behind the light

Behind the light, l’ironia danzata di Morganti

La danzatrice e coreografa porta la sua tragicomica e urlata riflessione sull’essere al Nazionale di Genova

Il palco si presenta quasi vuoto allo spettatore che entra in sala, un bianco che domina la scena e, laterale, ma evidente, una poltroncina gonfiabile fucsia. Ma chi conosce Cristiana Morganti lo sa bene, un’artista come lei non ha bisogno di molto altro.

Dopo Moving with Pina (la conferenza danzata che dal 2010 dedica a Bausch) e Jessica and me (2014), l’artista si dedica a Behind the light, un nuovo assolo che sin dai primi momenti conferma la grande ironia unita all’intensa poesia, ormai suoi segni distintivi.

Inizia tutto con uno sfogo, un urlo e un “joke”, uno scherzo col quale Morganti si rivolge direttamente al pubblico, rompendo sin da subito l’illusione dello spettacolo, infrangendo la soglia tra spazio scenico e pubblico in sala.

behind the light
@Lisa Vescovi

Behind the light è un documento, una riflessione tragicomica, una pagina di diario urlata. Si sviluppa tutto su una narrazione autobiografica, che fa da premessa e fil rouge allo spettacolo e che innesca una trama confusa e in continuo cambiamento. E Morganti stessa lo definisce «uno sfogo, una confessione, un monologo danzato, parlato, urlato. Una riflessione sulla crisi esistenziale e artistica di una coreografa / danzatrice durante e dopo la pandemia». 

Traendo ispirazione da difficili momenti più difficili vissuti nel periodo pandemico, Behind The Light è una collezione di momenti, ricordi, gesti, parole, visioni, che raccontano di una crisi familiare, professionale e intima. 

E nel suo stile ironico e autoironico, questa serie di crisi vengono esposte, dissacrate, prese in giro, evase in una serie di immagini, racconti e riprese, video (a cura di Connie Prantera), momenti in cui l’artista che danza, urla, corre, canta in una scena sospesa circondata da un bianco che azzera ogni altra percezione.

La rabbia, l’annichilimento, la resa, l’ironia sono accompagnati da video che seguono criteri e modalità differenti: riprese, forme geometriche, immagini ipnotiche, ripetitive.

Così come in Moving with Pina e Jessica and me (2014), lo spettacolo si sviluppa su un alternarsi di monologhi e danza, in cui si evidenzia lo stile tipico di Morganti, la sua danza concettuale, fatta di gesti semantici e movimenti rituale. Tutto accompagnato da un collage musicale (audio a cura di  Alessandro Di Fraia) che spazia da Vivaldi al punk-rock di Peaches, da Giselle, di Adolphe Adam alla musica elettronica di Ryoji Ikeda.

A corredo uno studiato gioco di luci a cura di Laurent P. Berger, che taglia la scena e incornicia con cura le fasi dei racconti e delle danze.

Morganti intervalla a questi momenti degli spazi in cui interloquisce direttamente con il pubblico, inscenando anche un momento di “domande e risposte” a luci accese in sala, rompendo definitivamente quella che ancora a noi nostalgici piace chiamare “quarta parete”.

Behind the light
@Antonella Carrara

Lo spettacolo però è una poco velata occasione per palesare cosa si nasconde “behind the light”, cosa significa vivere sulla scena e per la scena.

A partire dalla denuncia della situazione che artisti e operatori dello spettacolo hanno vissuto nel periodo pandemico, fra solitudine, incertezze, spettacoli rimandati e budget terminati; il fantasma di Pina Bausch che per vent’anni è stata maestra e guida di Morganti e da cui ormai è impossibile slegarsi; ma anche contro la burocrazia dietro ogni singolo spettacolo, dai bandi ministeriali agli “scontrini” per la rendicontazione, rompendo così quella magia di cui si ricopre il teatro. O almeno ci prova (o fa finta di).

Uno spettacolo scollegato, disconnesso, ma per assurdo assolutamente coerente. Cristiana Morganti mostra ancora una volta come il suo essere un’artista eccelsa ed ironica è la sua arma vincente.

E il pubblico del Teatro Ivo Chiesa per tutta l’ora o poco più accompagna e segue con risate, applausi e “brava” sinceri.

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BEHIND THE LIGHT | CRISTIANA MORGANTI
coreografia, drammaturgia e interpretazione Cristiana Morganti
regia Cristiana Morganti e Gloria Paris
disegno luci Laurent P. Berger
creazione video Connie Prantera
datore luci Paolo Di Candia
audio/video Alessandro Di Fraia
una produzione di ATP Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale
in coproduzione con Fondazione I Teatri – Reggio Emilia, Théâtre de la Ville – Paris, MA Scène Nationale-Pays de Montbéliard

foto in copertina di Ilaria Costanzo