Sgargiante, silenzioso, grottesco: nella penombra della piccola sala verticale, un respiro sembra aleggiare dalle pareti, dal lungo corridoio di oggetti variopinti che, cristallizzati nella verticalità di una composizione immutabile, si pongono come reperti echeggianti del dinamismo che li animava sul palcoscenico.
Presentata nell’ambito del Campania Teatro Festival presso il Refettorio del Convento di San Domenico Maggiore di Napoli,“Bestiario Teatrale” è mostra ma anche memoriale, volto a ripercorrere i vent’anni di storia di Emma Dante e della Compagnia Sud Costa Occidentale.
Una congerie di corpi diversi, nudi, esposti abita l’installazione video che sancisce l’inizio del percorso visivo: riconosciamo in loro gli abitatori di “Bestie di scena”, opera del 2017, dove il corpo sembra ricondursi al suo movimento primigenio, essenziale, che si pone come riflessione sull’attorialità andando poi ad abbracciare un interrogativo più esteso sulle dinamiche e sulle significazioni dell’esistenza stessa.
Sono creature che non fanno altro che immaginare, creature in grado di ballare, cantare, urlare, litigare nei dialetti del sud, muoversi come una bambola di gomma ma ormai stanche, che ci chiedono di essere liberate attraverso il nostro atto di ribellione.
Prosegue il viaggio dello sguardo attraverso manichini e marionette, bambole e parrucche rievocanti quell’universo infantile eppur torbido che rimanda alla visione artistica della regista siciliana.
Ci troviamo nell’atto di contemplare la maschera di gomma indossata nella triste danza d’amore di “Ballarini” (terzo capitolo della “Trilogia degli occhiali”), i colorati costumi di “Le pulle”, il velo di “Eva e la bambola”: ogni materiale sembra ancora pulsare, riproporsi vivido ricostruendo un legame ombelicale con le opere da esso evocate.
Curata da Maria Savarese in collaborazione con Daniela Gusmano, l’esposizione, strutturata attraverso un impianto esplicitamente teatrale, si conclude con una rassegna di locandine, bozzetti e fotografie di scena, tappe cruciali nel percorso di crescita, espansione, contaminazione del teatro della regista palermitana.