Berlino: il Lupin de La casa di carta conteso tra amore e denaro

Il ladro gentiluomo più amato dai tempi de La Casa di Carta torna su Netflix con uno spin-off a lui dedicato.

Sembrava quasi necessario, dopo il successo della serie tv Netflix La casa di carta, dedicare un intero spin-off a uno dei protagonisti più amati: Berlino. Morto nella prima stagione, il personaggio è apparso anche nelle successive tramite espedienti narrativi come i flashback. Non bastava però. Bohémien, carismatico, elegante, folle e romantico, Berlino ha stregato il pubblico, tanto da lasciarlo assetato. Ed ecco che così lo ritroviamo, in queste 8 puntate, esattamente come ce lo ricordavamo, portandoci ad abbandonarci a una visione tanto nuova quanto nostalgica, nella speranza di farci catturare ancora e ancora, in una danza tra amore e sete di denaro, tra rapina e relazioni interpersonali.

Berlino

Parigi, Berlino e la sua nuova squadra, un colpo del valore di 44 milioni di euro. Queste sono le premesse dello spin-off, in realtà un prequel dal momento che i fatti cronologicamente anticipano quanto visto nella prima stagione de La casa di carta. I riferimenti a quest’ultima sono tanti, sia da un punto di vista semiotico sia di narrazione. Berlino, diventato il nuovo Professore, fa spesso riferimento al colpo che sta organizzando il suo amico Sergio Marquina, alias El Profesor. Forse è per questo legame già presente che Andrés de Fonollosa si fa chiamare Berlino, il nome che sceglierà successivamente per indossare la maschera di Dalì e rapinare la Zecca di stato. O forse il reale motivo non ci è ancora dato saperlo.

Oltre alla struttura e alle tematiche comuni, anche la fotografia, i colori ricordano molto quelli della precedente serie di successo. Per questo motivo, inizialmente, guardare Berlino sarà come ritrovare quella comfort zone propria solo di prodotti che tanto abbiamo amato. La presenza poi di due protagoniste fondamentali come Raquel Murillo e Alicia Sierra non farà che aumentare la nostalgia. Non passerà molto prima di accorgersi, però, che le differenze con La casa di carta sono ancor di più.

Partendo dallo stile narrativo, la serie si struttura in modo diverso. Poche armi, pochi spari, niente sangue, nessuna morte. Il minuzioso e articolato piano della rapina, che consiste nel rubare i gioielli più preziosi d’Europa mentre si troveranno tutti nella casa d’aste più importante di Parigi, sembra scivolare con non troppa difficoltà. I fantastici sei (Berlino, Damian, Cameron, Keila, Roi e Bruce) passeranno da rapinatori ad archeologi, muratori, informatici e prestigiatori.

Berlino lo definisce un grande numero di illusionismo, non esitando a paragonarsi a nomi come Houdini e David Copperfield piuttosto che a un semplice ladro. Molto meno dinamica e adrenalinica, si ritroverà lo stile tipico de La casa di carta solo nella parte conclusiva della stagione, al momento della fuga. Si tratta di una serie che si gioca tutta sul finale, lasciando ben più di un indizio in favore di un prosieguo.

La vera cifra stilistica di questa serie risulta essere l’amore, il tema su cui si è investito di più a livello di trama e approfondimento dei personaggi. La struttura narrativa sembra fatta in modo da far risultare l’amore come rivelatore della vera essenza dei protagonisti. Tramite esso ci sembrerà di conoscerli davvero. Si parla dell’amore complicato e travolgente tra Berlino e Camille, moglie del proprietario della casa d’aste Polignac. Si parla di separazioni e nuovi amori tramite la storia di Damian, così come di forte attrazione tra opposti, quella tra Roi e Cameron e tra Keila e Bruce. Ma soprattutto, quello di cui si parla davvero è quanto quel turbinio di emozioni travolga così tanto da far perdere la lucidità e la freddezza a chiunque, rischiando di mandare a monte un piano apparentemente perfetto.

Berlino (Pedro Alonso) e Camille (Samantha Siqueiros)

Come già voleva dimostrare La casa di carta, anche Berlino comunica bene la fallibilità dell’essere umano. Ci mostra l’infinita presenza di variabili che possono prontamente distruggere un piano considerato perfetto. Una frazione di secondo, un piccolo dettaglio trascurato, una minima cosa lasciata al caso e tutto ciò che si è costruito si smonta come un castello di carte. Invece, il piano attuato da Netflix per prolungare il successo de La casa di carta con altri prodotti a essa legati sembra procedere. Questo perché, nonostante tutto, Berlino funziona e chissà quante altre novità ci separano dal dirgli addio.

Berlino – ideata da Álex Pina e distribuita da Netflix – con Pedro Alonso, Tristán Ulloa, Michelle Jenner, Begoña Vargas, Julio Peña Fernández, Joel Sánchez, Samantha Siqueiros, Itziar Ituño, Najwa Nimri – Su Netflix dal 29 dicembre 2023

Foto di copertina: Pedro Alonso