Si sono coalizzati in tanti fra le persone che gli vogliono bene: dalla ex moglie Isabella Rossellini a Leonardo Di Caprio e Robert De Niro per convincerlo a festeggiare i suoi splendidi ottant’anni. Tante sono le candeline spente tre giorni fa dal regista premio Oscar Martin Scorsese, l’autore di film capolavoro come Toro scatenato, Gangs of New York, Taxi driver, The Aviator, solo per citarne qualcuno, interpretati dai suoi attori feticci come gli stessi De Niro e Di Caprio. Figlio di immigranti, nato e cresciuto a New York il 17 novembre del 1942 e che ancora gode della cittadinanza italiana, innamorato sin da giovanissimo del cinema, soprattutto di quello Italiano; quello di Rossellini, di De Sica, di Fellini, di Visconti, di Antonioni e di Rosi. Non sono stati pochi i film del nostro neorealismo che Scorsese ha contribuito a salvare dell’oblio del tempo curandone personalmente il restauro.
In questi giorni è in uscita sugli schermi di tutto il mondo Killers of the Flower Moon, tratto dal romanzo di David Grann, The Osage Murders, che vede al centro della storia il primo grande caso di cronaca risolto dall’FBI a seguito dell’uccisione di una ventina di nativi americani in Oklaoma negli anni venti.
Protagonisti naturalmente Di Caprio e De Niro che insieme a tutto il mondo del cinema si uniscono a mogli, figli, amici, e fans per spegnere idealmente con lui le candeline sulla torta che sottolineano una lunga vita e una straordinaria carriera.
Una volta al Lincoln Center, che rendeva omaggio al cinema di Michelangelo Antonioni, lo intervistai per il documentario che stavo girando per la Rai sul nostro grande regista e mi disse: «Il cinema italiano del dopoguerra con i maestri di quel neorealismo, ha stimolato la creatività di tanti registi di Hollywood che venivano ad assistere come giravano Fellini, Bolognini, Bertolucci e Lattuada».
Quei bravi ragazzi, The Iirishman, The wolf of Wall street fino a Hugo Cabret e oltre, sono solo alcune tappe di un lavoro e di una passione per il cinema che Scorsese ha costruito fin dagli anni sessanta e che continua ancora oggi!
Difficile fare una classifica delle sue opere. Gli studenti di cinema della New York University fra i titoli preferiti hanno selezionato L’età dell’innocenza girato nel 1993, Cape Fear – Il promontorio della paura nel 1991. E poi vale ricordare un Oscar nel 2007 per The Departed – Il bene e il male, un Leone d’oro alla carriera alla Mostra di Venezia, una Palma d’oro al Festival di Cannes per Taxi driver, insomma Martin Scorsese è un grande ed è senza dubbio come è state più volte detto “il più italiano dei registi americani”.
«A Little Italy nel cuore della vecchia New York dove sono cresciuto quando eri ragazzo, o si diventava gangster o prete». dichiarò in un’intervista.
Per la fortuna del cinema, lui ha scelto il grande schermo. Auguri maestro!