Bugonia ci chiede: e se non fosse più una questione di fiducia in Dio, ma di fiducia di Dio?
Bugonia è il nuovo film del regista greco Yorgos Lanthimos. Si tratta di una dark comedy che consolida il vincente sodalizio creativo tra Lanthimos ed Emma Stone. Al loro fianco, Jesse Plemons si inserisce per la seconda volta con una performance travolgente, ben più convincente e centrale rispetto al precedente film a episodi, Kinds of Kindness. Insieme, danno vita a un tour de force quasi polanskiano tra vittima e carnefice. Realtà e immaginazione, verità e disinformazione, generano una necessaria riflessione sul nostro tempo.

Teddy (Jesse Plemons) è un magazziniere e apicoltore, solitario, in un’abitazione dispersa tra la natura. Lo conosciamo mentre sta per mettere in atto il suo piano, escogitato da anni e di vitale importanza. Il suo unico collaboratore e compagnia nella sua vita è il cugino Don, affetto da un ritardo mentale. Insieme dovranno rapire l’amministratrice delegata di una potente casa farmaceutica. Michelle Fuller (Emma Stone) è, secondo Teddy, un’andromediana, colpevole di minacciare la sopravvivenza della specie umana sulla terra.
Bugonia si apre parlando di api. Il termine, da cui il titolo, affonda le radici in un antico mito greco sulla rigenerazione delle api dalla carcassa di un animale morto. Simboleggia una forma di nascita dalla morte e rinascita attraverso un sacrificio. Il film potrebbe far presagire un racconto in stile: La storia delle api. Ma il racconto prende una direzione diversa.
Lanthimos costruisce un’analogia potente: la scomparsa di questi preziosi insetti causata dall’inquinamento è il sintomo di un mondo malato. La loro possibile rigenerazione dal corpo morto di un animale diventa la metafora di un’umanità che forse potrebbe rinascere solo dopo aver toccato il fondo della propria parabola distruttiva.
A distanza di due anni, Bugonia sembra completare la triade iniziata con Povere Creature! (film che ha conquistato il 2023) e portata avanti con Kinds of Kindness. A dirla tutta quest’ultimo sembra il collante, l’esercizio stilistico che tra le altre cose è servito a unire due film invece più strutturati e completi.
Quello del regista greco è un lavoro di sottrazione. Due protagonisti, un personaggio secondario, pochissime ambientazioni. Stone e Plemons reggono perfettamente il peso dell’intero film, ciascuno con un’interpretazione eccezionale. A completare il quadro, una sintonia recitativa che è a sua volta un perfetto meccanismo di tensione. La prima parte, un po’ troppo prolissa, risulta alla fine propedeutica alla successiva che, con sollievo del pubblico, appare inconfondibilmente firmata da Lanthimos.
Quella che si scatena nel capanno isolato dove Michelle è prigioniera non è una semplice dinamica da sequestro. È piuttosto un duello intimo; un confronto claustrofobico in cui la realtà vacilla e i ruoli si confondono, rendendo incerto chi sia la vittima e chi il carnefice. Chi stia mentendo e chi dicendo una scomoda verità.
Ancora una volta ci troviamo di fronte a un intreccio di simbolismi soggetti a molteplici interpretazioni. Interpretazioni che, però, confluiscono tutte in un’unica, amara direzione. Quello di Lanthimos è un cinema privo di scrupoli morali, che alimenta lo stesso disagio che genera. La costruzione di mondi chiusi, in cui il piacere del racconto nasce dal conflitto e dalla distruzione reciproca. E nel momento in cui l’immagine diventa ambigua la posizione dello spettatore si fa ancora più scomoda. Il finale, che porta a compimento questa ambiguità, regge tanto come resa dei conti con il reale quanto come semplice sfogo della dimensione onirica.

Bugonia conferma un Lanthimos sempre più affilato e dialogante con il presente. Il regista greco non smette di rinegoziare i termini del reale e del fantastico. Nel suo cinema, il bene e il male non sono poli opposti. Sono forze in una danza alternata che azzera il giudizio morale, costringendo lo spettatore in una posizione di fertile disagio.
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Bugonia – Regia di Yorgos Lanthimos – Sceneggiatura: Will Tracy – Soggetto: Remale di Jigureul jikyeora! di Jang Joon-hwan . Con: Emma Stone, Jesse Piemons, Aidan Delbis, Stavros Halkias, Alicia Silverstone – Musiche: Jerskin Fendrix – Scenografia: James Price, Prue Howard, Amber Rose Thompson – Montaggio: Giōrgos Mauropsaridīs – Fotografia: Robbie Ryan – Produzione: Square Peg, CJ ENM, Fruit Tree, Element Pictures – Uscita in Italia: 23 ottobre 2025





