Scarlett Johansson debutta alla regia e l’Italia rilancia tra concorso e “Un certain regard” con due film indentitari
Al Festival di Cannes ormai prossimo alla chiusura, cresce l’attesa per l’annuncio del palmarès. Tra le voci più insistenti, quella che vede Valeria Golino favorita per il premio alla miglior interpretazione femminile per il ruolo di Goliarda Sapienza, scrittrice e intellettuale ribelle, nel film Fuori di Mario Martone. L’unico titolo italiano in concorso ha conquistato il pubblico del Palais con sette minuti di standing ovation al termine della proiezione. Vedremo se il riconoscimento arriverà.
Scarlett Johansson, già presente in concorso con The Phoenician Scheme di Wes Anderson, torna a Cannes in una nuova veste: quella di regista. Il suo esordio alla regia, Eleonor the Great, è stato presentato nella sezione Un Certain Regard. Il film, scritto da Tory Kamen, si ispira alla figura della nonna Eleonora, che lasciò la Florida per cercare una nuova vita tra Manhattan e Coney Island, in un racconto intimo fatto di ricordi e voglia di vivere.
Accoglienza calorosa anche per Jodie Foster, che proprio a Cannes debuttò giovanissima in Taxi Driver di Scorsese (Palma d’oro 1976). Oggi è protagonista, al fianco di Daniel Auteuil, del thriller psicologico Vie privée di Rebecca Zlotowski, dove interpreta una psichiatra accusata di omicidio. «Credo in un cinema dove i racconti della vita vengono vissuti e non sognati», ha dichiarato l’attrice, due volte premio Oscar (Sotto accusa del 1989, Il silenzio degli innocenti del 1992 ) e Palma d’oro alla carriera nel 2021.
L’Italia è tornata protagonista anche nella sezione Un Certain Regard con due film di forte identità:
La città di pianura di Francesco Sossai, road movie esistenziale ambientato in Veneto, con due cinquantenni sgangherati (Sergio Romano e Pierpaolo Capovilla) che, tra bicchieri di vino e trattorie, ripercorrono i ricordi di un tempo passato e Testa o croce, western originale ambientato a Roma alla fine del XIX secolo, diretto da Alessio Righi De Righi e Matteo Zoppis, sullo sfondo dell’arrivo di Buffalo Bill in Italia per una serie di spettacoli.
Tra i potenziali outsider della 78ª edizione di Cannes, da tenere d’occhio ci sono certamente Jean-Pierre e Luc Dardenne, già vincitori della Palma d’Oro con Rosetta (1999) e L’Enfant – Una storia d’amore (2005). I fratelli belgi tornano in concorso con Jeunes Mères, il loro nuovo film: un dramma intenso e delicato che segue le storie di alcune adolescenti incinte, ospitate in una casa di accoglienza per madri, alle prese con le difficoltà quotidiane e il desiderio di costruire un futuro migliore per sé e per i propri figli.
Il bilancio della 78ª edizione di Cannes segna il ritorno dei grandi autori, una forte presenza del cinema francese e poche major, rappresentate solo dal blockbuster fuori concorso Mission: Impossible – The Final Reckoning, ultimo capitolo della saga con Tom Cruise sempre più acrobatico e refrattario alle controfigure, che sembra aver sottoscritto un patto con il diavolo. A dominare sono stati invece i nuovi autori del cinema indipendente americano, mentre la Croisette si è riempita di giovani “registi in erba”, armati di smartphone e sogni cinematografici.
Il mercato del cinema ha mostrato, per la prima volta, un calo di presenze e prodotti, ma il cinema resiste. Quando un film funziona il pubblico corre a vederlo, ci ricorda il caso di C’è ancora domani di Paola Cortellesi, che ha superato i 30 milioni di dollari in Cina in poche settimane. Un segnale che lascia ben sperare.
E guardando al futuro, cresce l’attesa per la 82ª Mostra del Cinema di Venezia, dove Alberto Barbera promette una selezione internazionale di alto profilo. A presiedere la giuria sarà Alexander Payne, regista tre volte premio Oscar. «È un onore far parte della storia di un festival che celebra il cinema come arte», ha dichiarato Payne.
«Alexander Payne è il candidato ideale per presiedere la giuria, grazie alla sua passione per il cinema, la profonda conoscenza della storia del mezzo e la curiosità per il contemporaneo, senza confini o barriere. I suo film sono stati nominati 24 volte agli Oscar, e si distinguono per uno stile in equilibrio tra eleganza e pungente umorismo. Un cineasta capace di unire rigore e cuore, proprio come il cinema che ci aspettiamo di vedere a Venezia», ha dichiarato Barbera. E sabato sera, sapremo chi avrà vinto la Palma d’oro.