Bifest 2024, omaggio al cinema dei Taviani e qualche polemica strumentale di troppo

In dirittura d’arrivo la rassegna cinematografica più importante del nostro Sud, sul red carpet anche la Sastri e la Peynado

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La Puglia è un esempio interessante di come in uno stesso luogo possono convivere differenti culture». Lo ha detto alla 15° edizione del BIF&ST 2024 di Bari, il regista e sceneggiatore Giorgio Diritti dopo la visione del suo nuovo film Lubo.

Ogni film è un dialogo. Intervista a Giorgio Diritti - Lucy
Giorgio Diritti

Tratto dal romanzo Il seminatore di Mario Cavatore, narra la vicenda di Lubo che sullo schermo ha il volto dell’attore Franz Rogowsky, dove un artista di strada nomade viene arruolato dall’esercito elvetico per difendere i confini nazionali da un’invasione tedesca. Scoprirà più tardi che la moglie è stata uccisa nel tentativo di impedire ai gendarmi di prendere i loro bambini strappati alla famiglia appartenente alla minoranza Janish.

«Il mio filmaccende ancora una volta i riflettori sui soprusi etnici subiti, ora come ieri dagli ebrei e dalle tribù rom fino a ricordare la fuga della popolazione istriano-dalmata e l’orrore delle Foibe», ha dichiarato il regista.

Ricordando le opere cinematografiche dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, il Bifest ha riproposto al pubblico la copia restaurata de La notte di San Lorenzo, un capolavoro del 1982 che racconta  attraverso i racconti di una bimba la tragedia di una popolazione inerme, vittima di un feroce massacro da parte dei nazisti avvenuto durante la ritirata dell’esercito tedesco nel 1945 a San Miniato, un piccolo paesino della Toscana occupata dalle truppe del Terzo Reich che uccisero in una chiesa parte degli abitanti che li si erano rifugiati,  mentre un giovane partigiano li esortava invece a fuggire intuendo l’orribile carneficina.

 Un bellissimo film premiato con il Gran Premio della giuria al Festival Cannes, che fa riflettere ancora oggi sugli orrori della guerra con momenti di grande poesia dovuta anche alla bravura degli attori fra i quali spiccava l’interpretazione di Omero Antonutti.

Al Bifest fra gli attori legati al cinema italiano c’è anche il francese Luc Merenda, protagonista negli anni settanta di tanti film di successo di carattere poliziesco con titoli come Il poliziotto è marcioGli amici di Nick Hezard e La polizia accusa: il Servizio Segreto uccide. Fisico alla Delon de L’ultima notte di quiete considerando gli “anta”, a Bari ha presentato il film Pretendo l’inferno di Eugenio Ercolani, un viaggio attraverso i personaggi, i colori, le sonorità che hanno contraddistinto il cinema italiano degli anni settanta. Quelli di produttori come Luciano Martino venduti in tutto il mondo o come quelli oggi rivalutati in cult movie da Quentin Tarantino, diretti e sceneggiati dal grande Fernando Di Leo. 

Nel racconto Luc Merenda viene accompagnato da nomi importanti di quel passato in celluloide come Steve Della CasaMartine BrochardEnzo G. Castellari, Guido e Maurizio De Angelis, tra i più famosi autori italiani di musica da film le cui colonne sonore hanno rappresentato il marchio di fabbrica dei western con Bud Spencer e Terence Hill.

«Avrei voluto fare in Italia tutti i film con Gian Maria Volontè ha detto Luc Merenda come Il caso Mattei di Francesco Rosi. Quel cinema in Europa ha fatto la storia e ho amato tanto anche il cinema di Ugo Tognazzi».

Ad arricchire il parterre tutto al femminile del Bifest al suo debutto, applauditissima reduce anche lei con Matteo Garrone da Hollywood è arrivata Lina Sastri. L’attrice e cantante napoletana cara a Eduardo ha presentato La casa di Ninetta, tratto da un suo libro autobiografico che ha ispirato anche uno spettacolo teatrale. Nel film Lina, interpreta se stessa in un emozionante viaggio dedicato alla madre (nel film interpretata da Angela Pagano), una vera lettera d’amore a una donna che amava Raffaele Viviani, custode romantica di una Napoli colorata e inquieta, ispiratrice, drammatica e misteriosa come Lina Sastri o come ‘La bella’mbriana’ che nella credenza popolare è lo spirito benefico della casa e il ‘munaciello’, spirito bizzarro, a volte positivo, altre volte dispettoso.

Bif&st: esordio da regista per Lina Sastri con il film “La casa di Ninetta”  - Norba Online
Lina Sastri

Il Bifest di Felice Laudadio, che guarda con tristezza alla diatriba politica scatenata contro l’ottimo sindaco Decaro pronto a rinunciare alla scorta,  chiude sabato il suo percorso caratterizzato da  film, masterclass, documentari e capolavori restaurati  con la giuria presieduta quest’anno dall’attrice Iris Peynado, protagonista di numerosi film di successo. «L’Italia del cinema», ha detto l’attrice «mi ha adottato e dato la possibilità di realizzare i miei sogni. Se avessi potuto avrei sposato Massimo Troisi. Non era solo un grande attore ma un uomo meraviglioso che amava le donne”.

Foto di copertina: Luc Merenda