di Laura Dotta Rosso
Vediamo una nicchia sullo sfondo del palcoscenico al cui interno è presente una tastiera, un microfono e un cantante, Andrea Murchio, pronto a farci immergere nella melodia che ci introdurrà nello spettacolo “Bacio dopo bacio”, andato in scena al Teatro Tor bella Monaca dal 22 al 24 novembre, testo di Paloma Pedrero con la regia di Filippo D’alessio.
Un fondale nero pieno di scritte adolescenziali, citazioni di canzoni d’amore, pouf con frasi affettuose, riescono a creare l’impressione di essere dentro ad una scatola nera, un mondo dove il pubblico si sente piccolo e pronto a ripensare a tutti i baci della sua vita. Due attrici, Antonia Renzella e Maddalena Rizzi alternano monologhi a scene insieme, saltando da esperienze infantili ad avventure più mature. Si inizia con il primo bacio: desiderato, atteso, per cui si prova con le amiche, quello che si deve dare per forza per sentirsi adulti.
Durante la performance,la platea è incoraggiata da stimoli e immagini differenti: la bambina di tredici anni impaurita, l’insegnante di scrittura creativa eccitata dal galeotto a cui dovrà trasmettere l’arte della poesia, l’interprete ventenne in carne attratta dal relatore, due donne al telefono che si confidano sulle prime esperienze con l’altro sesso (o con lo stesso), una cliente spronata da un “simpatico” terapista, per concludere in un reparto oncologico. Una panoramica che non tralascia argomenti,un testo pieno di spunti di comicità e riflessione. Intrigante l’uso di un manichino, ottimo escamotage per rendere flessibile, malleabile e mutabile la figura maschile. Sono piacevoli gli intervalli musicali per spezzare il ritmo tra il susseguirsi delle scene ma, se non fosse per i costumi differenti, non si comprenderebbe il cambiamento dei personaggi, i toni usati per enfatizzare o per divertire risultano interpretati con i medesimi colori; non si intuisce se per scelta registica o per decisione delle attrici.
La valigia usata per far comprendere al pubblico il passare del tempo, può inizialmente appassionare la platea ma quando lo stesso gesto viene ripetuto per tutta la durata della scena, scaturisce un senso di monotonia.
La sequenza della storia risulta lunga e, in alcuni passaggi, prolissa. Sopra la nicchia troviamo la scritta: “Tu sei la mia luce” ed è l’elemento che dobbiamo ricercare per trovare il nostro piacere, per conoscere a fondo i nostri baci e essere chiari con noi stessi. Pop corn dopo pop corn, si chiude la performance come fosse una proiezione cinematografica e bacio dopo bacio si vive la vita con delicatezza, dolcezza, aggressività, foga e malinconia.