Anteprime internazionali, eventi e omaggio a due grandi registi del cinema italiano
La seconda vita film di Vito Palmieri, è il film che ha inaugurato una delle sezioni del 15° Bari International Film Festival diretto dal critico Felice Laudadio, già direttore della Mostra del cinema di Venezia.
Il ritratto sfrontato di una ragazza di provincia in una società sempre più povera di umanità, che paga a caro prezzo, un reato compiuto da adolescente. ossessionata dal giudizio degli altri che purtroppo sopravvive al di la della sentenza. Interpretato magistralmente da Marianna Fontana una delle famose gemelle, l’altra è la pop star Angela entrambe conosciute al grande pubblico interpreti del popolarissimo Indivisibili di Edoardo De Angelis.
Il festival di Bari dedicato a due grandi registi recentemente scomparsi come Giuliano Montaldo e Paolo Taviani, è la vetrina più importante dell’area mediterranea che oltre a un nutrito numero di film selezionati e provenienti da tanti paesi, quest’anno renderà un grande tributo al cinema di Marco Bellocchio con le copie restaurate di ben 17 capolavori da lui diretti tra cui I pugni in tasca e La Cina è vicina. Fra i film sugli schermi del celebre teatro Petruzzelli ma anche del Piccinni e del Kursaal Santalucia, il pubblico vedra’ May december di Todd Haynes con Natalie Portman, Julienne Moore e Charles Melton, la coinvolgente storia di un’attrice che vuole realizzare un film sulla storia vera di una coppia clandestina con lui dodicenne che aveva sconvolto l’opinione pubblica americana e acceso la stampa scandalistica vent’anni fa e Coincidenze d’Amore – What Happens Later,una commedia romantica con Meg Ryan anche regista del film. In tutto le anteprime internazionali saranno ben otto.
Fra gli ospiti del festival Sergio Rubini e il direttore della fotografia Luca Bigazzi entrambi premiati; il primo con il premio Alberto Sordi, il secondo dedicato all’indimenticabile Peppino Rotunno che Bigazzi conquista per il pregevole lavoro realizzato con il film Felicità opera prima come regista dell’attrice Micaela Ramazzotti.
Al Bifest di Bari progetto realizzato sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica è arrivato reduce da una prestigiosa nomination agli Oscar, anche Matteo Garrone, accolto da una standing ovation di cinque minuti, anche con qualche rimpianto per l’Oscar mancato solo per un soffio. Il regista romano, autore di Io capitano già Leone d’argento a Venezia e il premio Mastroianni all’attore senegalese Seudov Sarr, protagonista della drammatica storia di un viaggio della speranza da parte di un gruppo di africani su un piccolo natante in cerca di un nuovo sogno di vita.
l film campione d’incasso in Italia con oltre 5 milioni di euro, disponibile anche su Sky, e’ uscito con successo in tanti paesi africani e in aprile sarà anche in Senegal dove la storia cha avuto inizio accompagnato dal regista e dagli attori, girando il paese su un camion con lo schermo per far vedere la storia ispirata alla realtà di milioni di giovani, donne e bambini, in cerca di un futuro migliore.
«A Hollywood e in America siamo stati lasciati soli», ha detto Garrone. Conquistare l’Oscar sarebbe stato possibile se solo il distributore americano avesse iscritto il film in tutte le categorie e non soltanto in quella dei cinque migliori film stranieri dove è stato battuto dal favoritissimo La zona d’ interesse di Jonathan Glazer. «L’Oscar si conquista mesi prima con una grande campagna promozionale e soprattutto con un distributore che investe e ti dice cosa bisogna fare».
A Garrone ha risposto Paolo Del Brocco ad di Rai Cinema, la società pubblica che ha coprodotto il film. «Garrone non ha fatto una critica a noi, ma ai potenti distributori americani che non hanno preso il film. Una campagna promozionale per gli Oscar costa 10 milioni, noi abbiamo potuto spendere solo un milione e mezzo…Non sapevamo della possibilità di iscrivere il film in tutte le categorie».
Per la cronaca ad addolcire la delusione del regista, il festival di Bari ha festeggiato Garrone con due importanti riconoscimenti: il premio Fellini e quello intitolato a Mario Monicelli, due autori italiani di un cinema che promozione a parte con gli Oscar ci andavano a nozze.
Per chiudere questa nostra corrispondenza da Bari per Quarta Parete, registriamo anche la dichiarazione del bravo direttore artistico, inventore dal 2010 del Bifest Felice Ludadio che ha denunciato pubblicamente il pericolo sull incerto futuro della manifestazione, sollecitando il pubblico che affollava il teatro Petruzzelli a perorare la causa della continuità della rassegna barese, perché secondo Laudadio c’è’ qualcuno che vorrebbe che il Bifest non si faccia più.
Il sindaco di Bari Antonio Decaro ha prontamente replicato a livello istituzionale ribadendo che «il Bifest rimane un’opera straordinaria che ha regalato alla mia città la possibilità di sognarsi grande».