Bill Viola, video artista contemporaneo, è in mostra con «Purification» a Palermo a Palazzo Reale (visitabile fino al 28 febbraio 2022).
Tra gli artisti più apprezzati e conosciuti nell’ambito della video arte e maestro indiscusso dell’Universo figurativo, Bill Viola nasce a New York nel 1951. Viola utilizza il video per esplorare i fenomeni della percezione sensoriale come via per la conoscenza di sé.
Le sue opere si concentrano sulle esperienze umane universali – nascita, morte, lo sviluppo della coscienza – e hanno radici nell’arte orientale e occidentale, nonché nelle tradizioni spirituali, tra cui il buddismo zen, il sufismo islamico e il misticismo cristiano. Utilizzando il linguaggio interiore dei pensieri soggettivi e delle memorie collettive, i suoi video comunicano ad un vasto pubblico, consentendo agli spettatori di vivere l’opera direttamente e in modo personale. Bill Viola ha già esposto al MoMa di New York, al Jean Paul Getty Museum di Los Angeles, alla National Galleries of Scotland a Edimburgo, al Grand Palais di Parigi, alla Cattedrale di S. Paul e alla New Gallery a Londra.
L’ allestimento della mostra è curato dalla Fondazione Federico II e Bill Viola Studio, organizzata in raccordo con l’Assemblea Regionale Siciliana, con il sistema museale regionale siciliano, con l’assessorato regionale ai Beni Culturali e all’Identità siciliana, con il Fec (Fondo Edifici di Culto), con numerosi Enti Ecclesiastici e l’Eparchia.
All’interno degli spazi il fruitore prende parte al percorso esperienziale, introspettivo, che lo conduce alla scoperta di qualcosa di non tangibile, che va oltre la mera conoscenza della materia, «qualcosa di sacro», sensazioni e vibrazioni visive, uditive ed emozionali.
Le opere dell’artista si collocano nelle antiche sale del Palazzo, le video installazioni assumono una nuova risonanza, così anche gli spazi agiti.
Passato e presente creando nuove sinergie e vibrazioni.
L’installazione che apre il percorso della mostra si intitola «I quattro martiri. Martire della terra, dell’aria, del fuoco e dell’acqua». Essi rappresentano gli archetipi di azione, forza, perseveranza, sopportazione e sacrificio, sinonimi della vita di tutti i giorni. La parola martire deriva dal greco «μάρτυς – testimone», l’artista ci mostra come i martiri, pur di restare fedeli ai propri valori, al proprio credo e ai propri principi, hanno sopportato dolori fisici, psichici, e persino la morte. Le vite dei martiri raccontano al visitatore quanto quest’ultime siano lontane e distanti dalla staticità delle vite di oggi.
L’istallazione che segue i «quattro martiri» si intitola «L’ascesa di Tristano», il video si trova all’interno della Sala del Duca di Montalto, e dialoga con le opere risalenti al VII secolo a.C., tra cui Acquasantiere, Fonti Battesimali della fine e seconda metà del XVI, Paliotti ricamati e grondaie.
Di forte impatto, sia visivo che uditivo, l’opera «L’ascesa di Tristano» mostra l’elevazione dell’anima dopo la sua morte. Nel video il corpo del protagonista è disteso su una lapide, e l’irrompente forza dell’acqua, che scorre al contrario, travolge e risveglia il suo spirito, trascinandolo con sé. Nel video tutto inizia con leggerezza per divenire diluvio. L’acqua riporta in vita l’uomo, la sua anima, l’acqua come il simbolo di purificazione e rinascita, correlazione tra uomo e sacro, dimensione terrena e ultraterrena.
«We need new sacred images for our time!» come afferma lo stesso Bill Viola, in costante dialogo tra il passato e il presente, in un’epoca dove più che mai abbiamo bisogno di trovare immagini forti, punti di riferimento, stimoli che siano in dialogo con il passato affinché ci aiutino a leggere il presente.