caravaggio, foto di Tiziano IONTA.

Le pennellate in video delle opere di Caravaggio, nel loro succedersi adagio e nelle dimensioni aumentate, hanno intrappolato la possibilità di distrarsi. Il copione è sembrato essere stato buttato giù inseguendo questa flemma contrapposta all’inventiva dell’artista, e per ciò sofisticato.

Caravaggio il maledetto libero adattamento di Ferdinando Ceriani tratto da “Caravaggio, probabilmente” di Franco MolèCon Primo Reggiani, Francesca Valtorta e Fabrizio Bordignon

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Elena Salvati

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