Si è aperta ieri la 74° edizione della rassegna cinematografica più importante d’Europa
In attesa della cerimonia ufficiale dei premi Oscar che si terrà il prossimo 10 marzo al Dolby Theatre di Los Angeles in Hollywood boulevard, nello stesso isolato dove sorge lo storico Chinese Theatre davanti al cui ingresso sono in mostra permanente le impronte delle mani e dei piedi di oltre duecento celebrità che hanno costruito la storia del cinema e in attesa di scoprire se riuscirà o meno Matteo Garrone a conquistare l’Oscar nella categoria miglior film in lingua straniera con Io capitano, già Leone d’argento all’80° mostra del cinema di Venezia che dovrà vincere il confronto nella stessa categoria con film come Perfect days di Wim Wenders e La zona d’interesse di Jonathan Glazer.
Io capitano nasce dall’idea di raccontare il viaggio epico di due giovani migranti senegalesi che attraversano l’Africa con tutti i suoi pericoli per inseguire un sogno chiamato Europa. E a proposito di Europa e di cinema italiano, produttori, attori, registi e addetti ai lavori si stanno trasferendo in queste ore in massa Berlino dove dal 15 al 25 febbraio si svolgerà il Festival cinematografico più importante della nuova stagione, quella Berlinale, diventata vetrina imprescindibile per il mercato rivolto soprattutto all’est europeo.
Nata nel 1951 per accendere i riflettori del mondo sulla parte occidentale di una Berlino divisa dal muro della guerra fredda, oggi il festival si svolge nel ritrovato est nella modernissima Potsdamer Platz dove sorge l’elegantissimo Berlinale Palast realizzato da Renzo Piano, diretto per l’ultima volta dall’italiano Carlo Chatrian. In concorso due film italiani, Another end di Piero Messina con Gael Garcia Bernal e Gloria di Margherita Vicario. A rappresentare il nostro Paese ci saranno inoltre fuori due nuove serie tv. Dostoevskijdiretta dai fratelli D’Innocenzo e Supersex che racconta la vita e la carriera del divo del porno Rocco Siffredi interpretato da Alessandro Borghi. In concorso anche Il cassetto segreto di Costanza Quatriglio e il nuovo film di Carlo Sironi Quell’istante con Irene.
La Berlinale dedica al nostro cinema un’importante focus che ospiterà fra l’altro opere con lo scopo di arricchire la sezione mercato destinata a recuperare il pubblico internazionale, come da anni fanno meglio di noi grazie ai contributi governativi, Francia e Germania. Una grande opportunità anche per Paola Cortellesi, presente al Festival per promuovere il suo C’è ancora domani, venduto finora in 15 Paesi inclusi Brasile e Taiwan.
Intanto con Jasmine Trinca membro della giuria internazionale, il Festival ha inaugurato il concorso con l’atteso Smail things like this, tratto dal romanzo Piccole cose da nulla di Claire Keegan, prodotto dalle starMatt Damon e Ben Affleck entrambi a Berlino con l’attore protagonista Cillian Murphy, candidato all’Oscar per Oppenheimer di Christopher Nolan
Una storia triste e dolorosa che riguarda le famigerate lavanderie Magdalene irlandesi: conventi di suore gestite dal governo di Dublino, che negli anni ’40 e ‘50 ospitavano donne non sposate, costrette a lavorare in un’atmosfera di miseria e vergogna e i cui bambini venivano portati via e venduti a genitori adottivi. Nel cast anche Emily Watson.
Intanto per non farsi mancare nulla anche la Berlinale ha esibito il suo scandalo, maturato durante la prima conferenza stampa esplosa dai contrasti fra il regista spagnolo Albert Serra, che aveva espresso nel corso di una sua intervista nel 2018 una simpatia per il Vladimir Putin e la scrittrice Ucraina Oksana Zabužko, entrambi membri della giuria. A Serra i giornalisti hanno chiesto se aveva cambiato idea su Putin dopo la guerra:
“Non lo so”, ha detto il regista. “Questa è una questione politica. Tutti sono arrabbiati con la Russia in questo momento. Penso che la politica sia più complessa che dire che qualcuno è una brava o una cattiva persona”.
Già detto di Small Things Like These, in concorso figurano anche La Cocina, con Rooney Mara, Dahomey del regista messicano Alonso Ruizpalacios, A Traveller’s Needs di Hong Sangsoo con Isabelle Huppert, Black Tea di Abderrahmane Sissako e il dramma sulla resistenza nazista From Hilde, With Love con Liv Lisa Fries. Nel frattempo mentre chiudiamo l’articolo giunge la notizia dell’Orso d’oro alla carriera a Martin Scorsese. Anche questo è cinema!